Consorzio Bonifica Navarolo, una festa per ricordare l'importanza degli impianti
"I soldi sono pochi - ha sottolineato Giampietro Lazzari - e non possiamo far ricadere le spese di tutela del territorio sui consorziati. I fondi statali sono più spesso dichiarazioni d'intenti che atti veri e propri"
CASALMAGGIORE – 1200 km di rete idrica, 50 mila ettari di territorio servito, 5 impianti, 3 di irrigazione e due di bonifica. Sono questi i numeri del Navarolo, baluardo fondamentale a difesa del bacino che si erge tra Oglio e Po, a cavallo delle province di Cremona e Mantova. Le variazioni climatiche hanno imposto una maggior flessibilità: basti pensare che la siccità ha imposto l’apertura degli impianti per l’irrigazione il 1° aprile e sino a qualche anno fa la stessa operazione non veniva effettuata prima del 30. Ma c’è una cosa fondamentale che il Consorzio fa a prescindere dall’irrigazione: gli impianti sono infatti la prima ‘valvola di sicurezza’ quando le piogge si fanno intense. E’ infatti il Navarolo che provvede a pompare l’acqua in eccesso, lavoro senza il quale molti dei terreni di quei 50 mila ettari andrebbero sott’acqua. E’ per questo che il lavoro svolto è importante, per non dire fondamentale.
Anche quest’anno l’ANBI – Associazione Nazionale dei Consorzi di Bonifica ed Irrigazione, ha voluto dare risalto al mondo dei consorzi mediante la manifestazione denominata “Settimana della bonifica”, che si terrà dal 13 al 21 maggio.
“La Settimana della Bonifica – ha spiegato il presidente Gugliemo Belletti oggi pomeriggio in conferenza stampa – è per tutti noi un evento importante poiché la immaginiamo un po’ come la nostra festa. Essa ha la funzione di attirare l’attenzione sulle indispensabili attività che i consorzi di bonifica svolgono per la salvaguardia idraulica del territorio e per l’irrigazione necessaria all’attività agricola. Ricordiamo infatti che il nostro territorio annovera prodotti agricoli di eccellenza anche grazie all’apporto dei Consorzi di Bonifica. Siamo purtroppo consapevoli che troppo spesso le attività dei Consorzi vengono dimenticate, legando il mondo della bonifica ad un qualcosa di obsoleto e di passato. Al contrario è sotto gli occhi di tutti quanto siano attuali le attività svolte dai nostri enti per la difesa del territorio e la tutela ambientale. L’attività dei Consorzi di bonifica deve infatti essere posta in risalto a maggior ragione in questo momento, dove gli effetti dei repentini cambiamenti climatici sono evidenti, causando stravolgimenti dei territori e lunghi periodi di scarsità di risorsa idrica. I Consorzi rappresentano dunque i paladini del territorio, dell’ambiente e dell’agricoltura”.
Alla conferenza stampa erano presenti anche il vicepresidente vicario Luigi Ardenghi, il direttore del Consorzio Marco Ferraresi e il dirigente Giampietro Lazzari.
“Durante questa Settimana che l’ANBI ha promosso con tutti i Consorzi della Nazione – ha proseguito Belletti – tocca a tutti noi amministratori mettere in campo iniziative che rendano note le nostre attività alla cittadinanza. Avvicinare la gente alla bonifica sarà dunque la nostra parola d’ordine e si concretizzerà, per il Consorzio Navarolo, attraverso una serie di eventi”
Gli eventi. L’apertura al pubblico degli impianti con visite guidate dal 13 al 21 maggio, durante le quali sarà data possibilità di verificare dall’interno le funzionalità svolte dal Consorzio e nel contempo far apprezzare le opere di ingegneria che sono attualmente oggetto di valutazione per il loro inserimento nel sistema Unesco come patrimonio dell’umanità. Poi ancora la promozione dell’Ecomuseo del territorio attraverso un evento aperto al pubblico che si terrà presso l’impianto idrovoro di San Matteo delle Chiaviche sabato 20 maggio a partire dalle ore 16 e che proseguirà in serata con la messa alle ore 18 e la possibilità poi di cenare grazie all’apporto di “slow Food Oglio Po” e delle aziende agricole appartenenti al sistema “Strade del vino e dei sapori di Lombardia”.
Sarà anche occasione per rimettere sotto i riflettori l’esigenza di un ammodernamento degli impianti. I macchinari sono in parte vecchi, inadatti alle nuove esigenze di un territorio che è mutato. Il Consorzio ha un secolo, i macchinari più vecchi almeno una cinquantina d’anni. “I soldi sono pochi – ha aggiunto Lazzari – e non possiamo far ricadere le spese di tutela del territorio sui consorziati. I fondi statali sono più spesso dichiarazioni d’intenti che atti veri e propri. Alcuni dei macchinari hanno raggiunto una certa età”.
Anche Marco Ferraresi ha insistito sul fatto che l’impianto di San Matteo ha bisogno di opere di ammodernamento e che parte dell’impiantistica è quasi al limite. Per questo il momento della festa sarà importante: riporterà alla ribalta una questione, quella del presidio territoriale contro il rischio idrogeologico, lasciata passare troppo spesso sotto l’uscio e troppo importante perché non vi si ponga mano.
Nazzareno Condina