Dosolo, Luigi Romano muore folgorato nell'Hotel Harvest
A trovarlo il figlio con lo zio, giunti in bicicletta da Lentigione (una ventina di km di distanza) preoccupati del fatto che non si facesse vivo: terribile l'immagine che si è presentata davanti ai loro occhi.
DOSOLO – Era uscito sabato sera in macchina da casa Luigi Romano, 35 anni, residente a Lentigione, spiegando ai familiari che sarebbe andato proprio lì, dove lo hanno trovato folgorato, all’Hotel Harvest, struttura da tanto tempo in disuso. Probabilmente era convinto che pure la cabina elettrica che sorge a fianco della struttura fosse in disuso. Ma non era così: la cabina infatti serve un’ampia area che comprende l’Hotel e le vicine strutture. Quando si è avvicinato ai cavi una scossa da 15 mila volt lo ha lasciato secco sul posto. A trovarlo il figlio con lo zio, giunti in bicicletta da Lentigione (una ventina di km di distanza) preoccupati del fatto che non si fosse fatto vivo, non fosse tornato a casa e non rispondesse al telefono: terribile l’immagine che si è presentata davanti ai loro occhi, il corpo tutto annerito ormai esanime.
Hanno chiamato loro stessi i soccorsi giunti immediatamente sul posto: il 118, la Croce verde di Viadana e i vigili del fuoco, oltre ad una squadra dell’Enel. Sono stati proprio i tecnici a spiegare che quella cabina fosse in realtà operativa. L’uomo – al momento sconosciuti i motivi per cui si trovasse lì – ha pensato che non vi fossero problemi. La morte è stata immediata. Sul posto per le indagini, i Carabinieri della Compagnia di Viadana. Ormai restano pochi i dubbi sulle dinamiche.
Rosario Pisani