Cultura

L'Ego e i Lego: perché l'ironia di Radavelli (in mostra in Pro Loco) coglie nel segno

Simone Radavelli, fotografo, ha deciso di osservare i Lego da una prospettiva un po’ diversa, ossia quella di una macchina fotografica, che riprende i personaggi dei mattoncini, alcuni anche iconici come Batman o grandi rockstar del passato e del presente, intenti in azioni divertenti o fintamente seriose.

CASALMAGGIORE – Si chiama L’Ego, con l’apostrofo, come quella canzone, una hit di qualche anno fa. Ma si riferisce, indubbiamente, ai famosissimi mattoncini danesi, che hanno spopolato a partire dagli anni ’70 in tutto il mondo e ora stanno vivendo un nuovo b0om (ammesso che mai il loro mercato sia calato) con le giovani generazioni di oggi. Un gioco intelligente e molto amato, che spesso diventa forma d’arte, come le recenti mostre a Cremona, al Museo del Violino, hanno confermato.

Simone Radavelli, fotografo, ha deciso di osservare i Lego da una prospettiva un po’ diversa, ossia quella di una macchina fotografica, che riprende i personaggi dei mattoncini, alcuni anche iconici come Batman o grandi rockstar del passato e del presente, intenti in azioni divertenti o fintamente seriose, con tutta l’ironia che uno scatto può e riesce a trasmettere. Così abbiamo un ninja agguerrito intento semplicemente a tagliare un salame, o magari una zucchina, e abbiamo il pipistrello di Gotham richiamato al dovere da un gioco di luci che somiglia molto al bar-segnale dei fumetti. Non solo: sbarchi su pianeti alieni, il supereroe Flash a proprio agio con il vero flash di una macchina fotografica, un martello pneumatico usato su una tavoletta di cioccolato, e un eschimese che, per andare sul sicuro, pesca direttamente da una scatoletta di tonno. E che dire della proposta di matrimonio tra due icone di Guerre Stellari? La cinquantina di scatti di Radavelli è in mostra alla Pro Loco fino a domenica 7 maggio, dopo l’inaugurazione di metà aprile. L’ingresso è gratuito e, chiunque volesse, può acquistare la riproduzione delle fotografie. Veri e propri pezzi d’arte pop, in qualche caso, proprio come del resto gli stessi Lego.

Giovanni Gardani

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