Cronaca

In ricordo di Rossano Visioli 23 anni dopo: i parà della Folgore per la messa in Duomo

La data del 15 settembre, come sempre, è stata scelta proprio per ricordare anche sul calendario il giorno in cui, non combattendo ma facendo jogging, cadde colpito da una raffica di proiettili lungo il porto di Mogadiscio, nella missione italiana in Somalia durata dal 1992 al 1994.

Nella foto alcuni parà della Folgore in Duomo

CASALMAGGIORE – Una messa per ricordare Rossano, una tradizione che si ripete ancora, a distanza di 23 anni. Dopo l’anniversario per il ventesimo della morte, ecco che il parà di Casalmaggiore Rossano Visioli, caduto con addosso la divisa della Folgore a Mogadiscio, in uno degli eventi para-bellici più controversi e sul quale ancora non è stata fatta luce, rivive ancora nel ricordo e nelle parole dei famigliari, dei commilitoni, degli amici e dei sacerdoti chiamati a celebrare la Santa Messa solenne presso il Duomo di Santo Stefano.

Giovedì alle 18 presso la cattedrale casalese don Cesare Nisoli e don Angelo Bravi hanno accolto i presenti ossia, oltre ai parenti, anche alcuni militari o ex militari della Folgore – su tutti Giuseppe Degrada, uno degli ultimi reduci della tremenda battaglia di El Alamein, ancora oggi ricordata come uno dei simboli della Seconda Guerra Mondiale – alcuni amici di Rossano, come Andrea Devicenzi, l’atleta paralimpico di Martignana di Po, e ancora l’ex sindaco di San Giovanni in Croce Vittorio Ceresini.

La data del 15 settembre, come sempre, è stata scelta proprio per ricordare anche sul calendario il giorno in cui, non combattendo ma facendo jogging, Rossano Visioli cadde colpito da una raffica di proiettili lungo il porto di Mogadiscio, nella missione italiana in Somalia durata dal 1992 al 1994. Con Rossano quella mattina morì anche l’altro parà della Folgore Giorgio Righetti. A dare la notizia dell’agguato, non si sa ancora se per mano somala o se per il fuoco amico americano – un dubbio che tutti questi anni non hanno dissipato – fu Ilaria Alpi, la giornalista che sei mesi dopo morì sempre nel teatro di guerra di Mogadiscio. Intanto Casalmaggiore non ha dimenticato Visioli, parà – come recita la scritta sulla sua lapide al cimitero casalese – fino all’ultimo respiro.

G.G. 

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