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Fondaz. Gonzaga, Malagola a Vincenzi: "Dopo quattro mesi un vergognoso stallo"

"La verità è che la Fondazione ha subito indebite pressioni ed ingerenze da parte di una Istituzione che nulla ha voluto fare per salvare il patrimonio dei sabbionetani ma, al contrario, ha cercato di tutelare piccoli interessi di parte a scapito della collettività, senza sapere poi che soluzioni apportare al disastro generato".

In merito alla situazione della Fondazione Isabella Gonzaga e dopo le ultime esternazioni del Sindaco di Sabbioneta Aldo Vincenzi circa la situazione di stallo in cui versa la stessa, prende posizione il Presidente dimissionario della Fondazione Sara Malagola: “E’ vergognosa la noncuranza e la totale incompetenza che l’amministrazione comunale dimostra di avere nei confronti della Fondazione. Dopo aver messo in crisi il CDA con le dimissioni forzate dei membri nominati dal Sindaco, dopo aver rifiutato le mie dimissioni quale Presidente nella speranza che questo permettesse il pronto ripristino di un nuovo CDA e dopo aver millantato di aver illuminanti soluzioni ci troviamo, a quattro mesi dalla decadenza del CDA, senza che il Sindaco abbia ancora effettuato le nomine di sua competenza”

“Ciò che appare ancora più grave – insiste Malagola – è che il Sindaco dichiari sulla stampa, così come in consiglio comunale, cose talmente capziose da far sperare che la sua sia impreparazione e non difficoltà di comprensione del testo. Mi riferisco al vergognoso scarica barile inscenato dal soggetto che mi ha accusato di aver ostacolato la partecipazione dell’Ente ad un bando pubblico. Ora, il sindaco è a conoscenza che, a CDA decaduto, all’ex Presidente, sino alla nuova nomina, spetta solamente l’ordinaria amministrazione e che la partecipazione ai bandi non rientra in essa? Sa che ogni atto che venga assunto in violazione alla propria potestà e competenza potrebbe generare responsabilità e pertanto conseguenze civili e penali? Cosa ancor più grave, la cui gravità mi adopererò affinchè venga accertata nelle sedi più opportune, è che cerchi di giustificare la propria non volontà di ripristinare un CDA con la ritardata nomina di competenza regionale. Il Sindaco dovrebbe sapere, il condizionale è d’obbligo, che lo statuto prevede che il CDA possa eleggere il proprio presidente in presenza della maggioranza dei propri membri che, se la matematica non mi inganna, è rappresentata da tre membri su cinque ossia, gli stessi tre membri la cui nomina è in capo al Sindaco”.

“Non solo – insiste l’ex Presidente – da mesi sono già stati indicati sia il nominato tra benefattori, sia quello espresso dalle opposizioni consiliari, come previsto dallo Statuto, il che porterebbe addirittura a quattro su cinque gli ipotetici elettori del presidente. Ricordo, inoltre, che la mia stessa elezione a Presidente della Fondazione avvenne nonostante mancasse, guarda caso, proprio un componente di nomina Comunale in sostituzione del dimissionario Prandini: questa operazione non fu un golpe, bensì il tentativo voluto all’unanimità dall’allora CDA di stringere i tempi per evitare il tracollo. Se la volontà di questa amministrazione fosse stata di salvare il salvabile, o anche solo se avessero avuto contezza di cosa fare per far sopravvivere la Fondazione, avrebbero dovuto nominare subito i componenti di loro spettanza, come dicevano di esser in grado di fare, e così eleggere un Presidente. Al contrario, invece, è di tutta evidenza la volontà di questa amministrazione di non rinominare un CDA bensì di porre in liquidazione la Fondazione stessa. Più e più volte è stato spiegato da parte dell’ATS che il Sindaco non può essere il commissario della Fondazione: meglio allora liquidare tutto e magari incolpare chi li ha preceduti. La verità è che la Fondazione ha subito indebite pressioni ed ingerenze da parte di una Istituzione che nulla ha voluto fare per salvare il patrimonio dei sabbionetani ma, al contrario, ha cercato di tutelare piccoli interessi di parte a scapito della collettività, senza sapere poi che soluzioni apportare al disastro generato”.

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