Cronaca

Tanto rumore per nulla? Dopo l'operazione della GdF riapre la Calcestruzzi Zillo

Resta il dubbio: alla luce degli sviluppi della vicenda, non si poteva pensare da subito a un intervento meno pesante e a un accordo tra le parti più concilianti e, perché no?, pure meno costoso alla luce delle risorse impiegate?

CASALMAGGIORE – Tanto rumore per nulla? Beh, l’impressione è che sia andata proprio così. Perché dopo la maxi operazione della Guardia di Finanza di Cremona che ha sequestrato 13mila metri quadrati di golena, chiudendo di fatto momentaneamente la ditta Calcestruzzi Zillo di Casalmaggiore, affacciata sul fiume Po, ecco che la stessa ha già riaperto dopo meno di un mese di stop.

Tutto risolto, tutto chiarito: già, perché alla base vi sarebbero stati un qui pro quo tra i contratti concessori stipulati col vecchio Magistrato del Po e poi con l’attuale Aipo e soprattutto una mancata proroga, poi regolarmente arrivata, sulla concessione dell’area a favore della ditta stessa. Questioni risolvibili, probabilmente, con una semplice mail o una migliore comunicazione, e dunque forse senza l’impiego di così tanti mezzi – comprendendo anche un elicottero giunto da Varese – e di conseguenza risorse. Anche perché, se davvero l’area fosse stata occupata abusivamente, non si spiega come mai, in un secondo momento e dopo un dialogo con il titolare della ditta, la stessa Aipo abbia rilasciato una proroga fino alla fine dell’anno solare 2017 per poter utilizzare ancora la zona golenale per escavazioni e lavorazione della sabbia. Come a dire: dal pugno duro al guanto di velluto.

Solo al termine del 2017, e solo in assenza di una eventuale nuova proroga, che – attenzione – non è esclusa, la Calcestruzzi Zillo dovrà poi smantellare silos e strutture, cercando poi una nuova sede sempre lungo l’asta del fiume Po. Che peraltro la ditta avrebbe già individuato in una zona vicina al porto, sempre a Casalmaggiore, dove la Zillo ha a disposizione dunque altre carte da giocare. Resta il dubbio: alla luce degli sviluppi della vicenda, non si poteva pensare da subito a un intervento meno pesante e a un accordo tra le parti più conciliante e, magari, pure meno costoso alla luce delle risorse impiegate?

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