Cronaca

Punto Nascite, ora le firme le raccoglie la Lega. Pd Regione: "Bugie hanno gambe corte"

"La decisione del Governo di chiudere i punti nascita rappresenta l'ennesima ingerenza dello Stato, attraverso decisioni calate dall'alto che non tengono conto delle esigenze e delle specificità dei singole aree territoriali", ha affermato Grimoldi. Il Pd però non è affatto d'accordo.

MILANO – La Lega Nord, in accordo con il Governatore Maroni, ha avviato attraverso i suoi sindaci una raccolta firma degli amministratori locali per sostenere l’azione della Regione Lombardia di richiesta di revoca del provvedimento del Governo per la chiusura dei punti nascita aventi meno di 500 parti l’anno, alla luce dell’apertura fatta ieri sulla questione dal ministro della Salute circa una possibile deroga per la Lombardia. Lo ha affermato Paolo Grimoldi, deputato della Lega Nord e segretario della Lega Lombarda “La decisione del Governo di chiudere i punti nascita rappresenta l’ennesima ingerenza dello Stato, attraverso decisioni calate dall’alto che non tengono conto delle esigenze e delle specificità dei singole aree territoriali”, ha affermato Grimoldi. “Come Lega ci siamo immediatamente attivati – ha aggiunto – vogliamo che la voce del territorio lombardo arrivi al ministro Lorenzin per farle fare marcia indietro su una decisione sbagliata e per convincerla a concedere una deroga alla Regione Lombardia per poter mettere in sicurezza, con proprie risorse, questi punti nascita, e scongiurarne la chiusura. È paradossale – ha concluso – che l’unica Regione in Italia a non avere un euro di deficit nel proprio bilancio sanitario sia trattata come le altre Regioni e non possa, con risorse proprie, intervenire sulle proprie strutture ospedaliere”.

Intanto il Partito Democratico regionale torna ad attaccare. “Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin smentisce la Regione sulla chiusura dei punti nascita con meno di 500 parti l’anno, tra cui l’ospedale dell’Oglio Po. Lo fa con una dichiarazione alle agenzie di stampa con la quale ribadisce che il ministero “non può imporre alcuna chiusura dei punti nascita” e che “il Comitato nazionale percorso nascite ha espresso un parere tecnico sulla scorta della documentazione fornita dalla Regione Lombardia, e con un confronto con i tecnici della Regione in base a quei documenti”. È quanto hanno sostenuto anche i consiglieri regionali del Pd Marco Carra e Agostino Alloni, che oggi rilanciano alla Regione: “Le bugie hanno le gambe corte – dichiarano gli esponenti regionali del Pd – ed è finalmente chiaro che l’Oglio Po può essere difeso e anche valorizzato con degli investimenti mirati da parte della Regione. Lo chiede il territorio, anziché fare polemiche e inventarsi imposizioni romane la giunta Maroni cominci a fare quel che il territorio dell’Oglio Po richiede da anni.”

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