Andrea e Deisy, sette ore fermi alla frontiera tra Bielorussia e Polonia
"Non siamo mai stati tanto tempo alla frontiera. Sono state 7 ore per percorrere e passare i meno di 15 chilometri di confine tra Bielorussia e Polonia. Code interminabili e controlli"
DOSOLO – 7 ore fermi alla frontiera tra Bielorussia e Polonia. Il viaggio? Ne è valsa comunque la pena anche se è stata dura. Non tanto per la strada (4000 km già percorsi) quanto per il tempo trascorso in coda, in attesa dei controlli. Dall’Oglio Po a Chernobyl, nel trentennale della tragedia nucleare. Tanti i racconti che Andrea e Deisi si porteranno dentro, tante le immagini che faranno da reportage fotografico al loro rientro per un libro che andrà a finanziare le associazioni che si occupano di aiutare i bambini di quelle terre in cui gli effetti delle radiazioni, a trent’anni di distanza, sono ancora ben visibili. Tanti, dicevamo, i contrattempi ‘tecnici’. E’ Deisi, in un messaggio di stanotte, a raccontare: “Non siamo mai stati tanto tempo alla frontiera. Non l’anno scorso, quando siamo andati in Russia. Sono state 7 ore per percorrere e passare i meno di 15 chilometri di confine tra Bielorussia e Polonia. Code interminabili e controlli. Siamo usciti dall’hotel alle 07.30, siamo andati al bar (naturalmente) a prendere il caffè della mattina e siamo arrivati alla prima tappa della frontiera alle 8.20; completeremo l’entrata in Polonia alle 15.30. Ci fermiamo a mangiare qualcosa di veloce e solo allora cominciamo il Viaggio per la Repubblica Ceca. Risultato: siamo arrivati a Brno alle 02.30 del mattino, per un totale di quasi 19 ore su una moto, con soste tecniche per fare benzina. Il nostro record. La prossima volta che andremo a visitare la Bielorussia, proviamo ad entrare e uscire dall’Ucraina. Il controllo lì sembra essere più veloce”. Sette ore. Un’eternità. Ma questo non ha spaventato la coppia lui, Andrea Azzi, originario di Dosolo e lei, Deisi Resende, fotoreporter brasiliana ormai italiana a tutti gli effetti. Che torneranno a casa, nei prossimi giorni, con tutto un mondo da raccontare.
Nazzareno Condina