Cronaca

San Daniele, ponte chiuso e traffico deviato nel Casalasco Ma i sindaci non ci stanno

“Abbiamo proposto - spiega Persico - di tenere aperto il ponte soltanto in un paio di fasce orarie, abbastanza ridotte ma importanti per i lavoratori, dunque di prima mattina e nel tardo pomeriggio, ma non c’è stato risposto nulla. Menefreghismo completo”.

SAN DANIELE PO – Quel ponte chiuso così a lungo proprio non va giù ai sindaci e soprattutto ai cittadini dei comuni interessati dal provvedimento. Perché due mesi possono essere pochi, ma possono pure pesare parecchio per i pendolari che, tutti i giorni, utilizzano quel comodo collegamento per recarsi principalmente al lavoro. Stiamo parlando del Ponte Verdi, al centro della questione, tanto che i sindaci di San Daniele Po Davide Persico, di Roccabianca Marco Antonioli e di Polesine Zibello Andrea Censi hanno scelto di convocare la conferenza stampa di martedì alle ore 11 direttamente sul manufatto, luogo insolito per parlare con i giornalisti e la cittadinanza, ma scelta non così astrusa, proprio per rimarcare la centralità delle difficoltà legate alla chiusura.

Il ponte Verdi, come noto, passa sopra il fiume Po e collega i territori di Parma e Cremona, ma i lavori che stanno interessando la struttura sono a carico della Provincia di Cremona. A questo ente arriverà dunque la critica, ma soprattutto arriveranno le proposte operative da parte dei tre sindaci. Sì, perché la lamentela principale non riguarda ovviamente i lavori di manutenzione, doverosi e giusti, con coinvolgimento anche del Casalasco, dato che sulle strade che portano verso Motta Baluffi, Gussola e Casalmaggiore il traffico verrà deviato in massa nei due mesi di lavori. Il punto è che, secondo Persico e i suoi omologhi dei comuni parmensi, è mancato completamente il dialogo. “Abbiamo proposto – spiega Persico – di tenere aperto il ponte soltanto in un paio di fasce orarie, abbastanza ridotte ma importanti per i lavoratori, dunque di prima mattina e nel tardo pomeriggio, ma non c’è stato risposto nulla. Menefreghismo completo”.

Da qui la decisione di ritrovarsi nuovamente, stavolta sul ponte, per annunciare altre soluzioni: dato che i lavori inizieranno il prossimo 2 maggio per un periodo di 60 giorni, non sembrano esservi altre strade percorribili se non quella di programmare, appunto, momenti in cui il traffico lungo il ponte possa essere garantito. Viceversa le migliaia di veicoli che transitano dal ponte Verdi sarebbero costretti a percorrere molti chilometri in più, per un’esigenza quotidiana e non per un capriccio, ossia per raggiungere il posto di lavoro. Non a caso alla conferenza sono stati invitati esponenti della società civile e anche delle categorie economiche: perché è anche lì, alla fine, che la partita si gioca.

Giovanni Gardani 

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