Cultura

Torricella, quel piccolo grande museo che fa invidia alla terra lodigiana...

Alcuni giorni fa un appassionato di archeologia lodigiano, Cesare Soffiantini, ha pubblicato un post sul suo profilo facebook, lamentando l’incapacità di trattenere nella sua terra quello che era l’unico museo di storia naturale della sua provincia, che sapeva richiamare le scolaresche dei dintorni. Tante sono state le condivisioni.

TORRICELLA DEL PIZZO – Spesso siamo i primi a sottovalutare le risorse di cui disponiamo. Il Casalasco negli ultimi anni ha saputo dotarsi, grazie soprattutto all’iniziativa di amministratori e di privati illuminati, di elementi di forte richiamo turistico e culturale. Gli esempi, anche senza considerare i richiami naturalistici, sono quelli di Villa Medici che ha saputo unirsi ai castelli di Torre e Casteldidone, di Castelponzone entrata a far parte dei borghi più belli d’Italia, di Casalmaggiore che sa valorizzare i musei che la carattarizzano, di Piadena che ha recentemente migliorato il museo archeologico. E poi l’antica Bedriacum a Calvatone, l’Acquario del Po a Motta Baluffi, e i due musei di Torricella del Pizzo, quello degli antichi strumenti musicali meccanici e quello di storia naturale.

Proprio una discussione che si è aperta su quest’ultimo fa comprendere l’interesse che possa avere un museo che si trova in un piccolo paese e non rappresenta ad oggi un forte richiamo. Il museo di Storia Naturale “Maria Gardoni Mosconi” è frutto di una collezione iniziata tra le due guerre, e che fino al 2008 s trovava nel Lodigiano, precisamente nell’antica canonica di Sant’Andrea, frazione di Senna Lodigiana.

Alcuni giorni fa un appassionato di archeologia lodigiano, Cesare Soffiantini, ha pubblicato un post sul suo profilo facebook, lamentando l’incapacità di trattenere nella sua terra quello che era l’unico museo di storia naturale della sua provincia, che sapeva richiamare le scolaresche dei dintorni. Il post aveva un titolo chiaro: “Perché questo museo da Corte Sant’Andrea di Senna Lodigiana si è trasferito a Torricella del Pizzo?”. Tante sono state le condivisioni, e parecchi pure i commenti raccolti. Il museo era bellissimo, afferma il testo, e Soffiantini lo visitò più volte, ospitato nell’antica canonica realizzata dai Belgioioso nel 1780. Splendido anche il contesto naturalistico che lo circondava.

Sul sito della Provincia di Lodi veniva indicato come unico del genere, grazie ad una collezione iniziata dalla famiglia Gardoni-Mosconi nel 1938, e comprende reperti fossili anche della zona del Po. Soffiantini ha visitato il museo nella sua nuova sede di Torricella, ed ha espresso apprezzamenti molto significativi sul nuovo allestimento presso l’agriturismo Torretta, definito “spettacolare, sia pur ignorato dagli interessi culturali delle istituzioni pubbliche”. L’appassionato di archeologia ha anche sottolineato il bellissimo museo Amarcord e la recente collocazione delle opere della scultrice svizzera Cristina Mazzotti. “Sono rimasto a bocca aperta – ha scritto -. Per recarmi al museo prima mi bastavano 15 km, ora oltre 70, ma quello che ritengo più mortificante è che tutto questo è stato fatto con la totale assenza di interessamento pubblico”.

Abbiamo contattato Cesare Soffiantini, ex dipendente Olivetti oggi in pensione, da decenni pittore che utilizza un’originale tecnica del pastello, e già collaboratore con la Sovrintendenza di Milano. «Nel ’99 denunciai una ditta di escavazione – afferma Soffiantini – che nel lodigiano stava distruggendo un sito archeologico. Purtroppo intervenni tardi, quando pezzi di mosaici erano sparsi dappertutto. La collaborazione con la Sovrintendenza è proseguita ed ottenni un riconoscimento ufficiale con encomio da parte del Ministero dei Beni Culturali. Tra l’altro ho provveduto a informatizzare tutti i reperti presenti nei magazzini regionali».

Perché il Lodigiano non ha trattenuto il museo di Storia Naturale? «I proprietari traslocarono da Corte Sant’Andrea perché la canonica fu ristrutturata con grossi finanziamenti statali, e per motivi anche politici la destinazione scelta fu diversa: un ostello sulla via Francigena che è sempre vuoto. Io contribuiii a far conoscere quel museo, che però sembrava desse fastidio a qualcuno. Anche le scolaresche lo visitavano».

Oggi le scolaresche si muovono ancora meno, e anche nella sua sede torricellese il museo non è visitato quanto meriterebbe. «E’ un problema generale. Io venni per una promessa fatta alla signora Gardoni Mosconi, ed ho visto un luogo splendido. Tornerò a Pasqua per conoscere la signora Mazzotti, che ha grandi ambizioni da realizzare a Torricella»

V.R.

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