Fava orgoglioso delle aziende lattiere a Bozzolo: "Esempio di alta qualità"
Ieri pomeriggio visita all’azienda agricola I Canili di Bozzolo, di proprietà di Roberto Chizzoni, presidente dell’Associazione mantovana allevatori, e l’azienda agricola Abbazia della Gironda di Andrea (già presidente di Confagricoltura Mantova) e Giovanni Pagliari.
BOZZOLO – “In una fase come quella durata molti mesi nel recente passato, vi sono due grandi aziende lattiere a conduzione familiare, che hanno saputo investire sui numeri e sulla qualità, che è il requisito necessario per poter competere. Di queste realtà come assessore lombardo all’Agricoltura sono profondamente orgoglioso”.
Lo ha detto l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, che ieri pomeriggio ha visitato l’azienda agricola I Canili di Bozzolo, di proprietà di Roberto Chizzoni, presidente dell’Associazione mantovana allevatori, e l’azienda agricola Abbazia della Gironda di Andrea (già presidente di Confagricoltura Mantova) e Giovanni Pagliari.
L’azienda I Canili. Insieme al figlio Davide e alla moglie Cristina, Roberto Chizzoni alleva 710 capi da latte, di cui 380 in mungitura, con l’obiettivo di portare la mandria a 800 capi la prossima primavera. È in fase di costruzione una stalla per ospitare in prospettiva 140 animali in asciutta, una sala parto e una infermeria.
Gli ettari sono 180, prevalentemente coltivati a mais, erba medica, frumento da sfalcio, prati stabili e soia, con l’obiettivo di essere autosufficienti sul piano dell’alimentazione bovina. Il latte è conferito alla Granarolo.
L’azienda L’Abbazia della Gironda. Gestita da Andrea col figlio Luca e Giovanni Pagliari, oltre a sei dipendenti, l’azienda agricola Abbazia della Gironda è testimone della storia dei monaci benedettini (il primo insediamento si colloca fra il IX e l’XI secolo). Con 250 ettari coltivati a mais erba medica prati e cereali vernini per uso foraggero fra Bozzolo e la provincia di Reggio Emilia e 950 bovine (dei quali 500 in lattazione), è una delle realtà più significative della zona, grazie ai 57.000 quintali conferiti a Granarolo e destinati all’alta qualità.
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