Bozzolo, tempo fino al 29 giugno. Ma ormai pare un accanimento terapeutico
Quando oramai si era capito che ogni tentativo di conciliazione era sopraffatto dalla incontrollabile concitazione, nell'aula gremita da un foltissimo pubblico sconcertato e allibito, si è scatenata la pesante litania di accuse e contro-accuse reciproche con lo scambio di giudizi.

BOZZOLO – Ormai qualsiasi recupero appare fantascienza. A meno che arrivi un miracolo, ammesso che le fede entri anche nella politica. A sintetizzare il clima di tensione e acredine basti citare uno dei passaggi sentiti in aula: “Mi alzo in piedi per guardarvi bene negli occhi perché siete pieni di falsità e raccontate puramente delle menzogne”. Questo soltanto uno dei molteplici scontri verbali che hanno caratterizzato la seduta consigliare di mercoledì sera, quella del definitivo crollo della Giunta del sindaco facente funzioni Cinzia Nolli.
Ad esprimersi in tale maniera l’ex vicesindaco Nicola Scognamiglio finito all’opposizione dopo le precedenti caustiche divergenze di due mesi fa con l’allora sindaco Giuseppe Torchio. Quando oramai si era capito che ogni tentativo di conciliazione era sopraffatto dalla incontrollabile concitazione, nell’aula gremita da un foltissimo pubblico sconcertato e allibito, si è scatenata la pesante litania delle accuse e controaccuse reciproche con lo scambio di giudizi sulla sincerità dei comportamenti e l’onestà delle dichiarazioni di ciascuno nei confronti degli altri. E così sono riemerse la questione dei profughi, le bugie di Torchio e addirittura il tentativo di scaricare la colpa del recesso da Foedus nientemeno che al presidente dell’Unione Davide Caleffi.
Un magma vulcanico che alla fine ha visto Cinzia Nolli non farcela più, prima coprendosi il volto tra le mani e poi picchiando duramente i pugni sul tavolo perdendo la sua proverbiale pazienza. Le minoranze, tutte nessuna esclusa, non sapevano che farsene delle consulenze offerte e nemmeno a Sergio Nardi piaceva l’assessorato attribuitogli ad inizio serata, pretendendo qualcosa in più per sé e per gli altri. Niente da fare, il baratro era lì spalancato pronto ad inghiottire tutti quanti. La legge ora concede ancora qualche giorno di ripensamento (fino al 29 giugno) per approvare questo benedetto bilancio. Ma sembra più che altro un inutile e fastidioso accanimento terapeutico.
Rosario Pisani