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Lavoro duro, storie, sorprese e commozione: così Vaia è stato Boss in Incognito

Camuffato da Ilario Ferrari, 50enne operaio di un’azienda di biciclette (“sembri Messner” ha commentato uno degli amici nel make over), Vaia è stato sottoposto a cinque prove, ciascuna con un dipendente diverso. FOTOGALLERY

RIVAROLO DEL RE – Lavoro, qualche discussione, sentimenti e grandi sorprese: questo, in estrema sintesi, il concentrato di emozioni vissuto martedì sera davanti ai teleschermi seguendo la puntata di “Boss in incognito” che, come annunciato in settimana, ha avuto come protagonista Costantino Vaia, direttore generale del Consorzio Casalasco del Pomodoro. La trasmissione di Rai 2, condotta da Nicola Savino, ha dapprima presentato l’azienda casalasca, con impianti a Rivarolo del Re ma anche nella campagna parmense e piacentina, capace di produrre 550mila tonnellate l’anno, per un fatturato di 250 milioni di euro, del cosiddetto oro rosso. Ventimila i punti vendita solo per ricordare Russia e Stati Uniti, come è stato precisato, e una diffusione capillare in ben 57 nazioni, sparse sui cinque continenti, per un totale di 1380 dipendenti. Ogni linea produttiva, è stato spiegato, conta 200mila pomodori.

Costantino Vaia si è dapprima presentato, partendo dagli albori e ricordando il proprio percorso professionale, quando per mantenersi, su spinta anche del padre, decise di darsi da fare con la campagna del pomodoro. Da lì l’amore per l’azienda di Rivarolo del Re e l’occasione, a 31 anni, definita da Vaia come “un treno che passa una volta sola”, di passare alla direzione generale. Nel cosiddetto make over, ossia lo spazio in cui il boss si presenta con il nuovo look, studiato per non renderlo riconoscibile ai suoi dipendenti, Vaia ha incontrato alcuni amici come Linda, Giovanna e Andrea, che hanno ricordato la sua propensione alla leadership, molto umana, e nel tempo libero l’amore per la bicicletta e il tennis.

Camuffato da Ilario Ferrari, 50enne operaio di un’azienda di biciclette (“sembri Messner” ha commentato uno degli amici nel make over), Vaia è stato sottoposto a cinque prove, ciascuna con un dipendente diverso. Ai cinque prescelti è stato detto che Ilario Ferrari partecipava sì a un gioco televisivo, nel quale però doveva scambiarsi il lavoro, per una settimana, con un altro impiegato/operaio. Da qui la richiesta di seguire il “novellino” passo dopo passo. In primis Vaia ha avuto a che fare con Sandro, 40enne di origine foggiana, che presso lo stabilimento di Fontanellato ha aiutato il fantomatico Ilario Ferrari nella pallettizzazione manuale, incassando di fatto gli scatoloni di passata pronti ad essere smerciati sui vari carrelli. “Un disegno con uno schema sarebbe gradito” ha spiegato Ferrari, mentre Sandro, dopo avere sottoposto Vaia a un lavoro “che di solito fanno in tre operai”, nella pausa ha raccontato la propria storia, ricordando la malattia del figlio, per fortuna risolta dopo numerosi problemi e interventi.

Nella seconda sfida Vaia si è spostato a Cerreto Landi, seguito da Pier Giorgio, padre di famiglia, che ha chiesto a Ilario Ferrari di “pedalare forte in mezzo ai campi”, ossia di lavorare più velocemente. “Vedi il lato positivo: è un lavoro faticoso, ma sei in campagna, all’aria aperta e questo è un privilegio” ha sottolineato il tutor. Vaia/Ferrari, che ha confessato di essere tornato indietro 30 anni, è stato infatti impegnato nella raccolta del pomodoro, prima a mano, ripulendo le piante dalle impurità e poi con il nastro della macchina. “Quando vedo la mia famiglia a tavola, per qualcuno è una piccola cosa, ma per me è una ricarica” ha spiegato Pier Giorgio, il quale ha detto di voler aiutare i suoi figli a studiare, non avendo potuto egli stesso, da giovane, proseguire a scuola per problemi economici.

A quel punto la sorpresa è stata fatta a Vaia, che ha tenuto un videodiario per ogni giornata di attività: la sera del secondo giorno di prova, infatti, le giocatrici della Pomì Lucia Bacchi, Giulia Gibertini, Carmen Turlea, Lauren Gibbemeyer, Imma Sirressi e Lucia Bosetti hanno fatto visita al dg del main sponsor del team di pallavolo e, prima di buttare Vaia, letteralmente, in piscina, e di regalargli il pallone autografato della Champions, hanno letto un messaggio di stima per Vaia stesso, incitandolo a proseguire nella sua sfida.

Che è arrivata al terzo atto col turno di notte, a Gariga di Podenzano, dove Ilario Ferrari è stato seguito da Rita, una donna nigeriana molto simpatica e diretta. “Tutti sono pagati allo stesso modo, dunque tu devi lavorare come me, altrimenti il capo ti manda a casa” ha spiegato Rita, che ha spesso invitato Vaia/Ferrari a fare più in fretta. L’ambiente, molto caldo, ha spinto Vaia a dissetarsi ad ogni occasione utile, tanto che lo stesso direttore generale ha poi confessato che quello era il lavoro più faticoso che avesse mai svolto. Rita, dal canto suo, ha spiegato il suo legame con la terra natia “dove mi piacerebbe tornare qualche volta”, e ha più volte rimarcato l’importanza del duro lavoro, scoperta grazie alle sue umili origini. “Se potessi fare anche di più, lo farei, perché soltanto 100 euro in più per il mio paese in Nigeria sono oro”.

Nella quarta sfida Ferrari/Vaia è tornato a Fontanellato, dove ha incontrato Marcello, tutor 30enne che si è sempre sentito, come ha confessato, molto sottovalutato sul posto di lavoro e che, dopo avere aiutato il finto apprendista nel lavaggio dei pomodori e nel controllo dei nastri trasportatori all’aperto, ha detto chiaramente a Vaia, naturalmente sempre nascosto dietro il travestimento, di sentirsi un po’ stretto e di volere una mansione diversa. “Ho una laurea in Scienze dell’Educazione e mi sarebbe piaciuto entrare nel settore risorse umane dell’azienda. Qui però vogliono solo risultati, ma se alle persone non dai soddisfazione è dura” ha ripetuto Marcello. Questi ha pure spiegato che il lavoro al Consorzio è dignitoso, “ma speravo in un altro ruolo”. Dopo una telefonata ai piani alti per prendere informazioni su Marcello, Ferrari/Vaia è passato alla quinta sfida, quella degli inscatolamenti.

Qui il finto apprendista ha lavorato con Antonella, che ha svelato come nella pesatura spesso finisca qualche grammo in più di polpa rispetto a quanto indicato nella confezione. Antonella ha poi ricordato la propria storia: siciliana e con la madre malata, dopo avere viaggiato spesso verso Bologna per aiutare la madre stessa, ha imparato la bellezza del sacrificio, scoprendo la felicità nella guarigione della congiunta. Dopo di che è stato tempo di passare al verdetto, per ciascuno dei cinque concorrenti, convocati al quartier generale di Rivarolo del Re per comunicazioni importanti e urgenti. Tanta tensione, per ciascuno di loro, e poi la rivelazione: il finto Ilario Ferrari era in realtà il loro boss.

Vaia ha recitato inizialmente un’altra parte, quella del duro, un po’ con tutti. Dopo di che è andato tutto liscio con Antonella, Sandro e Rita, premiati alla grande per le qualità umane e professionali esaltate dallo stesso Vaia: ad Antonella è stato consegnato un contratto di assunzione a tempo indeterminato e una cucina, desiderio espresso dalla donna; a Sandro invece uno scatto al livello superiore con adeguamento dello stipendio, oltre a un modellino di una nave da consegnare al figlio, che nascondeva però in realtà una crociera nel Mediterraneo in regalo per tutta la famiglia; con Rita, molto spaventata, Vaia non è nemmeno riuscito a fingere rabbia o risentimento: a lei sono andati un prolungamento del contratto di lavoro e dieci biglietti aerei per la Nigeria, per tornare a trovare la famiglia “ogni volta che tu senta questo desiderio, anche con marito e figli”, oltre a una donazione per il villaggio della stessa Rita.

E con Marcello e Pier Giorgio? Nel primo caso Vaia ha messo alla prova il giovane. “Tu hai il diritto di parlare, ma devi informarti bene su come stanno le cose, perché la nostra azienda investe da sempre nei giovani e l’età media di 40 anni lo dimostra”. Marcello, molto spigliato, ha ribadito il suo pensiero, senza ripensamenti (“dico sempre quello che penso, molto schiettamente”) e poi è stato messo di fronte a una scelta. Un contratto di un anno con la mansione già svolta, oppure un contratto più breve, di soli tre mesi e senza rassicurazioni sul rinnovo, ma nell’Ufficio Risorse Umane, come desiderato? Marcello ha scelto il secondo, prendendosi il plauso di Vaia. “Hai dimostrato che le tue lamentele non erano aria fritta. Tenevi davvero a questo posto, legato senza dubbio a quanto hai studiato e alla sua laurea. Bravo”.

Per quanto concerne Pier Giorgio, l’uomo è stato messo un difficoltà quando Vaia ha rivelato un sms che lo stesso Pier Giorgio aveva mandato alla produzione del finto programma sul fantomatico “scambio di lavoro” al quale Ilario Ferrari aveva detto di partecipare: “Mi dispiace per voi ma avete puntato sul cavallo sbagliato. Sin dalla stretta di mano si capisce che non abbiamo a che fare con un guerriero” era scritto nel messaggino. Vaia ha fintamente rimproverato Pier Giorgio per le troppe battute sul posto di lavoro, dopo di che però ha rivelato di essere stato molto contento di questo approccio, perché il tempo passa più velocemente e anche la calura si è fatta sentire meno. “Sei un grande lavoratore, dai sempre il massimo e lo fai pensando sempre alla tua famiglia”. A questo punto Vaia ha regalato a Pier Giorgio un particolare carrello, desiderato da tempo dallo stesso uomo, come Vaia ha appurato parlando con i colleghi, e soprattutto due borse di studi per i figli. Pier Giorgio ha inoltre ricevuto un videomessaggio dal terzo figlio, il più grande, che aveva aiutato il padre a pagare il mutuo per la casa. “Non sono riuscito invece a fare nulla per la sua, di casa” si era rammaricato Pier Giorgio. Il figlio, nel videomessaggio, lo ha invitato a non sentirsi più in colpa, suscitando la commozione di Pier Giorgio che ha concluso con un “ci si sente in Paradiso”, prima di un grande abbraccio, condiviso anche dagli altri concorrenti, al Boss in Incognito Costantino Vaia.

Giovanni Gardani

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