Cultura

Quando Wojtyla arrivò a Casalmaggiore: il ricordo di Dossena e Romanetti

In quel 1976 il futuro Giovanni Paolo II era Arcivescovo di Cracovia, e già nominato Cardinale da Papa Paolo VI. "In quegli anni il vescovo era una figura dall’immagine tutt’altro che sobria, lui però si comportava in tutt’altro modo. A Casalmaggiore in quel gruppo era l’unico a dire qualcosa in italiano" ricorda Dossena.

Nella foto Wojtyla quando ancora era cardinale e Angelo Dossena nel 1976

CASALMAGGIORE – La visita 40 anni fa di Karol Wojtyla a Casalmaggiore è rimasta ignota a molti degli stessi casalesi sino a sabato scorso. A ricordarla, oltre al direttore artistico Giuseppe Romanetti durante la conferenza di presentazione della stagione teatrale del Comunale di Casalmaggiore, anche l’ideatore di RecitarCantando Angelo Dossena. Lo stesso infatti ha ricordato come il futuro papa accompagnò l’orchestra di Cracovia nelle tappe di Casalmaggiore e Crema. L’episodio è stato inserito anche nel suo libro “RecitarCantando, l’invezione della politica culturale. Il primo esempio in Italia”. Nessuno a Casalmaggiore ricorda quell’episodio, anche perché all’epoca il futuro Papa non era ancora conosciuto. Oggi tanti manifestano incredulità in merito a quella vicenda, ma i ricordi di Angelo Dossena sono nitidi, per questo gli chiediamo di ripercorrere quell’episodio, che gli fu rammentato da Wojtila una volta Papa. Allora Dossena, cosa accadde di preciso?

«Era il 3 settembre del 1976, e Casalmaggiore inaugurò la prima edizione del RecitarCantando. E’ stato il primo spettacolo di una lunga serie. Ad esibirsi, non in teatro che allora non era agibile ma in Duomo, fu l’Orchestra e Coro della RadioTelevisione polacca con sede a Cracovia. I teatri arrivarono dopo, e fu il lascito più concreto di RecitarCantando. Quello spettacolo fu una prima nazionale. Ricordo che quell’orchestra doveva andare a Roma per un concerto in Vaticano davanti a papa Paolo VI. Attraverso gli agenti musicali, in particolare fu Julio Alvarez, venimmo a conoscenza della possibilità di ospitarli. I 200 componenti arrivavano in Italia da Cracovia su 4 pullman. Proponemmo di alloggiarli riconoscendo loro un minimo rimborso spese, non avevamo molto soldi in quegli inizi. Fareste due concerti? Chiedemmo, e la risposta fu positiva. E così li alloggiammo tra Casalmaggiore, Sabbioneta e Parma. A Casalmaggiore eseguirono la Messa da Requiem di Mozart, il giorno dopo, il 4 settembre ’76, in piazza Premoli a Crema fecero la Nona di Beethoven che chiude con l’Inno alla Gioia, che era da poco diventato l’inno europeo. Si trattava delle due esecuzioni che avrebbero poi proposto in Vaticano».

E veniamo a Wojtyla. «Il pomeriggio arrivano a fare le prove, e con loro c’è una persona vestita “da prete”, con giacca, un collettino bianco, calzoni e una croce di ferro. Prima dell’inizio delle prove e durante gli intervalli parlava in polacco con gli orchestrali e i coristi. Per il suo abbigliamento sobrio l’avevamo preso per una sorta di assistente spirituale, pensavo ad una loro usanza, anche per le difficoltà di comunicazione».

In quel 1976 il futuro Giovanni Paolo II era Arcivescovo di Cracovia, e già nominato Cardinale da Papa Paolo VI. «In quegli anni il vescovo era una figura dall’immagine tutt’altro che sobria, lui però si comportava in tutt’altro modo. A Casalmaggiore in quel gruppo era l’unico a dire qualcosa in italiano. Abbiamo scambiato alcune parole, ma ricordiamo il contesto dell’epoca: il muro di Berlino era ben saldo, e quei polacchi avevano smoking molto datati, le donne vestite di nero con abiti della festa tipici dell’est Europa. Insomma, un’atmosfera oggi inconcepibile. Si può dire che in quel periodo l’abito faceva il monaco. A fine serata, dopo un’esecuzione che fu di grande livello, partecipò al brindisi dicendo parole sia in polacco che in italiano ricevendo i complimenti di tutti. La sera dopo, l’orchestra si esibì a Crema, ed ero presente anche in quella occasione».

Ma come seppe poi che quel prete era in realtà Wojtyla? «Accade che nel 1985, quando io lavoravo alla Scala di Milano, Papa Wojtyla venne al Teatro per tenere una lectio magistralis. Arrivò nel tardo pomeriggio ed incontrò i dirigenti del teatro. Eravamo in sette, e con me c’era anche Gregorio Sangiovanni, altro protagonista del RecitarCantando: io mi occupavo degli spettacoli, lui del pubblico. Fummo presentati al papa uno ad uno, con nome e cognome e luogo di provenienza. Quando Wojtyla sente che siamo di Crema, dice subito: “Io a Crema ci sono stato”. Al che rimaniamo sbigottiti, e lui aggiunge: “Sono stato prima a Casalmaggiore, e il giorno dopo a Crema ad accompagnare l’orchestra di Cracovia”. Per noi fu una grande sorpresa, e in quel momento l’abbiamo riconosciuto: era lui, il papa, quell’assistente spirituale. In seguito incontrò alcune suore polacche di Milano e alle 20 tenne un discorso sulla cultura e la musica, un discorso importante agli intellettuali di un’ora e mezza. Tra l’altro lui suonava ed era uno che ne capiva dell’argomento, entrando anche in argomenti specifici».

Chissà che emozione per voi. «Era una figura imponente, e solo in quel momento io e Gregorio lo riconoscemmo. Non gli mancava la battuta: appena arrivato disse: “Sono alla Scala perché sono diventato papa, prima qui non mi lasciavano venire». Poi lei è rimasto per tanti anni a Milano e la vicenda è rimasta sconosciuta. «Non solo a Casalmaggiore, ma anche a Crema».

Sentiamo dunque Giuseppe Romanetti, direttore del Teatro Comunale di Casalmaggiore, un altro protagonista di RecitarCantando. «Ma non nei primi anni – afferma -. Ero già presente a “Woostock in Europe”, nel 1979, ma non in quell’esordio. Sabato ero al Ponchielli quando ho sentito la storia, e l’ho citata domenica a Casalmaggiore. Mi hanno dato del matto».

Magari sarà possibile cercare materiale fotografico di quella serata storica, non solo per la presenza di Wojtyla ma anche perché fu il primo spettacolo di quella grande rassegna. «Purtroppo non esiste un archivio soprattutto di quei primi anni. Forse qualche fotografo ha scattato foto». E allora proviamo a lanciare l’appello, chissà che non salti fuori qualche testimonianza concreta. Intanto, chi volesse leggere l’interessante libro di RecitarCantando, può rivolgersi al seguente link: http://ilmiolibro.kataweb.it/libro/musica-e-spettacolo/250647/recitarcantando.

Vanni Raineri 

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