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Basket Oglio Po e Walter Parazzi, le strade si dividono dopo nove anni

"È solo un momento di crescita, come un ragazzo che si stacca dalla propria famiglia per poter fare un’esperienza in un altro posto, ma avendo sempre, nel cuore e nell’anima, l’identità basket Oglio Po, che era, è e resterà la mia famiglia"

12036875_1626849274255336_7683066392331911582_nCASALMAGGIORE – Dissapori tra mister e dirigenza. Succede spesso, in ogni società, che le strade si dividano. Ma la cosa fa più rumore se a dirsi addio (o forse arrivederci) sono un mister che da nove anni guida la baracca e una società nata per far giocare quegli atleti che di rado trovano posto in altre squadre. Walter Parazzi e il basket Oglio Po si sono salutati dopo nove anni. “Diversità di posizione con la presidenza. Non voglio entrare nel dettaglio, dico solo che una società dovrebbe sempre sostenere la posizione del proprio allenatore e se così non è non resta che andarsene”. Walter Parazzi non è mai stato un mister comune. Vulcanico, estremamente preparato nella sua materia, un ‘motivatore’, ha sempre fatto del basket una fede e del gioco aggressivo un sistema per superare le differenze tecniche con gli altri team. Ha messo, negli anni, in crisi squadre tecnicamente più forti proprio contando sull’anima della squadra, sul collettivo. L’ultimo messaggio del mister resta comunque una lettera di profondo amore nei confronti della società che ha guidato per nove anni. “Ho pensato molto – spiega Parazzi – se finire la lettera di ringraziamento al basket Oglio Po con un addio o un arrivederci. Mi sono venute in mente, come in un film, tutte le immagini dei miei 9 anni e devo ammettere che, anche se ho vissuto periodi di frustrazione e di incazzature nel mio percorso visivo, in mente ho ripercorso solo momenti positivi. Sono affiorati in me solo ricordi piacevoli, che hanno mutato il mio stato d’animo. Ci vorrebbe un’enciclopedia per descrivere tutti i momenti belli, tutte le sensazioni e le emozioni che ho vissuto. Il mio compito non è solo stato quello di allenare una squadra, ma anche quello di dare un’identità ben precisa, al di là dei risultati tecnici. Alla fine, credo di essere riuscito nel mio compito. Alla fine, sono arrivato alla conclusione che non è né un addio, né un arrivederci. È solo un momento di crescita, come un ragazzo che si stacca dalla propria famiglia per poter fare un’esperienza in un altro posto, ma avendo sempre, nel cuore e nell’anima, l’identità basket Oglio Po, che era, è e resterà la mia ‘famiglia’. Li lascio per visioni differenti ma sicuramente non alla deriva visto che sono a 10 punti con una partita da recuperare e tutto un girone di ritorno da disputare. Grazie a tutti”. A prendere in mano la squadra subito dopo le dimissioni Fabio Ferroni, il presidente. Nove anni però non si dimenticano. Soprattutto alla guida di un’armata Brancaleone in cui sono spesso cambiati i soggetti in campo, mai l’energia e la motivazione di mister e di tanti che sono scesi a dare battaglia sotto canestro.

Nazzareno Condina

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