Clima teso in assemblea: in Auditorium va in scena lo scontro sul Busi
I toni eccitati, l’accavallarsi delle domande, molte anonime, la pesantissima accusa di far mancare addirittura i medicinali nei reparti, smentita da una infermiera presente in sala, hanno fatto perdere la misura al dibattito.
CASALMAGGIORE – La Fondazione Conte Busi sta assumendo personale presso la propria struttura ma la notizia scatena proteste e polemiche. Al punto da generare una vivacissima e a tratti nevrastenica assemblea pubblica all’interno dell’Auditorium Santa Croce, in piazza Garibaldi. A scatenare le ire dei dipendenti, il fatto che questi nuovi assunti, quattro già entrati in organico e altri sei nel prossimo futuro (tra infermieri e ausiliari) usufruiranno di condizioni economiche inferiori per l’applicazione del contratto nazionale Uneba. Una reazione sorprendente, se si pensa che normalmente le proteste e le “gelosie” si accendono nelle situazioni opposte.
Ma in questo caso viene da pensare che a muovere la protesta sia un’istinto di umana solidarietà ovviamente sollecitato dalle sigle sindacali, Uil, Cgil e Cisl tutte presenti giovedì sera. Il presidente della Fondazione, Franco Vacchelli, ex chirurgo molto noto per la sua esperienza nell’Ospedale di Casalmaggiore e a Viadana, ha iniziato la relazione spiegando le difficoltà economiche dell’Ente attualmente diretto, aggiungendo altresì che mai e poi mai avrebbe accettato un rinnovo dell’incarico. “Un giocattolo con cui mi trastullo ogni giorno e che lascio volentieri nelle mani di altri” ha ironizzato per sottolineare le difficoltà e gli scogli incontrati durante il mandato.
Dopo la veloce illustrazione del bilancio, sottoscritto poche ore prima, direttore sanitario e amministrativo hanno spiegato i costi, il funzionamento della struttura e i progetti ambiziosi in atto orientati soprattutto verso l’attenzione agli ammalati di Alzheimer con uno sportello d’ascolto rivolto anche all’esterno. Queste affermazioni ed altre affermazioni anziché soddisfare la platea hanno acceso vibranti e ancor più veementi proteste. Iniziando col dire che si stava andando verso uno spreco di risorse enormi, chiedendo di conoscere i compensi dei dirigenti, criticando i disservizi e l’esternalizzazione del servizio Lavanderia, la cessione del Centro per disabili I Girasoli sino ad accusare il medico del lavoro di non soddisfare le esigenze e le necessità dei dipendenti interni. I toni eccitati, l’accavallarsi delle domande, molte inviate via email e anonime, la pesantissima accusa di far mancare addirittura i medicinali nei reparti, smentita prontamente da una infermiera presente in sala, hanno fatto perdere la misura al dibattito organizzato dalla lista politica Il Listone.
Il tutto è sfociato alla fine in un accavallamento di interventi tra i rappresentanti del Cda con i tentativi urlati, dimenticandosi del microfono, da parte di determinati e tenaci sindacalisti, i quali non hanno voluto far mancare alla platea l’informazione circa l’importanza del loro ruolo. Ricordando ad esempio di aver salvato molte istituzioni come ad esempio la Fondazione Sospiro, soffocata da debiti astronomici. Proprio a Sospiro come in molte altre Case di Riposo – hanno ribattuto i dirigenti – sono in funzione da anni i contratti Uneba. Rapporti di lavoro indispensabili se si vuole salvare il salvabile con i bilanci condizionati dalle rette necessariamente bloccate, i costi del personale e le gestioni discutibili, a detta del Cda, delle precedenti amministrazioni.
Rosario Pisani