Cronaca

Baruffaldi (Pomponesco): "Oglio Po in chiusura, giunto al termine dell'agonia"

Tra gli amministratori più critici il sindaco di Pomponesco. Se le intenzioni sono quelle di venire incontro alle necessità dei pazienti non si comprende perchè continuino a verificarsi problemi e ritardi nell’erogazione delle prestazioni specialistiche

CASALMAGGIORE – Lunedì mattina all’ Ospedale Oglio Po di Casalmaggiore ha fatto visita il nuovo assessore alla Sanità lombarda Giulio Gallera, succeduto all’interim di Maroni dopo la bufera che aveva investito il suo predecessore Mario Mantovani. A margine della riunione sono emersi i commenti critici che da mesi contraddistinguono i pareri e le opinioni attorno alla struttura di Vicomoscano. Da una parte i proclami e gli annunci dei vertici politici, dall’altra il brusio di malcontento e insoddisfazione manifestati da chi vi è impegnato professionalmente, dai medici di base agli operatori interni per non parlare di una parte di sindaci del territorio. Con la incomprensibile partecipazione alle convocazioni istituzionali a cui sistematicamente fanno seguito le proteste, le raccolte di firme e le ipotesi più catastrofiche su futuro e sopravvivenza dell’ospedale stesso.

Ma torneremo più avanti alle critiche. Intanto nella sala riunione della Direzione sanitaria ieri è stato dato un annuncio importante che riguarda l’accettazione da parte della Regione di una richiesta avanzata dal territorio. Quella di attivare un’area interaziendale (tra le Asst di Cremona e Mantova) territoriale sociosanitaria casalasco viadanese con l’obiettivo di unire i servizi di due aree confinanti, senza divisioni geografiche tantomeno campanilistiche. Non si dovrà più chiedere da dove provengono i pazienti ma indirizzarli verso un percorso ottimale verso la cura più idonea. Evitando inutili accanimenti terapeuti in reparto per indirizzare i malati verso altre forme assistenziali. Allo scopo di arrivare ad una filiera completa di servizi coordinati da Rosario Canino da Casalmaggiore a Bozzolo a Viadana nel cui centro dove troverà sede il Poas (Piano di organizzazione aziendale strategici).

L’annuncio di questa iniziativa sperimentale è stato introdotto con soddisfazione dal consigliere regionale Carlo Malvezzi, affiancato dalla collega Anna Lisa Baroni a cui si sono aggiunti i pareri concordi e omogenei dei due direttori aziendali mantovano e cremonese Luca Stucchi e Camillo Rossi. Espressioni di soddisfazione anche da parte dell’altro consiliere regionale Federico Lena. L’assessore Gallera ha anche annunciato la prossima nomina dei primari mancanti in Chirurgia Generale e Radiologia complimentandosi per le attività intraprese all’Oglio Po  riguardo la “Primary Nursing” e “Bed Manager”.

“Ottime iniziative a cui però mi piacerebbe fossero applicate titolazioni in lingua italiana, e perchè no magari nel dialetto locale” ha scherzato l’assessore prima di congedarsi. Alla affolata assemblea erano presenti in prima fila i sindaci Bongiovanni e Cavatorta di Casalmaggiore e Viadana e poi, in fondo alla sala Malatesta, Sarasini, Renoldi, Baruffaldi. Vezzoni rispettivamente di Marcaria, Commessaggio, San Martino e Giuseppe Torchio con Cinzia Nolli sindaco di Bozzolo la quale ha espresso a Gallera l’invito a visitare la struttura di riabilitazione bozzolese per le opportune valutazioni e considerazioni. A margine della convocazione le critiche le diffidenze da parte di alcune rappresentanze territoriali e mediche.

Tra gli amministratori più critici il sindaco di Pomponesco, Giuseppe Baruffaldi. Se le intenzioni sono quelle di venire incontro alle necessità dei pazienti non si comprende perchè continuino a verificarsi problemi e ritardi nell’erogazione delle prestazioni specialistiche. Il primo cittadino è testimone diretto di tale disagio. Un fiume in piena le sue dichiarazioni nel ripetere lasciando il nosocomio, una sua conosciuta convinzione: “Questo è un ospedale in chiusura, arrivato alla fine di una annunciata agonia”, dice indicando la facciata dell’ospedale con la vernice blù scrostata in alcuni punti, ricordando che era stato inaugurato nel 92. Anche lo scolorito pavimento in linoleum nei corridoi meriterebbe una ripassata. Alla domanda sul come mai non sia intervenuto durante l’assemblea per ribadire le sue riserve ha ricordato che nessuno l’aveva fatto anche per non cozzare contro un gruppo di politici uniti dalla medesima ideologia.

Per sottolineare poi le incongruenze di tante parole e promesse ripetute ha estratto dal taschino il foglietto rosa di una impegnativa dove un suo familiare, prenotando un importante esame clinico ai primi di ottobre, si era visto assegnare la prima data utile per la visita nientemeno che nel mese di gennaio, tre mesi dopo.

Rosario Pisani

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