Mercato del sabato in crisi, Bocchi (Guareschi): "Così non si può andare avanti"
Naturalmente il popolo del web si è diviso tra chi chiede all'amministrazione di intervenire e rimpiange il passato e chi solleva l'amministrazione da ogni responsabilità. "Questo - spiega Bocchi - è un problema del paese"
CASALMAGGIORE – La crisi del mercato del sabato diviene oggetto di discussione e di scontro sul web. Sabato scorso l’appuntamento tradizionale del commercio ambulante cittadino ha toccato il punto più basso mai raggiunto. Un mercato, quello del terzo comune della provincia, che tra stalli vuoti e gente si è svuotato tanto da apparire come nelle foto scattate sabato da Paolo Bocchi, il titolare di abbigliamento Guareschi che già tempo fa aveva chiesto che si intervenisse con progetti per riqualificare un appuntamento che ormai attira poco. La richiesta di chiarimenti è diretta all’amministrazione. “Così – scrive Bocchi – si presentava questa mattina il mercato di Casalmaggiore, tra i 30/35 stalli vuoti, ormai abbiamo toccato il fondo, Amministrazione per voi è tutto ok?”. Naturalmente il popolo del web si è diviso tra chi chiede all’amministrazione di intervenire e rimpiange il passato e chi solleva l’amministrazione da ogni responsabilità. “Questo – prosegue Bocchi – è un problema del paese il mercato è parte della storia di Casalmaggiore è un momento della vita sociale di una comunità il problema andrebbe affrontato con competenza buona volontà e creatività e credo che qualche risultato si otterrebbe. Tra l’altro esiste anche una commissione preposta”.
Un problema serio per come è vissuto dal commercio locale. Pochi gli appuntamenti in grado di fare da traino alle attività del centro, poche le iniziative estemporanee in grado di attrarre pubblico e se il mercato resta quello che è adesso, anche considerando i rientri dalle ferie, neppure il più importante anche per continuità, serve a qualcosa. I due mercati cittadini, quello del giovedì e quello tradizionale del sabato si sono a poco a poco svuotati di banchi e significato. C’è la crisi, l’avanzata cinese, ci sono meno ambulanti di un tempo, magari pure qualche influenza in ballo. Ci sono le tasse, le cessioni di licenza, i pensionamenti, le responsabilità passate e trapassate. Ma i commercianti – alla luce di una situazione che va peggiorando – chiedono all’amministrazione progetti di rilancio e sostegno. Al comune adesso passa la patata bollente di studiare qualcosa di concreto. “A Casalmaggiore – chiude Bocchi – le varie amministrazioni che si sono susseguite in questi anni a mio parere non hanno mai avuto una visione lungimirante del Commercio cioè hanno lasciato che le cose andassero per il loro verso senza interventi per sostenerlo, non e’ questione di destra o sinistra, semplicemente se un’amministrazione ha a cuore le sorti del paese deve impegnarsi quando le cose non funzionano il mercato penso vada tutelato, gestito e sostenuto perché è un bene di tutti e così non si può andare avanti”.
Il sindaco Filippo Bongiovanni, chiamato in causa, dà una spiegazione: “Gennaio e settembre – dice il primo cittadino – sono i mesi in cui i titolari del posteggio fanno le ferie. È in corso a livello nazionale per ogni mercato un bando per la riassegnazione dei nuovi posteggi, tuttavia alcune associazioni hanno convinto il governo a bloccare la cosa con una proroga. Un mercato va bene per il numero dei venditori che ci sono? Per come è sistemato? O per il rapporto qualità prezzo della merce che si vende?” si chiede e chiede al commerciante. Altra spiegazione la dà il consigliere Francesco Ruberti: “Non và dimenticato inoltre che in queste mattine c’è molto freddo e la gente non esce volentieri, perciò i commercianti a volte preferiscono non uscire perché muovere un mezzo e spese varie non conviene. Non dimentichiamoci che sono lì per vendere e portare a casa la pagnotta come è loro diritto e diritto di tutti”. Il problema resta comunque aperto.
Una possibile strada d’intervento la propone Chiara Mina: “In altri paesi so che l’organizzazione dei mercati e stata affidata ad agenzie specializzate che garantiscono non solo la copertura dei posti ma anche una qualità dell’offerta. Qualcuno forse ha qualche notizia in più? Queste agenzie tengono anche ottimi rapporti con i commercianti del luogo organizzando eventi che consentano di trarne un vantaggio comune tenendo magari aperti anche i negozi non solo di abbigliamento ma anche altri per un offerta di pasti, spuntini e menu locali. Forse potrebbe essere una strada. Discutiamone se pensate ne valga la pena”.
Nazzareno Condina