Terrae Fluminis, da oggi Martignana è fuori. Delusione ed inquietudine per tutti
Non è stato un cammino semplice per nessuno quello della rottura. Mano tesa, sino all'ultimo, al comune in difficoltà. Il consiglio dell'Unione ha scritto la parola fine ad un percorso. Presenti tutti i consiglieri, con l'esclusione di Marco Rossi.
GUSSOLA – Da tre a due, determinati ad andare avanti ugualmente. Anche se l’idea dell’Unione era stata coltivata insieme a Martignana, e vedeva coinvolti Gussola e Torricella. Comuni fratelli, confinanti ed adagiati al fiume, con un ampia golena a fare da confine alle acque. Che ora sono distanti. Martignana con i suoi problemi di bilancio, a vivere giorno per giorno cercando di riassestare tutto, Gussola e Torricella impegnati invece – dopo un periodo di stasi – a rimettere in moto una macchina che funziona ma sulla quale qualche ombra cala, non fosse altro per la diminuzione dei residenti e per il conseguente pericolo di contrazione dei servizi. Il Consiglio Comunale di Martignana di Po, il 17 marzo scorso, aveva deliberato il recesso dall’Unione, utilizzando la ‘scorciatoia’ elaborata nei mesi precedenti ad hoc. Non è stato un cammino semplice per nessuno quello della rottura, dopo tutto il percorso per giungere all’apparentamento e la mano tesa, sino all’ultimo, al comune in difficoltà. Il consiglio dell’Unione ha pure formalmente scritto la parola fine ad un percorso. Presenti tutti i consiglieri, con l’esclusione di Marco Rossi.
“Personalmente, ho creduto e credo nel progetto di Unione – ha spiegato in consiglio Stefano Belli Franzini – ma il Comune di Martignana di Po ha fatto la propria scelta, motivandola, ed è stata evidenziato che la situazione avrebbe destabilizzato il processo di Unione. Nello stesso tempo però mi chiedo come faccia Martignana di Po, nel momento in cui dichiara di non poter garantire i trasferimenti all’Unione, ad assicurare il mantenimento dei propri servizi, considerato che, con l’Unione, si sarebbe attuato un trasferimento dei servizi dai singoli Comuni, appunto, all’Unione, che ne avrebbe garantito la gestione associata tra gli enti. L’Unione avrebbe potuto essere una soluzione, una mano tesa che i Comuni di Gussola e Torricella del Pizzo avrebbero offerto al Comune di Martignana di Po, al quale è stata prospettata una via d’uscita o, comunque, un aiuto, secondo un principio di solidarietà. che era alla base del desiderio degli Amministratori. Questo, purtroppo, è venuto poi a mancare, in quanto, se la volontà politica, sancita dagli atti che i Comuni hanno adottato e sottoscritto, viene meno, è logico che si va a precludere il percorso di condivisione nel quale tutti avevano creduto e per il quale tutti si sono spesi, facendo lavorare, in modo serio e considerevole, gli uffici, che si sono presi a carico anche le situazioni che sono via via sorte, facendo vere e proprie “corse” per giungere a modificare lo Statuto dell’Unione, in modo tale da tutelare le comunità ed i cittadini”.
Non nasconde la delusione e la preoccupazione il presidente dell’Unione: “Vivo quanto accaduto come una sconfitta, dal punto di vista politico, perché, anche se il progetto di Unione è stato salvaguardato ed andrà avanti, pur con una revisione delle idee iniziali, gli Amministratori si sono spesi con le rispettive comunità ed avrebbero potuto creare un ambito ottimale di circa 5.400 abitanti ed una struttura che avrebbe potuto essere garanzia di mantenimento, in futuro, dei servizi, mentre questa scelta pone, ora, ai Comuni di Gussola e Torricella del Pizzo, che rimarranno in Unione, una visione differente, rivedendo le ambizioni ed i progetti iniziali. Si sarebbe potuto partecipare al bando sicurezza, mentre, purtroppo, viste le scelte fatte da Martignana di Po, si è dovuto rinunciare, in quanto non si poteva andare ad impegnare, economicamente, l’Unione, quando non si sapeva da quali enti sarebbe stata ancora formata; dunque, questa è stata un’occasione persa per tutto il territorio, non solo per Gussola o per Torricella del Pizzo, ma anche per Martignana di Po, anche perché, recentemente, nei Comuni e nelle Unioni limitrofe, i fondi sono arrivati e proprio le Unioni sono state premiate, mentre i singoli enti non sono stati premiati. L’Unione era un buon inizio del progetto che le Amministrazioni si erano prefissate di realizzare, il primo segnale grazie al quale le comunità avrebbero lavorato unite”.
Il comune di Martignana ha portato le proprie motivazioni del recesso. Motivazioni lette sempre da Belli Franzini al consiglio: “La situazione economico finanziaria del Comune di Martignana di Po sul quale, per l’anno 2017, gravano sanzioni per il non rispetto del Patto di Stabilità 2013; vista la nota integrativa al bilancio di previsione 2017/19 a firma del Responsabile del Servizio Finanziario, allegata alla deliberazione di approvazione dello schema di bilancio 2017/19 approvato con deliberazione di Giunta comunale n. 8 del 9.03.2017; dato atto che a causa del ritardato invio della certificazione del Patto di Stabilità 2014, gravano sul comune di Martignana di Po ulteriori sanzioni; preso atto delle sanzioni sopra esposte, l’Ente potrebbe non essere in grado di garantire il pagamento dei trasferimenti da versare all’Unione Terrae Fluminis; che l’Ente, avendo innalzato le aliquote tributarie al massimo nelle annualità precedenti, e avendo azzerato, dall’anno 2017, le indennità al Sindaco e agli Amministratori, l’Ente potrebbe non essere in grado di reperire le entità per fare fronte ai trasferimenti da erogare per l’annualità 2017 all’Unione Terrae Fluminis; considerato che tale situazione potrebbe comportare un nocumento finanziario all’Unione Terrae Fluminis, e quest’ultima potrebbe non ricevere dall’Ente tutti i trasferimenti che le spettano al 31.12.2017; che l’Amministrazione non intende in alcun modo arrecare un danno finanziario all’Unione Terrae Fluminis; esprime la volontà di recedere dall’Unione Terrae Fluminis”.
E’ stato poi il turno del sindaco di Torricella, “Il Presidente – ha spiegato Emmanuel Sacchini – ha ben ed ampiamente illustrato il percorso che ha portato all’odierna seduta consiliare. La delusione c’è, non era questo l’obiettivo che gli Amministratori si erano posti. La scelta del Comune di Martignana di Po è una scelta forte, che gli Amministratori di quell’ente hanno preso, senz’altro, nella consapevolezza delle possibili conseguenze. Mai, da parte dei Comuni di Gussola e Torricella del Pizzo, è stata ventilata o sollecitata l’uscita del Comune di Martignana di Po dall’Unione. Questa scelta, che non condivido ma rispetto, è avvenuta con tempi che lasciano molto perplesso, poiché, considerando il Sindaco Gozzi e gli Amministratori persone assolutamente intelligenti e consapevoli, dubito che qualcuno potesse ignorare, nei mesi immediatamente precedenti il gennaio 2017, comunque nel mese di dicembre 2016, quando è stato attuato il trasferimento di tutte le funzioni all’Unione con deliberazioni dei Consigli Comunali, che si sarebbero potuti verificare dei problemi tali per cui qualche ripercussione si sarebbe potuta avere anche nella gestione di un percorso a tre in Unione, essendo peraltro nota la situazione non certo florida dei bilanci di Martignana di Po. Era stata anche fatta una proposta e prospettata una soluzione, sia da parte della componente tecnica, sia da parte della componente politica, che avrebbe potuto consentire al Comune di Martignana di Po un percorso all’interno dell’Unione, percorso che, essendosi anche il Consiglio Comunale di Martignana di Po espresso tre mesi prima, si riteneva potesse essere condiviso e ritenuto valido. Non mi spiego perché solo tre mesi fa, quel Consiglio Comunale si sia espresso a favore di quel percorso, pur essendo già nota la situazione finanziaria del Comune di Martignana di Po. Qualcosa che non ha funzionato c’è stato e che ciò che non ha funzionato non sia è imputabile alla macchina, che, anzi, ha iniziato a lavorare “a spron battuto”, grazie all’impegno dei dipendenti che hanno cercato di garantire, nonostante tutte le difficoltà, un servizio preciso e puntuale, con sacrifici che sono stati di tutti gli enti e non solo del Comune di Martignana di Po, poiché i disservizi non si sono verificati solo a Martignana di Po, ma anche negli altri Comuni, e sono stati disservizi funzionali ad una fase di riorganizzazione che, per forza di cose, doveva prevedere qualche intoppo, con uno stravolgimento radicale dell’assetto, conseguito al fatto di gestire non più un Comune singolo, ma un territorio, con personale che le Amministrazioni hanno messo a disposizione di questo territorio. Mi rifiuto di credere che la motivazione possa essere stata quella di qualche disservizio che si è creato e che, inevitabilmente, si doveva verificare, cosa che tutti dovevano sapere, perché di ciò gli Amministratori avevano ampiamente ragionato. Essendo nota, ormai da tempo, la situazione del Comune di Martignana di Po, con pronunciamenti anche della Corte dei Conti, non si può dire che si decide di uscire perché si ritiene che la situazione del Comune di Martignana di Po arrecherà, probabilmente, danno. Si sapeva che, probabilmente, qualche difficoltà vi sarebbe stata, volentieri, gli enti avrebbero gestito tali difficoltà insieme: la parte politica aveva dato piena disponibilità per questo e c’erano gli strumenti, che sono anche stati illustrati. La scelta di Martignana di Po è stata poi quella di recedere dall’Unione. Col cuore avrei personalmente votato no alla proposta di recesso e su questo ho avuto un confronto anche con i Consiglieri di Torricella del Pizzo, dal quale è scaturito che anche costoro, d’impatto, avrebbero votato no, ritenendo che tale scelta, anche per i tempi con cui è stata fatta, è poco rispettosa del lavoro fatto sia da parte politica, sia da parte tecnica; gli incontri fra Amministratori sono stati tanti e non è vero che non si è parlato, anzi si è parlato a lungo, di tutto il percorso, poi si è data un’accelerata finale per le ragioni che sono già state esposte dal Presidente dell’Unione. Le scelte sono sì libere, ma devono essere coerenti. Abbiamo poi votato sì perché abbiamo ritenuto che questo percorso avrebbe fatto perdere tempo e risorse, anche economiche. Si sono perse delle occasioni importanti e non si vuole perderne altre”.
Anche Sacchini ha espresso preoccupazione per il domani. E poi a Torricella vi saranno le elezioni: “I rappresentanti del Comune di Torricella del Pizzo voteranno sì alla proposta di recesso del Comune di Martignana di Po, con l’auspicio che si possa, da qui in avanti, riprendere a lavorare per costruire e progettare, cosa che, inevitabilmente, non è stato possibile fare negli ultimi tre mesi, buttati, attraverso un percorso che sarà ripensato. Torricella del Pizzo avrà una pausa perché vi saranno le elezioni amministrative, quindi il progetto sarà ripreso e chiaramente rivisto, perché perde gran parte del suo senso politico di gestione di un territorio, in quanto, se dal punto di vista della normativa l’Unione è a posto, perché Gussola è quattro volte Torricella del Pizzo e ricorre la condizione per essere in deroga ai 5.000 abitanti, il percorso deve essere un altro, l’obiettivo deve e vuole essere ripensato. Mi auguro di non trovarmi più di fronte ad una situazione del genere, e comunque ho fatto tesoro di tutto quanto successo”.
Il Presidente dell’Unione ha ringraziato l’Assessore Sacchini per la passione con la quale ha spiegato tutto il lavoro che è stato svolto e le sensazioni che sono state vissute negli ultimi mesi. “Per inciso, dal momento che si rincorrono sempre voci e dicerie – ha spiegato Belli Franzini – ritengo giusto chiarire la situazione ed auspica che venga detta la verità dei fatti: Gussola e Torricella del Pizzo hanno offerto, in più di un’occasione, il proprio aiuto al Comune di Martignana di Po ed una proposta percorribile all’interno dell’Unione. Questa è la realtà che voglio che emerga e non, purtroppo, altre ricostruzioni prospettate per cercare di salvare non si sa che cosa, perché anche qui si esige coerenza ed il coraggio di assumersi le proprie responsabilità e di portare avanti le decisioni prese fino in fondo, ritenendo che ciò sia dovuto nel rispetto di tutti gli Amministratori che hanno lavorato seduti attorno ad un tavolo. La struttura ha fatto un lavoro eccezionale. Era stata definita una proposta di distribuzione del personale fra i diversi servizi da erogare sui tre enti, con un vamtaggio riconosciuto al Comune di Martignana di Po, che, al momento, ha solo due dipendenti impiegati negli uffici amministrativi, mentre, grazie all’Unione, avrebbe beneficiato di una gestione dei servizi completamente differente. La volontà di organizzare i servizi c’era, mentre non c’era la volontà di penalizzare alcun ente o di accentrare tutto nel Comune di Gussola; tutt’altro, c’era la volontà di portare avanti un progetto che, adesso, dovrà essere rivisto. Assicura che questo sarà fatto, poiché c’è la fiducia in un metodo di amministrazione che non guardi più solo al proprio “campanile”, ma che abbia una visione più ampia”.
Il Presidente ha poi dato lettura delle “Considerazioni del Responsabile del Servizio Finanziario”, poste a conclusione della nota integrativa allo schema di bilancio di previsione finanziario 2017/2019 approvato dal Comune di Martignana di Po e che, qui di seguito, integralmente si riportano. Un documento pesante: “Facendo seguito a quanto già segnalato dalla Sezione Regionale della Corte dei Conti con proprie deliberazioni si evidenzia ancora il continuo ricorso all’anticipazione di tesoreria peraltro non restituita alla data del 31.12.2016 per € 49.465,54 come evidenziato dalla verifica di cassa trasmessa dal Tesoriere comunale e che ad oggi risulta in essere. Alla stessa data si rilevano debiti liquidi ed esigibili per complessivi € 111.369,95 riferiti a fatture emesse da fornitori dell’ente entro il 30.11.2016 e non saldate. Si aggiunga inoltre mail del 07.03.2017 con cui il Consorzio Casalasco dei Servizi Sociali di Casalmaggiore comunica la situazione creditoria e debitoria dell’ente da cui risulta, a detta data, un mancato versamento di fondi di circa € 30.000,00. La circostanza per cui l’ente non riesca validamente a far fronte ai propri debiti liquidi ed esigibili, cosiddetta difficoltà per ragioni finanziarie sia pur relativamente alla gestione della cassa, costituisce comunque un importante campanello di allarme in quanto i deficit di cassa sono spesso conseguenti a problematiche “di competenza”. Il bilancio di previsione 2017/2019 è stato redatto sulla base delle informazioni che il responsabile del servizio finanziario ha acquisito tramite le scritture contabili e attraverso gli atti assunti dall’ente. Con nota prot. n. 146 del 07.02.2017 ha richiesto al responsabile del servizio finanziario in carica fino al 31.12.2016: Elencazione analitica dei residui attivi e passivi risultanti alla data del 31.12.2016 con l’indicazione del motivo che ne ha determinato l’accertamento/impegno per l’anno 2016 o il mantenimento a bilancio per gli anni 2015 e precedenti; Deliberazioni/Determinazioni relative all’assunzione di impegni pluriennali adottate nell’anno 2016 e precedenti con imputazione delle spese agli esercizi finanziari 2017 e seguenti. La predetta nota non ha avuto riscontro. In data odierna con nota prot. 843/2017 acquisita al protocollo dell’Unione dei Comuni “Terrae Fluminis”, il sindaco, nonché responsabile del servizio finanziario fino al 31.12.2016, del Comune di Martignana di Po ha attestato l’inesistenza di passività pregresse e l’inesistenza di debiti fuori bilancio alla data del 31.12.2016. La predisposizione degli schemi di bilancio 2017/2019 ha necessariamente dovuto tenere conto della quota di ripiano del disavanzo di amministrazione di € 50.000,00 per l’anno 2017 e di € 50.000,00 per l’anno 2018 così come deliberato dal Consiglio Comunale con proprio atto n. 3 del 16.01.2016. A tale onere in data 22 febbraio 2017 si sono aggiunte le decurtazioni del Fondo di Solidarietà Comunale 2017, per effetto delle sanzioni per il mancato rispetto del patto di stabilità interno relativo all’anno 2013 per € 47.198,97 e all’anno 2014 per € 27.400,00 comunicate tramite decreto del Direttore centrale della Finanza Locale sempre in data 22 febbraio 2017. Il rispetto dei vincoli di finanza pubblica ha imposto uno sforzo importante di contenimento della spesa corrente, unitamente ad una politica di contrasto all’evasione fiscale come uniche strategie possibili per poter raggiungere un equilibrio di bilancio. Per quanto riguarda le politiche contenitive della spesa corrente si è reso necessario azzerare le voci di indennità al sindaco e agli assessori nonché rideterminare al ribasso alcune poste relative ad affidamento di servizi (es. spese per pulizie palestra, spese gestione biblioteca). D’altro canto, considerato il trasferimento di tutte le funzioni all’Unione “Terrae Fluminis”, è stato indispensabile inserire nella spesa corrente il trasferimento di fondi per l’utilizzo da parte del comune del personale degli altri enti facenti parte dell’Unione in considerazione dell’esiguo organico presente nel Comune di Martignana di Po. È infine molto importante sottolineare che una prima analisi dei residui attivi, soprattutto di parte corrente, evidenzia la necessità di pianificare una importante riduzione delle poste attive; azione che determinerebbe un notevole incremento del disavanzo di amministrazione rispetto al 2015 rendicontato in € 131.008,63. Al momento, per quanto risulta alla scrivente, detta analisi quantificherebbe provvisoriamente una eliminazione di residui attivi pari ad € 300.000,00 riferiti in particolare a mancate entrate tributarie ovvero a sovrastime delle stesse: IMU anni 2015/2016 € 130.000,00 TARI anni 2013 e 2014 € 40.000,00 TASI anni 2015/2016 € 80.000,00 IMPOSTE /TASSE ARRETRATE TARSU anno 2014 € 50.000,00. In un simile contesto si ritiene pertanto che gli squilibri strutturali del bilancio non siano superabili con le misure ordinarie previste dagli artt. 193 e 194 TUEL, rendendo necessario valutare strumenti straordinari che l’ordinamento contabile mette a disposizione quali la procedura di riequilibrio pluriennale. Alla luce delle risultanze sopra esposte e delle considerazioni evidenziate si ritiene che la proposta di bilancio, redatta in tempi strettissimi per ragioni di urgenza richieste dall’amministrazione, avrebbe dovuto essere formulata e predisposta dopo la deliberazione del riaccertamento ordinario dei residui al fine di una esatta cognizione dell’effettiva consistenza dei residui con la conseguente determinazione del risultato della gestione. Altro elemento fondamentale, la cui consistenza ad oggi non è definita, è il trasferimento all’Unione, in aggiunta alle spese del personale, delle quote dei servizi generali che saranno calcolate e richieste in sede di verifica degli equilibri dell’Unione, previa approvazione dei criteri di ripartizione della spesa per ogni funzione trasferita”.
Il Consigliere di maggioranza Pier Luigi Franchi, presa la parola, ha ribadito il concetto di responsabilità, nel senso che, per l’Amministrazione comunale di Gussola, politicamente, il progetto dell’Unione era una delle strategie fondamentali che sono state messe in atto, fa parte delle linee di mandato ed è stata perseguita in maniera trasparente e condivisa, essendo un progetto politico nel quale l’Amministrazione ha creduto e nel quale continua a credere, perché l’Unione andrà avanti, seppur in modo incompleto. Prende atto del fatto che, ovviamente, il progetto politico non è più condiviso dal Comune di Martignana di Po, che ha fatto una scelta molto forte ed, a questo punto, ritiene che ognuno si debba prendere le proprie responsabilità, per le scelte fatte, soprattutto nel rispetto dei cittadini che rappresenta, senza che vi sia alcuna ombra od opacità.
E’ poi stato il turno del sindaco di Martignana Alessandro Gozzi: “Le motivazioni del recesso del Comune di Martignana di Po sono quelle espresse nella deliberazione del Consiglio Comunale del 17 marzo scorso. La lettura della nota integrativa allo schema di bilancio di previsione finanziario 2017/2019, redatta dal Responsabile del Servizio Finanziario dell’Unione, dà un quadro abbastanza disarmante e preciso della situazione dell’ente, tale da giustificare il recesso. In merito alla questione dei tempi con i quali è maturata la decisione di recedere dall’Unione, questione sulla quale si è soffermato il Sindaco del Comune di Torricella del Pizzo, c’è stato già modo di confrontarsi negli incontri fra Sindaci e che era stato detto che, anche se poteva essere non coerente o inaccettabile, la proposta di recesso immediato era diretta a fare in modo che non si andasse avanti e non si arrecasse danno. Al di là dell’amarezza, lo sconfitto vero resta il Comune di Martignana di Po, che si porta dietro il carico del problema di bilancio, che è emerso ancor di più con l’ingresso in Unione”.
Il Capogruppo di minoranza Nicolò Mangoni, presa la parola, ha dato lettura dell’intervento messo agli atti di seduta. Questa la versione integrale: “Gentili Sindaci e Consiglieri, considerando il momento al quale siamo purtroppo arrivati, ritengo doveroso rendere pubblico il mio pensiero in qualità di rappresentante del gruppo di minoranza del Comune di Gussola. Oggi è un giorno parecchio nuvoloso per la nostra comunità, costretta a subire decisioni frettolose e permettetemi incomprensibili. Mentre i Sindaci di Gussola e Torricella hanno espresso la loro delusione e la loro amarezza, il mio stato d’animo non riesce ad essere diverso da quello di una persona completamente arrabbiata, anche se dovrei utilizzare altri vocaboli per rendere più limpida l’idea. Oggi non solo viene cestinata una scelta costruita brillantemente con il tempo, nata qualche anno fa con tentativi di discussione dalla precedente Amministrazione Chiesa e maturata correttamente in questi ultimi mesi, ma si gioca sulla pelle dei cittadini. E questo è inaccettabile. L’Unione dei tre Comuni è nata con una cornice perfetta: basti pensare, infatti, che la minoranza di Gussola, ma penso di potermi esprimere anche per quella di Torricella, hanno da sempre condiviso questo percorso, evitando di rallentare i lavori attraverso polemiche inutili e fuori luogo. Discorso diverso per la minoranza di Martignana, estraniatasi autonomamente, come se il futuro della propria comunità non fosse di loro competenza. Decisione per carità legittima, ma priva politicamente di buon senso. Vi erano, dunque, tutte le basi per poter lavorare bene e raggiungere obiettivi importanti. Si è preferito, invece, interrompere inspiegabilmente questo percorso, gettando al vento energie e tempo di coloro i quali in questo progetto hanno dato tanto credendoci davvero. Ma soprattutto si è giocato con le persone, a partire dagli amministratori, senza dimenticare i dipendenti comunali che hanno messo in moto la struttura. La considero una grave mancanza di rispetto verso coloro che lavorano in questa struttura e che oggi vedono tutto il lavoro svolto quotidianamente tramutarsi in fumo per futili capricci politici. Ricordiamoci tutti che come amministratori noi siamo di passaggio, mentre i dipendenti passano una vita qui dentro. Le motivazioni che ci portano ad essere qui oggi non mi interessano, semplicemente perché si arrampicano sugli specchi senza fortuna. Come se la situazione economica e finanziaria del Comune in questione sia nata improvvisamente, cambiando drasticamente dalla sera alla mattina seguente. Spiace dover constatare questo, proprio da chi aveva chiesto, in occasione del primo Consiglio, e mi riferisco al Consigliere di maggioranza del Comune di Martignana, la massima trasparenza da parte della Giunta. Ingenuo forse io a non capire che la trasparenza politica va pretesa esclusivamente dagli altri. Bene ha fatto, invece, il Consigliere Scaroni, nel precedente Consiglio, a chiedere quale sia il piano B di Martignana. Spero ottenga una risposta, almeno maggiormente convincente rispetto alle motivazioni precedenti. Guai se qualcuno avesse il coraggio di affermare che questo non ci riguarda. Cari Consiglieri, cari Sindaci, quando si decide di entrare all’interno di una Unione di Comuni c’è la necessità di mettere da parte il metodo di lavoro utilizzato fino al giorno precedente, passando da una visione puramente comunale ad una di più ampio raggio. Comunque, indipendentemente da quali saranno i prossimi passi da parte del Comune uscente, la priorità per il gruppo di minoranza del Comune di Gussola è in questo momento salvaguardare la propria comunità, già duramente colpita da questa scelta insensata. Ai Sindaci Belli Franzini e Sacchini chiedo di mettere da parte la delusione che comprensibilmente nutrono, per valutare al meglio ogni strada da intraprendere. Si presenteranno ora tante possibilità, sicuramente diverse da quella che stavamo affrontando. Starà a voi, che rappresentate principalmente questa Unione, ma anche a tutti noi, non farci trovare impreparati, reggere il danno subito e ripartire da protagonisti. Con fiducia e serietà, quella serietà che è mancata in quest’ultimo tempo”.
L’uscita è stata poi votata all’unanimità. Resta il senso d’amarezza. Martignana va avanti – con enormi difficoltà – da sola e per scelta. Con la politica del giorno per giorno prospettata dallo stesso sindaco Gozzi nell’ultimo consiglio comunale di Martignana di qualche giorno fa. La situazione è pesante. Ma, al di là delle dichiarazioni, la situazione resta nebulosa anche per Terrae Fluminis che ora dovrà riassestarsi e pensare e progettare in maniera diversa. Certo, senza più la situazione pesante di bilancio di Martignana da portarsi dietro ma anche con la consapevolezza che si è modificato il margine di manovra, così come spiegato da Sacchini, adesso che si è scesi sotto le 5000 unità. Il futuro di Martignana resta piuttosto incerto. Quello di Terrae Fluminis prosegue, con qualche preoccupazione in più ma con lo stesso entusiasmo.
Nazzareno Condina