Ambiente

Odissea, la gatta ferita e curata dai 4 Cats, ritrova la propria famiglia dopo un mese

"Questa bellissima storia ha avuto per fortuna un lieto fine, ma molti sono i gatti che si perdono e non riescono a tornare a casa. Per questo, ci sentiamo di consigliare a tutti l'applicazione del microchip anche ai gatti".

CASALMAGGIORE – A casa, da chi ormai disperava di vederla ancora, ad un mese di distanza. Una storia a lieto fine quella di Penny, una gatta nera investita da un auto, salvata e curata da un’associazione che si occupa del benessere animale, 4 Cats Onlus, e restituita alla propria famiglia grazie al tam tam dei social che ha permesso di identificarne il proprietario.

Sono i volontari di 4 Cats a raccontarcela. “In una giornata come tante altre – spiegano – passeggiando davanti al teatro di Casalmaggiore, sul ciglio della strada viene notato un piccolo fagotto nero. Si trattava di una gattina dal pelo nero e arruffato, ferita e dolorante. Nonostante la paura, la piccola si avvicina, si lascia toccare. Forse si è rassegnata, o forse il suo piccolo cuore di micio spera di ricevere aiuto da una mano amica. A primo impatto la diagnosi non è difficile da capire, da come teneva le zampine posteriori una frattura c’era sicuramente e chi l’ha investita non si è disturbato a fermarsi”.

Capita spesso purtroppo che i gatti, soprattutto quelli meno ‘sgamati’, abituati ai confort di una casa, siano un po’ smarriti se si ritrovano fruii per strada. E fuori i pericoli sono tanti, a partire dalle autovetture. Capita poi sempre più spesso che chi li investe non si fermi neppure a prestare soccorso. “Per fortuna però, sulla sua strada – prosegue il racconto – si è trovata anche la persona di buon cuore che l’ha soccorsa, e che ha successivamente contattato Federico Genovesi, volontario dell’associazione 4 Cats Onlus, per raccontargli l’accaduto”. Decidere di intervenire, per i 4 Cats, è stato un attimo. “L’associazione si è subito mobilitata mettendosi in contatto con la clinica di Crema, che le ha prestato le prime cure, offrendo alla micina ospitalità con uno stallo casalingo presso l’abitazione della presidentessa dell’Associazione Renata Fontana, con l‘impegno di proseguire con le terapie e i controlli medici. Da Crema la gattina si è quindi spostata grazie ad una staffetta organizzata, tornando così nella zona in cui era stata spostata. Qui, nel calore e nell’amore di una casa, la piccola gattina, chiamata dai volontari Odissea, ha potuto recuperare le forze dopo le sue mille avventure, ricambiando la sua salvatrice Renata con coccole e fusa mentre le sue ossa si saldavano e ricominciava a vivere”.

Renata Fontana è la presidentessa dell’Onlus. Nella sua vita sono stati tantissimi i gatti che ha salvato, portandoli spesso a casa e curandoli. L’intuizione che Odissea (così battezzato dai volontari) avesse una famiglia e non fosse un felino di strada, era quella buona. “”Nel frattempo i volontari hanno iniziato le ricerche per scoprire se qualcuno stesse cercando la piccola Odissea: una gatta così buona ed affettuosa doveva sicuramente provenire da una famiglia! Tramite annunci, post su Facebook, passaparola tra le associazioni e veterinari, quando le speranze stavano ormai per scemare, ecco finalmente la notizia che tanto avevano aspettato: una signora aveva riconosciuto in Odissea la sua gatta scomparsa! Viene quindi concordato il fatidico incontro. L’ansia era tanta, e tante domande frullavano in testa ai volontari… ma tutte orientate alla speranza che Odissea potesse avere il suo lieto fine, e, come Ulisse, tornare a casa. Dalla porta un sussurro, “Penny… Penny…”. Odissea sgrana gli occhi nel riconoscere la voce familiare, e inizia a correre sulle zampine appena guarite. Questo momento è uno di quelli che giustificano tutte le sofferenze a cui devono assistere i volontari, quei momenti che riempiono di calore, e fanno credere che la vita a volte possa regalarci delle vere e proprie favole. La nostra Odissea aveva finalmente ritrovato la sua famiglia, che la stava cercando disperatamente da un mese. La signora Melegari aveva ritrovato la sua piccola Penny”.

Per una storia che ha un lieto fine, tante si interrompono prima, o tanti padroni, pur affezionati, non ritrovano il proprio gatto. Da qui l’associazione lancia un consiglio: “Questa bellissima storia ha avuto per fortuna un lieto fine, ma molti sono i gatti che si perdono e non riescono a tornare a casa. Per questo, ci sentiamo di consigliare a tutti l’applicazione del microchip anche ai gatti. Infatti, nel caso in cui il vostro amico a 4 zampe dovesse smarrirsi, grazie al microchip chiunque lo trovasse potrebbe risalire al suo indirizzo, evitandogli di finire malauguratamente in un gattile o colonia felina. Chiedete informazioni al vostro veterinario: è un piccolo intervento assolutamente sicuro e indolore, che può risparmiare a noi e a loro una vera e propria Odissea”.

Nazzareno Condina

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