Ronzzzzii sul Po, Maltraversi "Api, pronti a ripartire ma servono precise garanzie"
Ora sarà la scuola insieme all'apicoltore a fare delle valutazioni in merito. C'è tutta l'intenzione di andare avanti, a fronte di garanzie precise. E questa è già di per se una buona notizia, soprattutto per i più piccoli.
CASALMAGGIORE – Si sentiranno ancora i ronzii sul Po, quelli delle api. Che non saranno più quelli delle famiglie trafugate giovedì scorso da mani esperte e che probabilmente si stanno preparando a produrre miele per qualche apicoltore in cerca di scorciatoie mentre fiorisce l’acacia, ma di altre famiglie. Lo chiedono i bambini che tanto ci avevano lavorato e che, grazie a quel lavoro con le loro maestre si erano aggiudicate due anni fa il secondo posto del premio Chiarini. L’apicoltore Eugenio Maltraversi si è reso disponibile a ripartire, a patto che si individui un luogo, magari recintato, in cui il progetto possa proseguire. Il progetto era ‘RonZZZZii sul Po. Studio sul rapporto tra specie umana e altre specie animali volto a proporre l’incremento della presenza di api sul territorio’. “In questi giorni – scrive Eugenio, che peraltro è stato contattato anche da altre scuole delle province limitrofe intenzionate ad avviare un’esperienza simile – ho potuto constatare quante persone si sono dimostrate sensibili dopo il furto delle api della scuola. La solidarietà e l’aiuto concreto che ci è stato dimostrato mi hanno molto colpito e commosso”. Sono stati, in alcuni casi, gli stessi bambini a parlare del furto ai loro genitori e la loro delusione ha scatenato costernazione, ma pure la volontà di non abbandonare quel piccolo brillante lavoro che avrebbe portato frutti negli anni a venire. Eugenio Maltraversi è disponibile ma giustamente chiede garanzie. “Ora, a fare la differenza per la ripartenza del progetto c’è solo una cosa, trovare una postazione sicura. Il posto ideale dovrebbe essere difficilmente accessibile a i ladri, ad esempio recintato, ma non troppo vicino a i passanti (almeno 10 metri), per ovvi motivi di possibili punture”. C’è da dire, a scanso di equivoci, che le api non pungono se non disturbate, che servono accorgimenti e che l’anno scorso alcuni di loro avevano pure assistito alla smielatura in compagnia dei genitori l’estate scorsa. “Le Api – ci ha spiegato Eugenio – hanno bisogno di uno spazio davanti all’ingresso dell’arnia che sia libero, una decina di metri in cui possano prendere volo e non passi nessuno”. Anche il Comitato Slow Town, che cura l’orto sinergico, ha dato la propria disponibilità ad approntare qualcosa nel terreno di pertinenza “Che è più vicino alla strada e quindi più sorvegliato”. Ora sarà la scuola insieme all’apicoltore a fare delle valutazioni in merito. C’è tutta l’intenzione di andare avanti, a fronte di garanzie precise. E questa è già di per se una buona notizia, soprattutto per i più piccoli.
Nazzareno Condina