Cronaca

Comitato Oglio Po: "Punto nascite ok, ora si investa da subito sull'Ospedale"

All'incontro erano presenti il dottor Luigi Borghesi, Irene Ghezzi, Annamaria Piccinelli, Francesco Maldera e Gloria Barili. Mancano quattro sindaci all'appello, quattro primi cittadini che ancora non hanno firmato

CASALMAGGIORE – Punto nascite dell’Oglio Po salvo (o quasi). E adesso? Si intraprenda – di comune accordo e senza divisioni politiche di sorta – un piano di rilancio e potenziamento della struttura che presenta ancora criticità (personale, marketing territoriale, sindaci) che ne indeboliscono la forza. Non ci si lasci ingannare: non è solo questione di punto nascite, anche se è la questione che in questi ultimi giorni è stata più alla ribalta, ma di tutti i reparti. “Il salvataggio del punto nascite è essenziale – hanno spiegato ieri in conferenza stampa i referenti del Comitato per la Difesa e il Rilancio dell’Ospedale Oglio Po e presidi territoriali – ma su questo argomento sembra essere arrivati a buon punto. Ma poi è essenziale che il punto nascite continui a restare aperto, integrando il personale che manca e più in generale che tutto l’ospedale sia potenziato, dalla copertura dei primariati ai medici di secondo livello che mancano (2 ginecologi soprattutto, che a fine mese diventeranno 3, ndr) e di tutto il personale necessario. Ed è fondamentale che si costituisca al più presto la conferenza dei sindaci in ambito distrettuale in seno all’ATS”. Questo, in estrema sintesi, quanto spiegato ieri pomeriggio dal Comitato. All’incontro erano presenti il dottor Luigi Borghesi, Irene Ghezzi, Annamaria Piccinelli, Francesco Maldera e Gloria Barili. Mancano quattro sindaci all’appello, quattro primi cittadini che ancora non hanno firmato “E l’assenza dei sindaci di Viadana, Commessaggio, San Martino e Marcaria non aiutano a dare l’immagine di un territorio coeso” ha spiegato Annamaria Piccinelli. Ora però che tutti sembrano remare nella stessa direzione, anche le questioni ‘politiche’ legate al documento sembrano essere divenute storia di ieri. Ma l’incontro – è da sottolineare – ha voluto restare fuori da visioni strettamente politiche anche perché ha spiegato Francesco Maldera: “Siamo un comitato trasversale. Senza polemica ed unendo le forze, si lavori adesso tutti insieme. Abbiamo preso atto favorevolmente delle dichiarazioni del presidente Maroni sulla disponibilità messe in campo dalla Regione di 500 milioni di euro con l’invito del Pirellone fatto al territorio di fiancheggiare la Regione in questo lavoro di salvataggio dei punti nascita. Noi non vogliamo entrare nella questione delle responsabilità tra Roma e Milano, per questo i nostri documenti vengono inviati sia in Regione che al Ministero. Dall’inizio dell’anno si parta con il rilancio. Siamo trasversali, questo sia chiaro. Un conto è che il punto nascite resti aperto, un conto è che venga rilanciato. Questo spetta alla Regione e noi siamo disponibili a lavorare a fianco della Regione per questo”. Due gli obiettivi primari. La Conferenza dei sindaci nell’ambito distrettuale dell’ATS “Che si prendano cura dell’ospedale” e il potenziamento della struttura. “Potenziare il personale – ha spiegato Luigi Borghesi, a partire dai due ginecologi che mancano. Da sette siamo passati a cinque, e a fine dicembre diventeranno 4 con il pensionamento di uno di quelli rimasti. Vanno subito integrati”. Anche sui numeri bisogna fare chiarezza. 434 i parti, una trentina quelli dirottati a Cremona (le nascite sotto le 36 settimane che richiedono la presenza della terapia intensiva neonatale, ndr) che però vengono gestiti dalla nostra ostetricia sino a quasi al termine e soprattutto un potenziale di 800 nascite. Importanza del marketing territoriale e del lavoro insieme a consultori e medici di base. “E’ fondamentale che si lavori uniti, soprattutto con i medici di base. Sono loro che indirizzano le partorienti. L’oglio Po resta l’unica struttura per acuti sul territorio e le donne partorienti in fuga vanno a partorire in genere a Gusatalla se sono di Viadana o a Parma se sono di Casalmaggiore. Fuori regione”. Un reparto a pieno ritmo e a pieno personale, naturalmente è garanzia per tutti. “Lavoriamo da un anno al territorio, per contribuire ad unificarlo – spiega Annamaria Piccinelli – e se abbiamo ottenuto l’ambito interaziendale sperimentale a cavallo tra le due province è grazie anche alla raccolta firme portata a termine. Dobbiamo avere più rappresentanza, contare di più come territorio. Ora che tutto sembra essere più chiaro, sono caduti anche i motivi per non appoggiare tutti insieme il documento. Si costituisca il più presto possibile la Conferenza dei sindaci. Abbiamo come esempio l’esperienza di Crema. Dove i sindaci sono uniti si ottengono le cose”. Gloria Barili ha riportato poi l’attenzione su un potenziamento che deve essere complessivo e non riguardare solo il punto nascite: “Sono tanti i cittadini che ci contattano ogni giorno – ha spiegato – tanti quelli pronti ad una mobilitazione nel caso ce ne fosse bisogno. Come comitato continueremo a supportarli anche perché è inaccettabile che per un’ecografia il tempo di attesa sia di 97 giorni ed una prova da sforzo prenotata a novembre venga eseguita ad aprile”. A chiudere ancora Piccinelli: “Noi siamo qui per supportare la Regione nel rilancio della struttura. Anche perché il problema non finisce adesso. Quella che ci resta davanti è una battaglia enorme. L’Oglio Po va supportato e finanziato”. La battaglia dunque continua: una battaglia importante per tutto il territorio. Perché – dato per salvo il punto nascite – resta da declinare in atti concreti le buone intenzioni. Un compito un po’ più complesso, pensando ad un territorio in cui neppure i sindaci riescono a mettersi daccordo tra loro per un fine più alto che va al di là della bandiera. Non tutto è perduto, e le aperture della Regione lasciano ben sperare, ma tutto diventa più difficile senza investimenti, senza coesione e senza rappresentatività. Il Comitato sta lavorando per unire. Un lavoro ciclopico, più ancora di quello per il salvataggio del punto nascite. Ma un compito in cui il comitato si sente impegnato – a difesa della struttura – sin dalla prima ora.

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