Cronaca

Perizia suppletiva su ippocastano: l'Orlando da furioso a possibilista

"Quella pianta è sana e va curata, spero di trovare il perito giusto che spieghi come. E la spesa non dovrebbe essere neppure ingente, poiché si tratta di una sola pianta, non di un intero bosco"

CASALMAGGIORE – La notte porta consiglio. E soprattutto porta il sopralluogo dell’ufficio tecnico sul luogo – la fine di via Trieste – dove si trova l’ippocastano a rischio abbattimento. Un sopralluogo che – lungi dall’essere stato risolutivo – ha portato ad un confronto Orlando Ferroni, Francesco Ruberti e l’Ufficio tecnico del comune. La perizia del tecnico incaricato parla chiaro “Ma spesso – sottolinea Ferroni – le perizie sono fatte al minimo del rischio. E’ più facile tagliare che curare. Con questo non voglio dire che il tecnico incaricato non sia un professionista e non abbia fatto il lavoro come andava fatto, ma a logica un tecnico non si prenderebbe mai la responsabilità di fronte al pur minimo segno di qualcosa che non va perché tagliare è sempre risolutivo e solleva dalle responsabilità a prescindere”.

La notte, dicevamo, porta consiglio ed è un Orlando Ferroni più meditabondo e riflessivo quello alzatosi dal letto stamattina, rispetto all’Orlando Furioso e incatenato di ieri. Anche perché una strada per provare a salvare quella pianta c’è: “Farò fare un’altra perizia a mie spese. Voglio che qualche esperto mi dica come curare quella pianta e che reali pericoli esistono. Ci tengo a sottolineare che l’ulteriore perizia non andrà ad invalidare quella che già c’è: spero che dia soltanto alla giunta, l’ultima che poi dovrà decidere, un’altra strada d’intervento. Poi sarà la stessa giunta a decidere il da farsi, avendo però davanti le due opzioni. La ferita al tronco fu fatta quando il muro fu costruito, ma la si può curare con antiparassitari e fungicidi specifici. Quello che è certo è che l’apparato radicale é ben saldo al terreno e spinge. Non c’è problema di instabilità: le radici sono salde ed in profondità. Ha sopportato di tutto, pure il tentativo di sabotarla perché lì lo spazio doveva essere del muro, ha preso pure la malattia degli ippocastani dal fiore bianco, ma ha retto il colpo, basterà guardarla tra poco quando sarà tutta fiorita. Quando fu fatto quel muro e fu messo il cancello la pianta c’era già. Furono tagliate parte delle radici per far spazio al manufatto ma quella pianta ha resistito pure a questo. La natura è più forte di qualunque mano dell’uomo che tenta di sabotarla. Se la pianta la si può curare quella pianta potrà restare lì, dove è adesso e se qualcuno di quelli che abitano nell’ultima palazzina e per uscire dal cancello dovrà fare una manovra in più la farà”.

Orlando Ferroni è particolarmente grato ad un altro membro della maggioranza, e ci tiene a sottolineare che il sindaco in tutto questo ha fatto sin ora quel che doveva essere fatto: “Io mi metto nei suoi panni, e capisco Filippo Bongiovanni – continua Ferroni – perché se sul suo tavolo arriva una perizia in cui si dice di abbattere, non ha molte opzioni. Mi arrabbierei se non accettasse un’ulteriore perizia, se non fosse accettata un’ulteriore possibilità. Ma così non è stato. Il taglio per ora è bloccato e devo ringraziare anche il consigliere Francesco Ruberti per la sensibilità dimostrata sulla questione: ha capito quello che gli chiedevo e mi ha dato una mano. Avrebbe pure potuto non farlo, ma lo ha fatto”.

Sino a 10 anni fa la sensibilità era minore da parte di tutti. “Oggi – aggiunge Ferroni – anche la stampa contribuisce a sviluppare maggior controllo sulle questioni ambientali e spinge le amministrazioni a fare le cose con più attenzione, vagliando le altre possibilità se ci sono. Un tempo si decideva e si faceva. Adesso e fortunatamente c’è il rischio che qualcuno ne scriva”. Arriverà alla fioritura la pianta: “Quella pianta è sana e va curata, spero di trovare il perito giusto che spieghi come. E la spesa non dovrebbe essere neppure ingente, poiché si tratta di una sola pianta, non di un intero bosco”. Anche Arcangelo Pirovano, che per anni e per professione si è occupato di apparati arborei, sostiene la stessa tesi. “Sicuramente si può potarla e metterla in sicurezza, se si riduce la velatura fogliare non potrà mai diventare pericolosa, al limite si possono pure fare delle protesi antispaccamento del tronco e non sono per niente costose”.

Resta la spada di Damocle della relazione in mano all’amministrazione, ma anche la possibilità di vagliare una strada alternativa al taglio. E’ già un motivo per rendere l’Orlando pacato e libero da catene e una speranza per un prolungamento di vita per un esemplare di 50 anni che ha avuto l’unica sfortuna di incappare nelle mani improvvide dell’uomo.

Nazzareno Condina

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