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Devicenzi pronto a fare storia: il 13 maggio primo disabile a tentare la 24 ore su pista

Mai prima d’ora Devicenzi aveva compiuto qualcosa di straordinario su pista, accontentandosi, si fa per dire, di stupire il mondo su strada: la scalata alla Manali Leh e soprattutto la Parigi-Brest-Parigi, 1200 km percorsi per la prima volta d’un fiato da un atleta con disabilità.

MARTIGNANA DI PO – L’impresa adesso ha una data e un’ora precise. Segnatevele sul calendario, perché tra il 13 e il 14 maggio al Velodromo di Montichiari verrà scritta una piccola grande pagina di storia sportiva a livello mondiale. E tutto grazie ad Andrea Devicenzi. Un’impresa, la 24 ore, della quale già avevamo parlato in anteprima ma senza una collocazione temporale precisa, circa la quale Andrea ha sciolto finalmente le riserve, e che tutto sommato rappresenta una novità nel pur lungo ed entusiasmante curriculum dell’atleta paralimpico di Martignana di Po.

Mai prima d’ora infatti Devicenzi aveva compiuto qualcosa di straordinario su pista, accontentandosi, si fa per dire, di stupire il mondo su strada: la scalata alla Manali Leh e soprattutto la Parigi-Brest-Parigi, 1200 km percorsi per la prima volta d’un fiato da un atleta con disabilità e nella fattispecie con una amputazione subita a 17 anni dopo un brutto incidente in moto. Tappe di una carriera decisive anche per convincere la UMCA, la federazione mondiale delle ultramaratone di ciclismo, ad accogliere la richiesta di Andrea: il record della 24 ore che Devicenzi fisserà partendo dalle ore 18 del 13 maggio e arrivando, appunto, alle 18 del 14 maggio, un domenica, non è mai stato tentato prima d’ora da un atleta disabile, dunque essendo il primo, Devicenzi avrà la certezza di ottenere il primato.

Tuttavia non era scontato che la prova venisse ritenuta valida o presa in considerazione. Con la benedizione dell’UMCA, che ha riconosciuto meriti sportivi e amore per le grandi distanze all’atleta di Martignana, proprio scorrendo la sua carriera, ecco che invece il passaggio, formale ma decisivo, si è compiuto. “Apro una nuova strada allo sport disabili e questo è il traguardo più bello, anche più importante del record in sé” ha commentato Andrea. Che, come detto, in ogni caso farà primato, a patto di arrivare al traguardo della 24 ore. Conoscendolo, tuttavia, c’è da scommettere che dall’inizio alla fine, correndo contro se stesso, Devicenzi (che vuole percorrere la fatidica quota di 500 km) non si accontenterà di un atto dimostrativo. Perché uno come lui, è scritto nel Dna, dà sempre il massimo comunque.

Giovanni Gardani

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