Cultura

Le opere di don Laffranchi e l'iconografia religiosa rivisitata a Rivarolo Mn

Determinati quadri, in passato, vennero addirittura nascosti alla vista dei più piccoli, perché impressionanti: uno di questi ricorda la Guernica di Picasso tanto è cruento. Il volto di Cristo ritorna poi nei disegni e nei mosaici, realizzati su bozzetti di don Renato da una ditta veneta specializzata.

RIVAROLO MANTOVANO – Si chiama mostra diffusa: sì, perché a Rivarolo Mantovano, è stata organizzata da dicembre, e resterà aperta fino al 23 aprile (con proroga per il 25, 29, 30 aprile e 1° maggio) in tre diversi luoghi: la sede della Fondazione Sanguanini in piazza, la chiesa di Santa Maria Annunciata e poi, seguendo l’ideale itinerario, anche Palazzo del Bue. Ed è proprio su quest’ultimo edificio che si concentra il cuore dell’esposizione: perché è qui che Renato Laffranchi, l’autore delle opere, nacque 93 anni fa. Non è l’unica particolarità.

Renato Laffranchi, infatti, merita un prefisso: don Renato Laffranchi, per la precisione, attualmente impegnato come coadiuvante nella parrocchia dei Santi Nazaro e Celso a Brescia. Sì, stiamo parlando di un sacerdote artista, figura davvero particolare e che, a volte, per questa sua passione, e per le immagini a volte anche forti ricavate nei quadri, con varie tecniche, o nei mosaici e nei disegni, ha avuto qualche problema con la parte più rigida del mondo ecclesiastico.

Presso la Fondazione Sanguanini, come spiegano le guide Francesco Bresciani, Maria Rosa Mantovani e Lorena Madini, don Renato ha esposto i sette re, che raffigurano cioè i sette peccati capitali, realizzati con una forte componente allegorica e quasi caricaturale, oltre ai sei demoni (igneo, acqueo, terrestre, aereo, sotterraneo e notturno), che abbelliscono la sala che prende il nome dallo Stemma originario del comune di Rivarolo Mantovano qui contenuto. Opere religiose, insomma, ma decisamente non nell’iconografia classica.

Dalla Fondazione Sanguanini a Palazzo del Bue, dove la tematica diventa quella dell’Apocalisse e delle Sacre Scritture. Non mancano opere dense di colori, oppure disegni geometrici senza sfumature, riempiti di luce, mentre le immagini più propriamente sacre sono impregnate di dolore, per rendere il dramma della Passione. Il Cristo, rappresentato quasi sempre a mezzo busto e con il fiotto di sangue che esce dal costato, esprime infatti la tragicità della Crocifissione.

Determinati quadri, in passato, vennero addirittura nascosti alla vista dei più piccoli, perché impressionanti: uno di questi ricorda la Guernica di Picasso tanto è cruento. Il volto di Cristo ritorna poi nei disegni e nei mosaici, realizzati su bozzetti di don Renato da una ditta veneta specializzata, che ha inoltre concretizzato anche il desiderio del sacerdote di vedere le proprio idee esposte sulle vetrate della chiesa. Già, la Chiesa di Santa Maria Annunciata, dove don Laffranchi ha realizzato la sua personale via Crucis.

Un percorso assolutamente attuale, visto il periodo pasquale. Sono quindici le stazioni che il pittore ha voluto realizzare con la propria abilità: le quattordici classiche che ripercorrono la Passione e la Morte del Cristo più la quindicesima che don Renato, quasi contravvenendo alla forza e al sangue presente in molte delle sue opere, ha deciso di inserire con la Risurrezione di Gesù, un segnale di speranza. Nella Chiesa di Santa Maria Annunciata di Rivarolo Mantovano, in ogni caso, il percorso espositivo di don Laffranchi non si ferma alle tappe di Gesù per arrivare fin sulla croce.

Sono infatti state esposti anche altri capolavori, sempre realizzati con lo stile inconfondibile di don Renato, uno dei quali è tra i più significativi secondo lo stesso sacerdote: si chiama Signum Magnum e rappresenta la Madonna dell’Apocalisse, figura alla quale don Laffranchi è particolarmente devoto. Anche le tre vetrate che fanno filtrare luce nella chiesa sono state realizzate seguendo le idee di don Renato Laffranchi, mentre tra le opere principali, anche perché più visibili nell’edificio religioso, troviamo la Città Celeste, imponente, colorata e visibilmente simmetrica a dare l’idea della perfezione del Divino.

Giovanni Gardani

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