Cronaca

Protezione Civile salva opere d'arte a Quattrocase: ma è "soltanto" una esercitazione

Ad operare sono stati i gruppi “Il Grande Fiume” di Casalmaggiore e “Volturnia” di Gussola, oltre ad Atlante di Cremona, che è specializzato proprio nel recupero di beni culturali. Le due cascine di proprietà delle famiglie Buttarelli e Bonardi hanno di fatto rappresentato il luogo delle operazioni.

QUATTROCASE (CASALMAGGIORE) – Un’esercitazione molto particolare, che ha coinvolto tre gruppi di Protezione Civile del Casalasco e di Cremona e anche operatori del settore culturale. Questo perché, a Quattrocase di Casalmaggiore, una delle missioni previste era il recupero di patrimonio artistico in caso di evento naturale calamitoso, come un terremoto oppure, nel caso specifico della terra vicina a Casalmaggiore, una piena del fiume Po.

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Ad operare sono stati i gruppi “Il Grande Fiume” di Casalmaggiore e “Volturnia” di Gussola, oltre ad “Atlante” di Cremona, che è specializzato proprio nel recupero di beni culturali. Le due cascine di proprietà delle famiglie Buttarelli e Bonardi hanno di fatto rappresentato il luogo all’interno del quale le opere d’arte erano contenute e nel quale dunque andavano cercate, per essere ritrovate e messe al sicuro. Particolare non di poco conto: oltre ai veterani, che già negli anni scorsi avevano portato avanti questa esercitazione da Monuments Men, hanno preso parte al pomeriggio anche tanti volontari nuovi e giovani, che hanno così preso confidenza con le particolari strumentazioni utilizzate in questi casi.

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Non si tratta solo di un’operazione, per così dire, avventurosa, perché una volta che sono messi in salvo, quadri, statue o libri antichi, giusto per restare a tre esempi classici, vanno poi anche schedati e sistemati: in un gazebo piazzato a pochi metri dalle cascine, le opere vengono infatti fotografate e descritte seguendo un protocollo preciso, che consente di riportare correttamente lo stato di salute di tutto ciò che viene messo al sicuro, con relativo imballaggio in un temporaneo deposito, dove si trova un custode addetto alla sorveglianza. E’ stata comunque rimarcata l’importanza, a livello di sicurezza, prima di tutto del personale e successivamente degli oggetti, per quanto preziosi.

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Erano presenti, con i volontari, anche due esperte biologhe e due in storia dell’arte, oltre che restauratrici, mentre gli uomini e le donne che hanno lavorato sono stati divisi in tre squadre. La simulazione dell’onda di piena in arrivo nell’edificio ha consentito di riproporre la stessa situazione, con tanto di ideale count down – dato che in questi casi anche il fattore cronometro diventa decisivo – , che si verifica in caso di calamità reale. I volontari, naturalmente, si sono dati da fare pure nelle operazioni di pompaggio dell’acqua, con svuotamento in caso di alluvione grazie a motopompe ed elettropompe.

Giovanni Gardani 

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