Nel cuore del Burkina Faso, la missione umanitaria di Amurt con De Cillis e Zani
"Nonostante la crescita lenta del Burkina Faso - spiegano i volontari - quello che ci fa partire speranzosi è il constatare un ruolo sempre più affermato delle donne la cui operosità ed il sacrificio sono linfa vitale per lo sviluppo e la crescita di questo Paese".
VIADANA/BURKINA FASO – Polvere e anima. Se il paesaggio del Burkina Faso, in Africa Occidentale, è arido ed ostile, la sua popolazione è al contrario profonda ed ospitale. Impossibile rimanere indifferenti, non lasciarsi coinvolgere dalla grande anima di questo popolo del deserto e dalle sue innumerevoli problematiche. Una missione umanitaria dell’associazione Amurt Italia Onlus è in pieno svolgimento: obiettivo del viaggio, oltre a monitorare l’avanzamento dei progetti sostenuti negli ultimi anni, è quello di raccogliere dati e necessità da sostenere economicamente in futuro.
Acqua, agricoltura, educazione scolastica, importanza del ruolo della donna: basi fondamentali per garantire un futuro migliore a migliaia di persone, ma che purtroppo continuano a soffrire un’endemica carenza di mezzi, di organizzazione, a volte di mentalità. Negli ultimi anni, inoltre, anche il fenomeno dei cambiamenti climatici è diventata una vera e propria piaga. Le stagioni delle piogge non seguono più il loro corso naturale e le siccità durano diversi anni consecutivi, distruggendo coltivazioni e creando carestie.
Cosimo De Cillis, presidente della sezione di Amurt Viadana, insieme al fotografo Erberto Zani, si trovano da una decina di giorni nella “terra degli uomini integri”. Il viaggio li sta portando a vivere in stretto contatto con le popolazioni locali, mangiando il cibo offerto loro con generosità ed assaporando il lento trascorrere del tempo dormendo nei villaggi sotto un suggestivo cielo di stelle.
A Bissiri, 50 chilometri dalla capitale Ouagadougou, da anni Amurt ha avviato un progetto di riforestazione ed agricoltura biologica dove si coltiva il tangelo, un delizioso frutto locale, e la moringa, pianta dalle innumerevoli doti mediche. Grazie allo straordinario impegno del referente locale Dada e all’inesauribile forza delle donne locali, vero cuore e spina dorsale di una società legata a tradizioni rurali arcaiche, si iniziano a vedere miglioramenti concreti. Nel villaggio la onlus italiana ha costruito una scuola secondaria, ora frequentata da 148 alunni: prossimo obiettivo sarà la realizzazione di un collegio che possa ospitare bambini provenienti da villaggi molto lontani, privi di strutture scolastiche.
Viaggiando su piste sabbiose a bordo di un pick up carico di provviste di prima necessità e medicinali da distribuire, i volontari hanno visitato i remoti villaggi di Kied Pologo, Kari, Oueguelga e Wonrobgo, dove hanno documentato fotograficamente, per la prima volta, la profonda arretratezza dovuta soprattutto ad una mancanza di accessibilità all’acqua, base primaria per ogni sviluppo, sia agricolo che educativo. A Kied Pologo, “la nuova porta”, si cercherà di realizzare una cisterna a caduta che permetterà un’irrigazione dei campi piu’ estesa ed efficiente. A Tamso, hanno poi raccolto l’incredibile storia di un villaggio formato da 60 persone non vedenti che dal 2000 cerca di autogestirsi e che ancora attende un riconoscimento dal governo centrale. Il villaggio, sorta di esperimento unico nel suo genere e nato quasi per caso, sta attirando persone con deficit visivo da tutto il Burkina.
Come riconoscimento per l’importanza del lavoro svolto in questi anni e la presenza sul territorio burkinabè, i volontari Amurt sono stati invitati a Ouagadougou a partecipare alla conferenza sull’utilizzo del fagiolo Mung, legume ad alto tasso nutritivo e particolarmente adatto per le aree rurali del Burkina: durante il convegno, a cui sono intervenuti giornalisti delle maggiori testate nazionali, Cosimo De Cillis ed Erberto Zani hanno incontrato Jean Charles Dei, rappresentante FAO, Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, Hong Chen, ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese di Taiwan e Larlé Naaba, capo e figura politica tra le più influenti del Paese.
“Nonostante la crescita lenta del Burkina Faso – spiegano i volontari – quello che ci fa partire speranzosi è il constatare un ruolo sempre più affermato delle donne la cui operosità ed il sacrificio sono linfa vitale per lo sviluppo e la crescita di questo Paese. La missione umanitaria prosegue ora alla volta del Togo che sarà raggiunto con un viaggio in autobus di oltre 20 ore”.
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