Cronaca

Piazza Turati e via Favagrossa, no al PUT: 650 firme e osservazioni presentate

Pognani: "Decidono di mettere parcheggi a noi che non li vogliamo, e ne tolgono dove invece li vogliono, come in via Favagrossa. Credo che Casalmaggiore non abbia tutta questa necessità di parcheggi".

CASALMAGGIORE – Altre 650 firme, a corredo di due osservazioni al PUT, presentate questa mattina all’Ufficio Protocollo del Comune di Casalmaggiore. In uno degli ultimi giorni utili per presentare osservazioni al Piano Urbano del Traffico.
NO ALLA RIAPERTURA AL TRAFFICO DI PIAZZA TURATI – L’osservazione la firma Giorgio Pognani, titolare della Salsamenteria ‘Piasa Vecia’ di piazza Turati. Invero a firmarla sono altri 255 cittadini, frequentatori del locale che dopo anni di abbandono ha ridato vita alla piccola piazza che sorge dietro al palazzo comunale. “Riteniamo – spiega Giorgio Pognani – che la proposta comporti le seguenti criticità: mancanza di sicurezza per le utenze deboli, disabili, bambini, pedoni e ciclisti. Poi inquinamento ambientale, soprattutto nei pressi di un’attività di ristorazione. Soluzione non corretta rispetto alla valorizzazione del Centro Storico, in controtendenza alle direttive sui piani urbani del traffico della comunità europea. Dubbi sulla reale necessità di creare nuovi parcheggi a pagamento, sopprimendoli inutilmente in altre strade. Tenuta del manto stradale, tenendo presente che data la chiusura al traffico dell’inizio di via Baldesio (zona prevista nel PUT come ZTL, ndr), gli automobilisti si troverebbero ‘costretti’ a passare per piazza Turati. Rischio di incidenti in uscita su via del Lino, soprattutto in presenza di ghiaccio (lo stop è in salita, ndr), infine dubbi sul rispetto delle direttive ministeriali (valori ambientali, sicurezza)”. Il titolare della salsamenteria é deciso: “Decidono di mettere parcheggi a noi che non li vogliamo, e ne tolgono dove invece li vogliono, come in via Favagrossa. Credo che Casalmaggiore non abbia tutta questa necessità di parcheggi. Peraltro se volessero, potrei occuparmi io della fontana”.
NO AL DOPPIO SENSO IN VIA FAVAGROSSAStefano Romano, gestore dell’edicola Portobello, sita nel primo tratto di via Favagrossa, presenta la seconda delle osservazioni al PUT. Insieme a lui 390 cittadini, firme che i commercianti della via han raccolto per dire no al doppio senso (eliminato negli anni ’90 per le criticità che comportava) riesumato dalla commissione che si è occupata del Piano, con l’eliminazione dei parcheggi. Anche in questo caso il no è motivato da tutta una serie di criticità: “Mancanza di sicurezza per le utenze deboli, rischio di collisione tra automobili in ingresso ed in uscita da piazza Garibaldi, soppressione dei parcheggi utili per sosta residenti e clienti delle attività commerciali, mancanza di possibilità di carico e scarico merci, problemi di spazio in caso di emergenze (pompieri, spurgo, fogne e traslochi), dubbi sul rispetto delle direttive ministeriali”. Quello che più si teme, da queste parti, con il doppio senso e l’eliminazione dei parcheggi è che questo susciti una reazione a catena tra i commercianti. Il rischio è che con una limitata possibilità di scarico e carico (consentito solo nei pressi dell’Isola Bella con uno stallo apposito) le attività in loco comincino a pensare di spostarsi. “Se il Tigotà, negozio che fa da traino in tutta la via, decidesse di chiudere e spostarsi da un’altra parte più servita dai parcheggi, chiuderemmo anche noi” ha spiegato qualche giorno fa Gennaro Romano. L’aria che tira in via Favagrossa è pesante. Quasi tutti i commercianti quella variante al piano traffico non la vogliono. Un’altra gatta da pelare per l’amministrazione.

Nazzareno Condina

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