Politica

Scontro sulla tempistica delle mozioni: il Pd abbandona consiglio comunale di Viadana

Fuori dall'assemblea Federici, alla domanda posta per provare a capire la stranezza di quelle decisioni, ha risposto che si potevano spiegare solo con la voglia di attribuire alla maggioranza una mozione che invece apparteneva alle forze di opposizione.

Nella foto Federici e Saccani abbandonano

VIADANA – Un’evidente, forte tensione tra esponenti della minoranza e il presidente del Consiglio comunale ha caratterizzato la riunione di lunedì sera a Viadana. Con ripetuti appelli a rispettare regole e comportamenti, fino a quando Nicola Federici e Adriano Saccani, i due consiglieri di minoranza, non si sono alzati abbandonando l’aula in aperto contrasto con Ivan Gualerzi, che con piglio risoluto conduceva l’andamento dell ‘assemblea.

La polemica ruotava attorno ad un paio di mozioni che non erano state inserite nell’ordine del giorno ma che nonostante questo Gualerzi voleva mettere in coda alla serata. Una decisione effettivamente curiosa, originata secondo lo stesso Gualerzi dal fatto che aveva atteso il sopraggiungere di ulteriori dettagli aggregati per un adeguamento del testo. La questione concerneva la richiesta di estendere il servizio dell’acquedotto alle zone ancora prive e soprattutto la necessità di privilegiare, nell’assunzione di scrutatori per il prossimo Referendum, disoccupati e persone in stato di disagio. I due argomenti, non inseriti nell’ordine del giorno della serata, hanno scatenato la fortissima protesta dei due del Pd, Saccani e Federici, a cui si è aggiunto Silvio Perteghella, che ha inscenato un duro scontro verbale con Gualerzi dicendo che quella era la terza volta che riservava a lui personalmente un trattamento del genere.

Fuori dall’assemblea Federici, alla domanda posta per provare a capire la stranezza di quelle decisioni, ha risposto che si potevano spiegare solo con la voglia di attribuire alla maggioranza una mozione che invece apparteneva alle forze di opposizione. Molto insistente successivamente la critica di Perteghella circa la presenza nelle casse comunali di un avanzo di un milione e settecento mila euro, senza che l’amministrazione in un anno avesse ancora deciso di impiegare fondi in opere di pubblica utilità. In questo caso la risposta è giunta dal sindaco Cavatorta, il quale ha spiegato che il patto di stabilità era stato sostituito dallo Stato con una condizione ancora peggiore. Da valutare, in tale contesto, la possibilità di usare parte della ingente somma a disposizione per l’eventuale estinzione di mutui. Operazione non semplice perché soggetta a regole da valutare attentamente.

ros pis

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