13.000 mq di golena occupati abusivamente a Casalmaggiore Guardia Finanza li sequestra
Il responsabile, in assenza di titolo concessorio, sarà tenuto allo smantellamento e ripristino dell’area, al pagamento comunque dei canoni che avrebbe dovuto pagare qualora fosse stato autorizzato, per un importo di oltre 50.000 euro, aumentato fino al 40 % a titolo di sanzione.
CASALMAGGIORE – Il 26 gennaio i finanzieri della componente navale della Compagnia di Cremona hanno sottoposto a sequestro un’area golenale di 13mila metri quadrati, situata a Casalmaggiore lungo il fiume Po, destinata allo stoccaggio di merci trasportate via acqua ed alla lavorazione dei materiali inerti.
L’area demaniale in questione, per la quale non può essere rilasciata la prevista autorizzazione, da parte dell’Agenzia Interregionale per il fiume Po, in quanto area golenale con determinati vincoli di insediamento, è stata occupata abusivamente da una società operante nel settore dei calcestruzzi. La stessa è stata individuata in occasione delle ricognizioni effettuate lungo il fiume Po, per contrastare il fenomeno delle escavazioni e occupazioni abusive in zone demaniali nonché per rilevare eventuali violazioni in materia ambientale. Alle operazioni ha partecipato, fornendo fattivo apporto, un elicottero della Sezione Aerea di Varese che ha sorvolato l’area consentendo di individuare esattamente la superficie occupata. La componente aeronavale del Corpo, agendo in modo integrato con il Reparto territoriale, è un presidio essenziale nel contrasto ai traffici illeciti in vari settori. Il servizio è stato svolto in collaborazione con l’A.I.P.O.
Le Fiamme Gialle cremonesi, nella suddetta area, hanno rilevato la presenza di numerosi macchinari pesanti, anch’essi sottoposti a sequestro, in grado di prelevare e lavorare ingenti quantitativi di materiale inerte dal letto del fiume Po. Il responsabile, in assenza di titolo concessorio, sarà tenuto allo smantellamento e ripristino dell’area, al pagamento comunque dei canoni che avrebbe dovuto pagare qualora fosse stato autorizzato, per un importo di oltre 50.000 euro, aumentato fino al 40 % a titolo di sanzione.
L’attività, svolta in collaborazione con l’A.I.P.O., è stata effettuata, coerentemente con uno degli obbiettivi strategici del Corpo, al fine di reprimere quelle forme di illeciti o di evasione dei tributi che alterano le regole del mercato e che danneggiano pertanto chi queste regole le rispetta. In questa circostanza il rispetto della legalità è ancor più sentita per un’area interessata al progetto “Po Grande”. Quest’ultimo, che coinvolge 5 Province e 50 Comuni appartenenti a due Regioni, Lombardia ed Emilia Romagna, è finalizzato alla candidatura della Media Valle del Po come patrimonio MaB (Man and Biosphere) dell’UNESCO.
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