Cronaca

Bellaguarda, intervento del Vescovo Antonio Napolioni sulla realtà delle ACLI

Acli non deve essere circolo chiuso, ha sottolineato Napolioni, ma porta aperta alla società, strumento di una cristianità adulta che sappia creare un mondo più giusto e rispettoso del prossimo, aprendo le porte a Cristo.

BELLAGUARDA – Mercoledì 26 ottobre, presso il Centro Servizi di Bellaguarda, si è svolto un incontro promosso dalle ACLI della zona viadanese con Mons. Antonio Napolioni, da pochi mesi Vescovo della diocesi di cremona.

La serata ha visto la presenza di un numeroso ed attento pubblico, registrando la partecipazione anche di esponenti dei circoli Acli della zona casalasca, nonché del Presidente regionale ACLI LOMBARDIA e Presidente provinciale ACLI Mantova. A fianco del Vescovo erano presenti i due Assistenti Ecclesiastici delle Acli cremonesi e mantovane, rispettivamente don Antonio Agnelli e don Roberto Fiorini, reduci da pochi giorni entrambe dal Convegno delle Acli Nazionali a Roma.

Scopo principale dell’iniziativa, come ha sottolineato Don Paolo Tonghini, suo ideatore e coordinatore delle Acli Viadanesi: conoscere il Nuovo Pastore e farsi conoscere da parte dei circoli.

Attraverso l’intervento di Don Luigi Pisani, responsabile della Pastorale giovanile della zona pastorale viadanese, negli anni ’70 in quanto vicario di Dosolo, l’assemblea ha ripercorso la storia del movimento nel periodo della contestazione, della contrapposizione politica più accesa nelle nostre piccole realtà rurali, dove il sacerdote spesso si trovava a dire Messa in una chiesa vuota, priva di fedeli.

Da qui il senso e la necessità di creare il circolo ACLI, come luogo di incontro, aperto alla comunità tutta, in uno spirito cristiano non ecclesiale, o meglio ancora ecclesiastico, ed oratoriale, ma sociale nel senso più ampio del termine, usando come strumenti di attrazione i campi scuola estivi, il patronato, il dialogo continuo con il parroco.

Su questi temi si è innestato l’intervento di Mons. Napolioni, che ha messo al centro del suo intenso discorso tre parole chiave: Comunità, come idea di circolazione delle idee, delle persone , delle energie; Lavoro, come impegno delle ACLI ad ascoltare il dolore di una generazione che lo vede sempre più incerto e precario; Fede, come fiducia in Cristo e nelle capacità del cristiano di affrontare le difficoltà, che oggi sono soprattutto la paura del migrante e dell’integrazione, l’ indifferenza della società, come sottolineato in diversi interventi dei partecipanti. Il metodo che le ACLI e l’intera comunità cristiana devono adottare è quello della sinodalità, del cammino in comunione. Acli non deve essere circolo chiuso, ha sottolineato Napolioni, ma porta aperta alla società, strumento di una cristianità adulta che sappia creare un mondo più giusto e rispettoso del prossimo, aprendo le porte a Cristo.

Indispensabili per fare ciò sono dunque il cambiamento e l’aggiornamento del territorio, riscoprendo l’ importanza della formazione socio- politica e di quella religiosa, rinforzando la collaborazione con il parroco, i circoli devono diventare i suoi più stretti aiutanti, perché conoscono il territorio e la comunità forse meglio di lui.

Con queste parole di speranza e di sfida si è conclusa una serata intensa e, necessaria e sicuramente molto proficua, che porterà frutto nel tempo.

“Ora – spiega don Paolo Tonghini, coordinatore delle Acli Viadanesi – si tratta di continuare a lavorare insieme come Acli della zona viadanese e, auspicabile come detto da alcuni interventi della serata, anche con i circoli del casalasco, almeno in alcuni momenti dell’anno pastorale e si tratta di lavorare su questi tre punti sottolineati e lasciati in consegna dal nostro Vescovo, che ringraziamo di cuore per avere sentito la sua paternità e la sua presenza rassicurante di pastore della nostra Chiesa cremonese”.

redazione@oglioponews.it

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