Cronaca

La Banca dell'Acqua presto realtà: il casalese Mantovani spiega di cosa si tratta

Il progetto prevede che le persone che non siano in grado di far fronte al pagamento delle bollette svolgano lavori socialmente utili, con il tramite di tre aziende/consorzi del territorio che sono rappresentate nel cda: l’Azienda Sociale Cremonese, la Comunità Sociale Cremasca e l’Ufficio di Piano Concass per i tre distretti della provincia.

CASALMAGGIORE – Non è stato come bere un bicchier d’acqua, ma possiamo dire che ormai ci siamo. A due anni e mezzo dalla presentazione del progetto, la banca dell’acqua, un’idea di Padania Acque per venire in soccorso di chi non è nelle condizioni di pagare le bollette, è in fase di decollo. Più precisamente, è dal 1° giugno che la fase operativa avrà inizio, come ci conferma il presidente del Consiglio di Amministrazione della Banca dell’Acqua, il casalese Angelo Mantovani.

«Effettivamente la nascita è dell’ottobre 2014, ma il cda si insediò solo un anno più tardi. E’ un cda che ha durata triennale, coincidendo col mandato del cda di Padania Acque. La sperimentazione partirà il 1° giugno, ed è stato già individuato un assistente sociale per ciascun distretto (Cremonese, Cremasco e Casalasco, ndr) che si occuperà tra l’altro di questo progetto. Inizialmente saranno coinvolti 20 utenti per ciascun distretto, e all’inizio di settembre saremo in grado, in seno al cda, di fare le prime valutazioni grazie ai dati raccolti».

Il cda si è insediato presso Padania Acque nell’ottobre del 2015, e ne fanno parte esponenti del mondo dell’associazionismo provinciale. Oltre al presidente Mantovani, comprende due vice: Marco Parolari e il dottor Ettore Vittorio Uccellini, che però sarà presto sostituito a seguito del suo trasferimento a Brescia. Consiglieri sono Katja Avanzini, Davide Vighi, Riccardo Antonio Groppali e Gianluigi Cappellini.

In pratica il progetto prevede che le persone che non siano in grado di far fronte al pagamento delle bollette svolgano lavori socialmente utili, con il tramite di tre aziende/consorzi del territorio che sono rappresentate nel cda: l’Azienda Sociale Cremonese, la Comunità Sociale Cremasca e l’Ufficio di Piano Concass per i tre distretti della nostra provincia.

«La fase preparatoria – afferma Mantovani – è già iniziata, tanto che nel distretto casalasco si sono già individuati i primi nominativi degli utenti interessati. Quanto alla sostituzione del dottor Uccellini, si provvederà con la nomina del nuovo responsabile dei servizi sociali del Comune di Cremona, che sarà il referente per il distretto cremonese, come Katja Avanzini e Davide Vighi lo sono rispettivamente per quelli casalasco e cremasco. Il progetto è stato voluto da Padania Acque che ha creato una fondazione onlus per aiutare i cosiddetti morosi incolpevoli, chi cioé non riesce a pagare perché ha perso il lavoro, vive in famiglie numerose, oppure è anziano o disagiato. Sull’entità dell’aiuto e sul lavoro da svolgere si valuterà caso per caso».

Ma quali lavori socialmente utili potranno essere fatti? «Saranno individuati e valutati dal responsabile di distretto con i suoi collaboratori e il comitato etico che è presente in consiglio pur non facendo parte del cda. Loro valuteranno operativamente le necessità. Si potrebbe trattare, per fare dei semplici esempi, di pulizia dei giardini pubblici piuttosto che fare la spesa per gli anziani o sostegno a strutture esistenti. In particolare qualche primo caso verrà utilizzato per gli orti sociali che già sono attivi nei distretti. Consideriamo che l’opera non è rivolta solo all’ente pubblico ma anche alle associazioni. Il lavoro avrà valenza sociale, e gli spazi per la collaborazione sono enormi. Ogni cliente donerà ore di lavoro sociale .

Sarà in pratica un conto corrente misurato in acqua, da corrispondere in una moneta di cambio che sarà fatta dalle ore di lavoro a favore della comunità. Padania Acque eviterà di procedere per vie legali, e gli utenti trasformeranno il disagio sociale in un sostegno alla collettività. D’altra parte, se è vero che l’accesso all’acqua potabile è un diritto fondamentale dell’uomo, è giusto che ognuno concorra nell’affrontare le spese necessarie, se non in euro in qualche ora di impegno sociale.

V.R.

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