Casa per profughi privata a Sabbioneta, a gestirla una cooperativa mantovana
A scanso di equivoci è bene precisare che il Comune non è per niente coinvolto trattandosi dell’iniziativa di un privato. Anzi, il sindaco Aldo Vincenzi, su precisa domanda, ha risposto di esserne totalmente all’oscuro.
SABBIONETA – Ed ora anche Sabbioneta cede sotto l’urgenza e l’emergenza dei profughi e apre una casa d’accoglienza per queste persone senza domicilio. A scanso di equivoci è bene precisare che il Comune non è per niente coinvolto trattandosi dell’iniziativa di un privato. Anzi, il sindaco Aldo Vincenzi, su precisa domanda, ha risposto di esserne totalmente all’oscuro. Sabbioneta non ha una linea politica leghista ma si sa quanto i primi cittadini di qualsiasi colore siano preoccupati dell’impatto sociale che queste presenze possono creare. Eppure qualcuno ha recentemente acquistato una grande casa con molte stanze, di fronte alle mura Gonzaghesce sulla provinciale Sabbioneta Bozzolo, nei pressi dell’incrocio semaforico, riadattandola per questo scopo. Ed un regolare contratto d’affitto con una Cooperativa mantovana è stato redatto con inizio attività dal 1 maggio prossimo. Spirito umanitario o senso degli affari, sarà la coscienza di ognuno a stabilire quale che sia la ragione che spinge molti enti o associazioni a rispondere al quasi disperato appello delle Prefetture. Aprire strutture idonee ad ospitare la quantità industriale di gente in arrivo attraverso i famosi barconi che giungono dal mare, per prima cosa produce l’effetto di dare asilo a disperati e disagiati che in caso contrario sarebbero allo sbando. Abbandonati per strada o sotto i ponti con conseguenze facilmente immaginabili. Quindi molto meglio l’accoglienza sotto un tetto e tra quattro mura piuttosto che all’aria aperta. Anche perchè in tale condizioni è possibile effettuare controlli, educando e istruendo gli stranieri alla conoscenza della nostra cultura. Nel lungo elenco di strutture riadattate per questa finalità al primo posto ci sono gli Enti religiosi e non si potrà addebitare loro, fino a prova contraria, il raggiungimento di fini speculativi. Successivamente sono sorte le Cooperative per rispondere alle esigenze della nazione presentandosi ai relativi bandi con le credenziali a posto per aggiudicarsi l’ospitalità di donne, uomini e bambini in cerca di solidarietà e aiuto. D’altra parte, se l’emergenza dovesse perdurare ai ritmi attuali ogni sindaco di ciascun paese prima o poi sarebbe costretto ad assumersi una quota di rifugiati, in regola, aderendo cosi al relativo piano emanato dal Governo. Lasciando l’iniziativa ai privati i sindaci possono, per cosi dire, mettersi la coscienza a posto ed esimersi da tale obbligo.
Rosario Pisani