PalaFarina: cinque progetti ammessi, ma "sostenibilità economica poco realistica"
Pubblicato giovedì pomeriggio, il documento prende in esame cinque progetti che restano in gara e potranno partecipare alla seconda fase del bando, che chiuderà a mezzogiorno del 10 ottobre
VIADANA – Cinque progetti ammessi e sei rigettati: non è possibile saperne molto di più, perché nel documento pubblicato sull’home page del comune di Viadana i nomi delle ditte partecipanti sono oscurati per motivi di privacy e le stesse aziende partecipanti sono identificate mediante un codice e un numero di protocollo, ma la notizia è che la ricostruzione del PalaFarina, il palazzetto dello sport di Viadana crollato a inizio febbraio 2015, prosegue il suo iter. In particolare siamo ora vicini alla fase 2.
Pubblicato giovedì pomeriggio, il lungo documento chiude la fase 1 e prende in esame i cinque progetti che restano in gara e potranno ora partecipare alla seconda fase del bando, che chiuderà a mezzogiorno del prossimo 10 ottobre, ora e data entro le quali i progetti dovranno pervenire alla Centrale Unica di Committenza sita presso il comune di Viadana, in piazza Matteotti. Va detto che molti passi avanti vanno ancora fatti, se si considera che, citando il documento pubblicato dalla commissione che ha giudicato i vari elaborati, “in merito ai progetti ammessi a Fase 2 si sottolinea che le soluzioni proposte rispondono agli obiettivi del concorso solo in modo superficiale rispondendo ai requisiti minimi richiesti, garantendo così l’ammissione all’ulteriore livello di progettazione”.
Ciò significa che un approfondimento non è soltanto caldeggiato, ma assolutamente necessario: le varie relazioni analizzano e giudicano nel dettaglio la qualità architettonica dei cinque progetti e ancora l’inserimento della proposta ideativa nel contesto urbano e ambientale (tradotto, viabilità e parcheggi), oltre alle prestazioni strutturali (come potrà essere utilizzato il palazzetto, oltre che per sport e scuole) e alla funzionalità e flessibilità nella distribuzione degli spazi. A questi aspetti si aggiunga la valutazione su accessibilità, fruibilità e sicurezza della struttura, sulla qualità delle soluzioni tecniche, sulla scelta dei materiali in riferimento alla sostenibilità ambientale e al benessere degli occupanti, e sulla sostenibilità economica. Per quel che concerne quest’ultimo aspetto, le prospettive di tutti i progetti meno che uno vengono definiti “poco realistici” o addirittura “non realistici”: sintomo insomma che la strada è lunga e che, almeno da questa primissima analisi, uno dei cinque progetti sembra partire meglio di altri. In ogni caso, se non altro, qualche progresso si può registrare verso la ricostruzione del tempio dello sport viadanese indoor.
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