Scuola Marconi, i piccoli traditi dai grandi. Rubate le arnie e le api del bando Chiarini
"Da qualcuno che ben conosceva cosa faceva - spiega Eugenio Maltraversi - perché un arnia con le api non può essere portata via da chi non le conosce e non sa quel che fa. Ci sono operazioni ben precise da fare"

CASALMAGGIORE – Facevano parte di un progetto legato all’attività dei più piccoli. Un lavoro che l’anno scorso si era aggiudicato il secondo posto al bando Ambiente e Territorio Umberto Chiarini. Il progetto era ‘RonZZZZii sul Po. Studio sul rapporto tra specie umana e altre specie animali volto a proporre l’incremento della presenza di api sul territorio’. Un’esperienza intensa quella delle classi terze della scuola primaria Marconi, volto a conoscere la vita delle api, a studiare la rarefazione della presenza delle stesse legato ai problemi dell’inquinamento ambientale e a proporre soluzioni, partendo dal lavoro quotidiano. Con una parte pratica realizzata grazie alla partecipazione dell’apicoltore Eugenio Maltraversi. Avrebbe dovuto proseguire e sostenersi con i proventi ricavati ogni anno dalla vendita del miele. Crescere così, come i bambini. A tradire i ‘sogni’ dei piccoli è bastata l’opera negativa dell’uomo. Le arnie del progetto infatti sono state trafugate. Tre arnie e due famiglie di api, rubate: “Da qualcuno che ben conosceva cosa faceva – spiega Eugenio Maltraversi – perché un arnia con le api non può essere portata via da chi non le conosce e non sa quel che fa. Ci sono operazioni ben precise da fare”. Le arnie erano in un’area della golena di Santa Maria ma erano visibili anche dal tratto arginale: “Era l’unico punto dove potevamo metterle – prosegue l’apicoltore – e anche il periodo scelto per portarle via non è a caso. Questo è il tempo della fioritura dell’acacia, è il raccolto più richiesto. Rubarle adesso è un investimento”. Il valore complessivo del trafugato si aggira sui 700 euro. “Fermo restando che una famiglia di api produce in media 50/60 kg di miele all’anno”. Altri 400/600 euro di miele. Un danno dunque quantificabile in oltre 1000 euro. “La scuola – racconta – non avrebbe potuto finanziare totalmente il progetto, per quello mi ero offerto di dare una mano. Il progetto serviva ad insegnare a i bambini il rispetto per la natura. Serviva un apicoltore che si prendesse cura delle api e potesse seguire tutti i processi di produzione del miele fino a i vasetti. Avevo accettato senza voler alcun compenso e regalando alla scuola due delle mie famiglie di api. Assieme ad alcune maestre e personale della scuola avevamo trovato un posto che ci sembrava idoneo per posizionare le arnie, grazie anche alla gentilezza dei proprietari della zona scelta. L’anno scorso la prima smielatura. Era già finita la scuola ma nonostante questo alcune maestre e i bambini con le loro famiglia avevano assistito all’operazione”.

Ieri il triste epilogo: “Hanno distrutto le fatiche di un anno, ma soprattutto il valore educativo che ne sarebbe derivato”. Ora il progetto si ferma. “Io a questo progetto – conclude Maltraversi – ci credo ancora e spero si riuscirà a trovare una soluzione per poterlo far andare avanti. L’ amore per la natura rende le persone migliori, le spoglia di tutte le frivolezze che la vita urbana appiccica ogni giorno. Capire che vivere immersi nei veleni ci porterà alla morte è ormai un dato di fatto. I bambini ci aiuteranno a capirlo, ma prima sono loro a doverlo imparare. Io resto disponibile, ma bisognerà trovare un luogo sicuro. I furti delle arnie e delle api, considerando il fatto che sono sempre di meno, è in aumento. Mi piaceva l’idea di un progetto come quello della scuola che potesse continuare a crescere con gli anni”. La crescita al momento si è interrotta. Difficile pensare ad una prosecuzione. Le api dei bambini non ci sono più. Decimate in natura dai prodotti utilizzati per l’agricoltura e trafugate, da mani esperte e senza alcuna pietà.
Nazzareno Condina