Cronaca

Madre e figlio laureati insieme Lei con una tesi su Chiarini: "Per Umberto serve laurea ad honorem"

"Sento parlare di laurea ad honorem a Vasco Rossi, a grandi chef, e persone dello spettacolo. Ci sta tutto, per carità. Ma credo che il territorio casalasco debba unirsi per chiedere una laurea ad honorem, anche se purtroppo postuma, per Umberto Chiarini, per tutto quello che ha fatto: se la merita, eccome".

PARMA/CASALMAGGIORE – Può una mamma non partecipare alla proclamazione di laurea del proprio figlio? Beh, se l’impegno è quello di Valeria Vicini, allora decisamente sì. Tuttavia all’Università di Parma hanno capito la situazione e hanno fatto in modo che tutto si compisse e si incastrasse alla perfezione.

La storia di Valeria Vicini e del figlio Leonardo Ranieri è davvero particolare: non l’unica in Italia (un paio di casi analoghi sono stati registrati), ma comunque è merce rara. Perché madre e figlio, il 20 marzo scorso, si sono laureati a Parma lo stesso giorno. “Io in Giurisprudenza con specializzazione in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali – spiega Valeria – mio figlio invece in Architettura: anche le sedi erano diverse. Lui si è laureato al Campus e io in centro presso l’aula dei Cavalieri e dei Filosofi. Alla fine hanno fissato la sua proclamazione alle 9 e la mia discussione in tarda mattinata: sono stati molto gentili e siamo riusciti ad essere presenti l’una alla laurea dell’altro e viceversa”.

Con marito (e padre) al seguito, ovviamente, pronto a immortalare momenti che non si dimenticano. Già, ma chi è Valeria Vicini? Nata a Fossacaprara, frazione di Casalmaggiore, e trasferitasi a Sissa dopo il matrimonio, ha ancora la residenza nel comune casalese, tanto che è tornata per ristrutturare casa. E’ stata, fino al settembre 2016, dirigente amministrativa dell’Istituto Diotti e Marconi di Casalmaggiore. E allora, perché laurearsi dopo la pensione? “Mi ha spinto mio marito, ma in realtà gli studi sono iniziati prima: ho chiuso il ciclo di 24 esami proprio durante il mio impegno alla Diotti e alla Marconi, dunque da studentessa-lavoratrice. Io da giovane ho studiato Pedagogia, ho vinto anche il concorso poi sono finita nell’amministrazione scolastica. In realtà ho una grande passione per la politica e così alla fine mi sono rimessa in gioco. E’ stato come tornare giovane”.

C’è un altro aspetto che lega Valeria al territorio casalasco. “La mia tesi è stata su Umberto Chiarini, descritto come profeta di civiltà in tutte le sue istanze ambientaliste e non solo. Era mio vicino di casa quando abitavo a Fossacaprara e conosco bene il figlio Damiano e la moglie Maria Luisa Manfredi. Lui ha dato tutto al nostro territorio, io credo sia giusto restituirgli qualcosa: così nel mio piccolo ho provato a farlo, studiando le sue battaglie, il suo insegnamento e ho intervistato le persone che più gli sono state vicine. E’ stato un segnale del destino: Umberto si laureò proprio nell’Aula dei Filosofi, come me. Mi è parso di avergli fatto un regalo, o almeno spero che lui da lassù così possa interpretarlo”.

Una ricerca puntigliosa, passata anche dalla biblioteca Mortara. “Devo ringraziare Sandra Furini e Santina Maldotti della biblioteca casalese perché mi hanno sostenuta e appoggiata: il minimo che potessi fare era lasciare alla Mortara in dono una copia della mia tesi e così è stato”. Ma la mission di Valeria non si ferma alla sua laurea. “Sento parlare di laurea ad honorem a Vasco Rossi, a grandi chef, e persone dello spettacolo. Ci sta tutto, per carità. Ma credo che il territorio casalasco debba unirsi per chiedere una laurea ad honorem, anche se purtroppo postuma, per Umberto Chiarini, per tutto quello che ha fatto: se la merita, eccome, per il segno che ha lasciato da precursore e faro. Sarei onorata se questa mia tesi fosse una sorta di viatico per avanzare questa richiesta. Peraltro accennerò la cosa al rettore dell’Università Loris Borghi, col quale ho costruito un bellissimo rapporto: mi ha mandato un messaggio bellissimo prima della mia laurea ed è una persona seria, che prenderebbe in considerazione la nostra richiesta. Ma va fatta con forza, dai giornali, alle istituzioni, alle associazioni, tutti insieme per Umberto”.

Non vorremmo mettere in disparte Leonardo, ma mamma Valeria ha un po’ rubato la scena. “No, affatto – spiega Valeria – . Certo, laurearsi a 23 anni è decisamente nella norma. Lui è stato molto bravo perché doveva essere proclamato ad aprile, invece è riuscito a chiudere con un mese di anticipo, dando gli ultimi due esami con un grande sforzo. Sapevamo che i giorni a disposizione nel calendario accademico per discussione e proclamazione era il 20 e il 21 marzo. Alla fine è uscito il 20, per entrambi: e grazie alla segreteria dell’Università siamo riusciti ad essere presenti, entrambi, a tutti e due gli appuntamenti. Anche se mio marito avrebbe comunque filmato tutto, perché una giornata così chi se la scorda?”. Già, e se per un 23enne è tutto normale, per Valeria è un traguardo straordinario. Ottenuto a che età? “Non ve lo dico: non si chiede a una signora – scherza – . E, in ogni caso, sono ringiovanita, quindi non saprei cosa rispondere”.

Giovanni Gardani

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