Cronaca

Origine ed etichettatura: la Coldiretti di Voltini vince la battaglia del grano

“E’ una importante vittoria, frutto dell’azione di Coldiretti, che sulla battaglia per l’origine in etichetta non ha mai allentato la presa" sottolinea Paolo Voltini, presidente di Coldiretti Cremona

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CREMONA – L’etichettatura di origine obbligatoria per il grano usato per produrre la pasta risponde all’esigenza di smascherare l’inganno del prodotto estero spacciato per italiano in una situazione in cui un pacco di pasta su tre contiene grano straniero senza che i consumatori possano saperlo. È quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nell’esprimere apprezzamento per lo schema di decreto che introduce l’indicazione obbligatoria dell’origine del grano impiegato nella pasta condiviso dai Ministri delle Politiche agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda e inviato, secondo procedura, alla Commissione Europea. “Si tratta di un provvedimento fortemente sostenuto dalla Coldiretti per garantire maggiore trasparenza negli acquisti e fermare le speculazioni che hanno provocato il crollo dei prezzi del grano italiano al di sotto dei costi di produzione”, ha affermato Moncalvo. In pericolo – precisa Moncalvo – non ci sono solo la produzione di grano e la vita di oltre trecentomila aziende agricole che lo coltivano, ma anche un territorio di 2 milioni di ettari a rischio desertificazione e gli alti livelli qualitativi per i consumatori garantiti dalla produzione Made in Italy”.

L’Italia –  ricorda la Coldiretti – è il principale produttore europeo di grano duro, destinato alla pasta con 4,9 milioni di tonnellate su una superficie coltivata pari a circa 1,3 milioni di ettari che si concentra nell’Italia meridionale, soprattutto in Puglia e Sicilia che da sole rappresentano il 42% della produzione nazionale, seguite dalle Marche. Nonostante ciò sono ben 2,3 milioni di tonnellate di grano duro che arrivano dall’estero in un anno senza che questo venga reso noto ai consumatori in etichetta. L’81 % dei consumatori italiani ritiene che la mancanza di etichettatura di origine nella pasta possa essere ingannevole secondo la consultazione pubblica on line sull’etichettatura dei prodotti agroalimentari condotta dal Ministero delle Politiche Agricole sulla base del regolamento comunitario N.1169 del 2011 che consente ai singoli Stati Membri di introdurre norme nazionali in materia di etichettatura obbligatoria di origine geografica degli alimenti qualora i cittadini esprimano in una consultazione parere favorevole in merito alla rilevanza delle dicitura di origine ai fini di una scelta di acquisto informata e consapevole. Una procedura seguita dall’Italia con successo per il latte ed i suoi derivati e che ora finalmente – sostiene la Coldiretti – si realizza anche per il prodotto piu’ amato degli italiani che avrà l’identikit in etichetta. Il Decreto che introduce la sperimentazione dell’indicazione obbligatoria dell’origine per la filiera grano pasta inviato a Bruxelles prevede che le confezioni di pasta secca prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicato in etichetta il nome del Paese nel quale il grano viene coltivato e se proviene da più paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: paesi UE, paesi NON UE, paesi UE E NON UE. Inoltre, se il grano duro e’ coltivato almeno per il 50% in un solo Paese, come ad esempio l’Italia, si potrà usare la dicitura: “Italia e altri Paesi UE e/o non UE”. Queste indicazioni sull’origine – conclude la Coldiretti – dovranno essere apposte in etichetta in un punto evidente e nello stesso campo visivo, in modo da essere facilmente visibili, chiaramente leggibili ed indelebili.

“E’ una importante vittoria, frutto dell’azione di Coldiretti, che sulla battaglia per l’origine in etichetta non ha mai allentato la presa – sottolinea Paolo Voltini, presidente di Coldiretti Cremona –. Con grande soddisfazione abbiamo quest’anno ‘incassato’ la firma del decreto relativo all’etichetta di origine per il latte uht e i prodotti lattiero caseari. E non a caso, da quel momento è finalmente aumentato il prezzo del latte pagato agli allevatori, che ha dato segni di ripresa ogni giorno più forti, fino a portarci alla firma di un accordo sul prezzo del latte alla stalla che restituisce reddito alle nostre imprese. E’ una ulteriore prova del fatto che l’origine in etichetta rappresenta la via maestra per difendere il vero made in Italy, rispondendo alla richiesta di trasparenza e di sicurezza dei cittadini e traducendosi nella possibilità per le nostre imprese di ricevere finalmente un’equa remunerazione per l’eccellenza che producono”.

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