Cronaca

Rete distribuzione gas, la "botta" del lodo arbitrale e la speranza di una trattativa

La vicenda, va detto, non è chiusa, e il fatto che 2i Rete Gas abbia deciso, per ora, di non notificare il provvedimento (tradotto: di chiedere l’immediato pagamento), lascia aperto un discreto spiraglio di trattativa per il comune di Casalmaggiore. Le parti, cioè, potrebbero trovare un accordo che soddisfi entrambe.

Foto di repertorio

CASALMAGGIORE – “E’ il problema più grave che ho ereditato dalla precedente amministrazione”: parte da questa premessa, l’analisi del sindaco di Casalmaggiore Filippo Bongiovanni in merito alla recente (attesa) sentenza da parte del collegio arbitrale che ha condannato il comune casalese a pagare a 2i Rete Gas la somma di 5 milioni e 327mila euro che, sommati anche a spese e interessi legali, portano ad una cifra di oltre 5 milioni e 600mila euro.

“Una cifra che corrisponde a metà del bilancio annuale, precisa Bongiovanni, e che dunque, se dovessimo pagarla, inevitabilmente accendendo un mutuo, ingesserebbe futuri investimenti, riducendo e mettendo in crisi la spesa corrente”. La vicenda, va detto, non è chiusa, e il fatto che 2i Rete Gas abbia deciso, per ora, di non notificare il provvedimento (tradotto: di chiedere l’immediato pagamento), lascia aperto un discreto spiraglio di trattativa. Le parti, cioè, potrebbero incontrarsi trovando un accordo che soddisfi entrambe. “In questi due anni siamo stati molto prudenti – precisa Bongiovanni – tanto è vero che abbiamo accantonato l’avanzo di amministrazione dell’ultimo anno, di circa 425mila euro (che avremmo preferito spendere in manutenzioni stradali o servizi per i cittadini), proprio per questo motivo, dato che dopo la sentenza che ha condannato Rivarolo del Re non ci aspettavamo un trattamento diverso”.

La nuova puntata della questione verrà vissuta a settembre, quando dopo gli approfondimenti tecnici e giuridici del caso le due parti si incontreranno di nuovo. “Vi erano ben tre cause aperte quando sono arrivato, due le ho chiuse con transazioni che hanno soddisfatto reciprocamente le parti, con 2i Rete Gas le premesse sono le stesse, nel senso che all’incontro svolto dieci giorni dopo il lodo, la trattativa intavolata potrebbe portare ad una transazione che renda meno gravosa la posizione economica del Comune. E’ una situazione ingarbugliata – precisa Bongiovanni – che del resto avevo già prospettato ai cittadini durante il discorso di fine anno in Teatro Comunale e con qualche passaggio in Consiglio Comunale, perché non volevo nascondere le mie preoccupazioni, che purtroppo si sono rivelate fondate”. Insomma, la soluzione non è dietro l’angolo e il lodo arbitrale del 19 luglio non offre certo il coltello dalla parte del manico al comune di Casalmaggiore, tuttavia la speranza è che con 2i Rete Gas si possa ragionare onde evitare un “disastro” economico.

Già, ma come si è arrivati a questo punto? La vicenda è nota e annosa. Del resto la rete di distribuzione del gas metano risale al 1975, anno in cui è stata ultimata, particolare che evidenzia un altro controsenso: un impianto di questo tipo ha una longevità di circa 60 anni. Ciò significa che il comune di Casalmaggiore, dopo un salasso del genere, si ritroverebbe in mano un bene giunto già a due terzi del proprio “percorso vitale”. Tornando alla vicenda, tutto parte del Decreto Letta, il 164 del 2000, che prevede che gli affidamenti conseguano a gare ad evidenza pubblica e non più per assegnazione diretta. La concessione originaria, risalente al 1998 prevedeva alla scadenza naturale la devoluzione gratuita della rete gas al Comune nel 2024. Ma prima con un atto sotto la giunta Toscani (20 aprile 2009) , che prevedeva che la concessione terminasse nel 2010 e il comune divenisse proprietario degli impianti mediante indennizzo da riconoscere all’allora E.On; poi con una delibera sotto la giunta Silla (30 settembre 2009), che stabiliva di anticipare la scadenza della concessione di un anno (lo stesso 2009), le carte in tavola venivano modificate.

Il comune di Casalmaggiore mise a gara nel 2011 il servizio di distribuzione del gas, divenendo capofila di altri sette comuni, anticipando l’obbligatorietà legislativa delle gare ad ambito territoriale minimo, che prevedranno certamente un canone per i comuni molto minore dai gestori del servizio. “Nello stesso tempo anche la Provincia di Cremona stava facendo da capofila ad una gara pre ambiti territoriali, cui caldeggiai di aderire come consigliere comunale – spiega Bongiovanni, all’epoca dei fatti anche assessore proprio in Provincia – che raggruppò 35 comuni, ricordo che con me anche con il consigliere Matteo Rossi consigliò di vagliare quella strada. Preciso inoltre che quella gara non ha portato a complicazioni, tutti i comuni si accordarono sul prezzo del riscatto della rete ed ebbero un canone maggiorato rispetto alla base di gara. Mentre abbiamo visto purtroppo cosa è accaduto a Casalmaggiore con la propria gara”.

In particolare la nuova concessione ha previsto al comune 340mila euro all’anno per dodici anni, durata della nuova concessione, obbligandolo però al riscatto oneroso della rete, sul quale non ci fu accordo sul valore. “Anche immaginando di incassare per intero la somma moltiplicata sui dodici anni, saremmo comunque in difetto di 1 milione e mezzo circa di euro rispetto alla cifra ora stabilita dal lodo arbitrale” precisa Bongiovanni, conti alla mano. A originare il ricorso all’Arbitrato è stata infatti una guerra di perizie con valutazioni completamente agli antipodi: 2i Rete Gas aveva quantificato il valore della rete in 9 milioni e 445mila euro; i tecnici del comune invece avevano ipotizzato un rimborso effettivo di soli 561mila euro. Poi è intervenuto il lodo arbitrale, con la cifra già nota (oltre 5.6 milioni di euro nel complesso) a carico dell’ente comunale, che ora spera di poter trovare una transazione con la controparte.

Giovanni Gardani 

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