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Viadana, Capaldo (M5S): "Ecco cinque ragioni per dire no al referendum"

“Intendo rispondere pubblicamente a una domanda che alcuni cittadini indecisi ci rivolgono ai nostri gazebo informativi #IoDicoNo. Perché votate NO a un cambiamento? Perché il cambiamento della Costituzione sarebbe in peggio. E all'Italia servono misure per i cittadini e non peggiorare la Costituzione".

VIADANA – Il No al referendum del 4 dicembre da parte del Movimento 5 Stelle? Prova a motivarlo Stefano Capaldo, attivista 5 Stelle per Viadana e sempre in prima linea nel lungo percorso di “promozione del No” con varie tappe organizzate nel territorio viadanese e nei comuni limitrofi. “Intendo rispondere pubblicamente a una domanda che alcuni cittadini indecisi ci rivolgono ai nostri gazebo informativi #IoDicoNo. Perché votate NO a un cambiamento? Perché il cambiamento della Costituzione sarebbe in peggio. E all’Italia servono misure per i cittadini e non peggiorare la Costituzione. In cosa verrebbe peggiorata?”.

Segue, dopo questa domanda, un’analisi dettagliata in cinque diversi punti distinti. “Primo. Non viene abolito il bicameralismo, viene abolito il diritto dei cittadini a votare per il Senato. Rimarrà un Senato di 100 nominati dai partiti pescati dai consiglieri regionali e sindaci che acquisiranno l’immunità parlamentare. Gli articoli 55 e 57 parlano di un Senato non elettivo e tolgono ai cittadini la libertà di scegliere i propri rappresentanti. Esattamente come fatto con le Province. Abolire l’elezione dei senatori è la soppressione di un diritto. Il diritto al voto.

Secondo. Meno sovranità popolare e meno partecipazione dei cittadini. Il concetto di sovranità popolare viene messo in crisi dall’impianto generale della riforma.  All’ articolo 71 la riforma aumenta il numero delle firme necessarie per le leggi d’iniziativa popolare; ora ne bastano 50.000 mentre Renzi ha stabilito che dovranno essere il triplo 150.000. Senza contare che il numero di firme necessarie per indire un referendum popolare passa da 500.000 a 800.000. Bene la proposta del referendum propositivo, ma è una presa in giro se in cambio triplichi le firme e non togli il quorum funzionale.

Terzo. La riforma della Costituzione ha il fine di rafforzare l’esecutivo di turno. Con il combinato disposto dell’Italicum, una legge elettorale che da la possibilità a un partito col 25% di prendersi in caso di vittoria una maggioranza sproporzionata, Il governo potrà scegliersi dal settimo scrutinio il presidente della Repubblica e anche la maggioranza dei rappresentanti della Corte costituzionale. Il fatto che questa “schiforma” rafforzi il potere dell’esecutivo a discapito della democrazia parlamentare è sancito all’art. 72, dove si prevede una corsia preferenziale per i ddl più importanti del governo (“Il governo può chiedere alla Camera… che un disegno di legge sia iscritto con priorità all’ordine del giorno…”), significa che il governo controllerà l’agenda del Parlamento. Non è accettabile per una Repubblica parlamentare.

Quarto. Questa riforma non produce nessuna semplificazione, al contrario le procedure legislative saranno ancora più complesse. E non sto parlando dell’ incomprensibile nuovo articolo 70 che da 10 parole passa a circa 500 parole con richiami a comma e articoli. Non voglio farne una questione di forma, ma di sostanza, parlo di come saranno scritte le leggi: se oggi conosciamo due modi per fare le leggi, con questa riforma ce ne saranno almeno dieci differenti. Tutto ciò rallenta le procedure legislative: lo stesso articolo 70 prevede addirittura il coinvolgimento della Corte Costituzionale per risolvere le questioni di competenza sul caos che verrà inevitabilmente creato. Inoltre la bufala della lentezza a fare le leggi del Parlamento dovuto al ping pong tra Camera e Senato, è smontata dalle statistiche: Il parlamento è al secondo posto in Europa per vlocità di legiferazione , ci sono voluti 20 giorni per il Lodo Alfano, 16 giorni per Legge Fornero, 50 giorni per la legge Boccadutri (quella per riprendersi i rimborsi elettorali) e invece 1645 giorni per una legge anticorruzione (scritta anche male). Non serve cambiare la Costituzione, ma servono politici onesti intellettualmente.

Quinto. Saremo meno sovrani e più sudditi dell’Europa dei burocrati. La modifica dell’ articolo 117 limiterà la nostra sovranità a favore delle direttive europee (come accade oggi solo sul patto di stabilità) perché saremo obbligati a recepire tutti, e dico tutti anche quelli meno piacevoli,  i provvedimenti che arriveranno dai burocrati di Bruxelles. Nello stesso articolo 117 è prevista la clausola di supremazia. Su temi di carattere strategico-nazionale, il Governo potrà affossare la volontà di Giunte regionali e Comuni. Faccio un esempio: se il Governo volesse fare degli inceneritori o una centrale nucleare o trivellare un territorio per estrarre idrocarburi, lo potrà fare senza chiedere il permesso a Comuni o Regioni. Inaccettabile bypassare la volontà degli enti locali e regionali”.

Capaldo poi riassume il suo pensiero: “Riduzione della sovranità popolare, tolgono il diritto al voto per il Senato, burocrazia legislativa più complessa e più lenta, aumento di potere dell’esecutivo a discapito del Parlamento e meno potere a Regioni e Comuni a favore del Governo di turno. La Costituzione proposta da Renzi e Verdini sarà peggiore. Non serve cambiare la Costituzione, servono invece politici onesti intellettualmente che la sappiano applicare e facciano misure per gli italiani e non per pochi privilegiati. Per questo il 4 dicembre voterò un nobile e responsabile NO, per smontare la politica dell’inganno con la politica del buonsenso”.

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