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Pisarev incanta il Comunale con il Gran Coda Fazioli E pianoforte non resterà solo...

Massimo Araldi ha svelato che il Maestro Giacomo Zani, dopo la propria Villa, intende donare al comune anche il suo pianoforte ad oggi utilizzato nella casa di Milano, e che dunque già dal prossimo 3 luglio, data di inizio del Festival 2017, sarà a disposizione della rassegna.

CASALMAGGIORE – Un pianoforte tornato a risuonare, come nuovo, dopo i lavori di restauro finanziati nei mesi scorsi dagli Amici del Casalmaggiore International Festival. E un pianoforte “fratello”, sempre un Gran Coda ma in questo caso di produzione tedesca, che presto verrà donato proprio alla città casalese e al Festival stesso.

La grande novità è stata lanciata, sul finale del concerto, da Massimo Araldi, ex sindaco e ora colonna dell’International Festival, il quale ha svelato, tra la sorpresa anche degli stessi amministratori presenti (il sindaco Filippo Bongiovanni e l’assessore alla Cultura Pamela Carena), che il Maestro Giacomo Zani, dopo la propria Villa, intende donare anche il suo pianoforte ad oggi utilizzato nella casa di Milano, e che dunque già dal prossimo 3 luglio, data di inizio del Festival 2017, sarà a disposizione della rassegna. “Sarebbe bello realizzare duetti con i due pianoforti” ha spiegato Araldi, immaginando ad esempio Georgy Tchaidze e la figlia di Andrey Pisarev, già uniti nella vita (sono sposati), affiancati pure nella composizione di melodie con questi leggiadri strumenti.

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Oltre i sogni (realizzabili), vi è però stata molta concretezza: perché il concerto di sabato sera a Teatro Comunale, con oltre 200 spettatori presenti, ha anzitutto dimostrato che, con il giusto sacrificio, pure economico, tutto si può recuperare. Anche il Gran Coda Fazioli F278, che diede il La all’International Festival nella sua prima edizione del 1997 inaugurato proprio a Teatro dal compianto Maestro Mario Delli Ponti. Oltre l’atto concreto, a farlo risuonare e a consentire di emozionarsi e volare con la fantasia è stato il decano del Conservatorio di Mosca Andrey Pisarev, che con Casalmaggiore ha intessuto ormai un rapporto decennale molto stretto. E’ tornato spesso, a più riprese e negli anni, in città perché docente del Festival e pare essersi divertito molto quando, eseguendo i capolavori di Beethoven e Chopin prevista nel programma, ha riscosso gli applausi del pubblico, la richiesta di bis e, assieme, ha notato spettatori non “cattedratici” o ieratici, bensì trascinati e dunque trascinanti. Insomma, un grande esperienza, totalizzante. Il ricavato, peraltro, aiuterà gli stessi Amici a rientrare dalla cospicua spesa (quasi 18mila euro) investita per restaurare lo strumento.

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Il concerto, durato dalle 21 alle 23, ha vissuto alcuni intermezzi: dai saluti degli Amici del Festival Angelo Porzani e Massimo Araldi all’intervista da parte del giornalista Marco Bazzani all’ingegner Paolo Fazioli, fondatore della nota casa di Sacile, numero uno in Italia (e tra le migliori al mondo) quando si tratta di produrre pianoforti: Fazioli ebbe il coraggio di sfidare il monopolio tedesco e proprio sulle origini della sua professione, e sui successivi sviluppi, si è concentrata l’intervista.

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Fazioli è stato omaggiato dal sindaco Bongiovanni con un libro che ricorda la storia di Casalmaggiore, città dove è tornato ancora una volta (era presente anche al famoso concerto inaugurale del 1997 già citato); Pisarev, invece, ha ricevuto dall’assessore Carena un volume con gli scatti fotografici della pianura padana e dei suoi paesaggi inimitabili da parte del fotografo Luigi Briselli. Sul palco reale, oltre a Fazioli, Bongiovanni e Carena, era presente anche Luisa Bellini, professoressa della classe del Polo Romani che ha seguito, nella mattinata di sabato, dunque alla vigilia del concerto, una lezione da parte del musicologo Vittorio Rizzi e di Giuseppe Romanetti, direttore artistico del Teatro, proprio sul pianoforte Gran Coda protagonista della serata e, insieme, sul concerto andato in scena. Gli studenti del Romani presenti a teatro, non a caso, hanno confermato che la musica classica non è un’arte ingessata come molti pensano: ma può interessare e stimolare fantasia e risposte attive anche da parte dei più giovani.

Giovanni Gardani

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