Processo Aemilia: il caso di Minelli, da aspirante pizzaiolo a Viadana a spacciatore
Kostantinos Minelli, 23enne di origine greca ma residente proprio nel comune mantovano, è infatti stato sentito nella giornata di mercoledì presso il Tribunale di Reggio Emilia, spiegando il percorso “professionale” al quale è stato sottoposto.
REGGIO EMILIA/VIADANA – Emerge un nuovo particolare inquietante, anzi una vera e propria storia nella storia, dall’inchiesta Aemilia che tocca da vicino la città di Viadana. Kostantinos Minelli, 23enne di origine greca ma residente proprio nel comune mantovano, è infatti stato sentito nella giornata di mercoledì, spiegando il percorso “professionale” al quale è stato sottoposto: doveva infatti sostenere uno stage per imparare a divenire pizzaiolo ed è divenuto uno spacciatore, su proposta di Pasquale Riillo, uno degli imputati all’interno del processo Aemilia.
Condannato con il rito abbreviato il ragazzo greco ha spiegato di avere conosciuto Riilo proprio nella pizzeria viadanese dove aveva iniziato il proprio stage. L’interrogatorio, tenutosi nel Tribunale di Reggio Emilia e condotto da Enrico Ciero, pm della direzione distrettuale antimafia di Bologna, ha così rivelato, mediante le risposte di Minelli, che “nel locale in cui lavoravo qualcosa non andava, dato che i coltelli erano sporchi di hashish e alcune conversazioni erano più che sospetti”. Poi la proposta di Riilo e la decisione del ragazzo di accettare, finendo però nei guai. Degli affari legati al traffico di droga del sodalizio emiliano, ha parlato poi il maresciallo dei carabinieri di Modena Guido Costantino, secondo testimone ascoltato nella giornata, dedicata proprio al fenomeno dello spaccio di droga, toccato sin qui solo marginalmente dall’inchiesta.
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