Foedus, Eridanus, Gal: tutte le crepe dell'Unione di confine
Il sindaco di Rivarolo del Re, Marco Vezzoni: "La politica? C’entra sì e anche no. L’attuale amministrazione di Rivarolo Mantovano è stata trascinata nell’onda che ha demolito il Gal".
RIVAROLO DEL RE – Quel che sta accadendo all’unione dei comuni Foedus è per lo meno bizzarro. Una delle entità sovracomunali più antiche e maggiormente elogiato (e premiato) dalle istituzioni si sta sfaldando, così come si sfaldano i servizi di gestione associata dei servizi creati. Foedus fu un’unione apripista, nacque infatti circa 15 anni fa, quando ancora le unioni non erano disciplinate, ma qui gli amministratori capirono in fretta che il futuro sarebbe passato dai servizi condivisi perseguendo economie di scala. E non guardarono nemmeno ai confini provinciali, tanto che costituirono Foedus unendo Rivarolo Mantovano con le cremonesi Rivarolo del Re, Casteldidone e Spineda. I vantaggi economici non si sono fatti attendere, e nemmeno i riconoscimenti per gli obiettivi raggiunti, anche dal punto di vista dell’innovazione tecnologica. Tutto filava per il meglio, fino alla primavera del 2016. Nel frattempo da Foedus partì il progetto di una polizia locale condivisa in ben 12 comuni, unendo attorno a Foedus le unioni Palvareta Nova (San Giovanni in Croce, Solarolo Rainerio, San Martino del Lago e Voltido), Municipia (Scandolara Ravara, Motta Baluffi e Cingia de’ Botti) e il comune di Bozzolo. Un ufficio unico di polizia locale chiamato Eridanus, di cui è stato individuato anche il comandante, Guido Stradiotti. Tutto filava per il meglio, fino alla primavera 2016. Ma che è accaduto nelle scorse settimane? Un disastro, tanto che per una serie di concause tutti i progetti si stanno rapidamente sfaldando. Da Eridanus sono usciti prima i comuni di Municipia, dopo aver formato l’intesa, poi a Bozzolo è stato dichiarato decaduto il sindaco Giuseppe Torchio e i successori hanno deciso di salutare. Oggi addirittura Bozzolo rischia seriamente il commissariamento (non approvato il bilancio, si riprova il 13 giugno). Infine, il cedimento decisivo: il sindaco di Rivarolo Mantovano Massimiliano Galli, in carica da due anni, ha deciso di uscire dall’Unione Foedus, con decisione del Consiglio comunale tra le forti polemiche in paese. Dei 4 comuni, Rivarolo Mantovano è anche il più popoloso (conta 2576 abitanti dei 5791 totali, quasi il 45%) e ospita la sede dell’unione.
Abbiamo sentito il sindaco di Rivarolo del Re Marco Vezzoni, in carica dal 2009. La prima cosa che gli chiediamo è quanto la divergenza politica stia alla base dei recenti guai. Il riferimento alla frattura recente sul piano di sviluppo locale tra i comuni aderenti al “Gal Oglio Po” e quelli di “Terre del Po” (tra gli scissionisti che hanno scelto quest’ultima opzione, guarda caso, Rivarolo Mantovano). «La politica – risponde Vezzoni – c’entra sì e anche no. Nella scorsa tornata nell’unione convivevano due aggregazioni riferibili al centro-sinistra (Spineda e Casteldidone) e due di centro-destra (le due Rivarolo). Oggi a Rivarolo Mantovano c’è un sindaco di centro-sinistra. Non credo sia una questione partitica, ma vedo che l’attuale amministrazione di Rivarolo Mantovano è stata trascinata nell’onda che ha demolito il Gal. Sappiamo come prima ci fosse Torchio che indossava una certa maglietta e ora c’è Fava che ne indossa una diversa. Fava, e dunque anche Rivarolo Mantovano, ha voluto far fuori il Gal e quel che c’era dietro». E dietro, tra le varie cose, c’era anche Foedus. «“Terre del Po” avrà sede a Rivarolo Mantovano – prosegue Vezzoni – e si contrapporrà a Caleffi, sindaco di Spineda, che è “figlio politico’ di Torchio. Galli ha esposto solo dei pretesti, e delle falsità. La cosa che ci ha fatto più arrabbiare è che prima si è rivolto ai media, con interviste a Oglioponews, e parlando solo dopo a noi delle sue scelte. Anch’io ho avuto i miei scontri con Caleffi, ma non mi sono mai rivolto ai media facendo minacce». A questo punto quale soluzione vede? «Formalmente possiamo proseguire in tre, l’unione è costituita. Siamo in fase di smembramento degli uffici, perché vogliamo un’unione vera e non fatta sulla carta, coinvolgendo i dipendenti, che si sono sollevati chiedendo inutilmente a Galli di fermarsi». Va detto che i dipendenti dell’unione intera hanno dichiarato uno sciopero, per contrasti con la giunta Galli. «All’inizio la spinta per l’unione è venuta dalla politica, poi, ai primi sintomi di campanilismi, sono stati proprio dipendenti a sottolineare la bontà del lavoro congiunto. La gestione associata con convenzioni prevista dalla legge è una stortura (eufemismo, ndr): la soglia dell’efficienza non è data dai 5000 abitanti. La politica vuole mostrare di saper fare, a prescindere, ma qui noi sappiamo che unirsi è fondamentale, tanto che lo abbiamo fatto prima ancora delle norme che hanno reso la strada obbligata. Lo stesso bando di polizia locale portata avanti dal sindaco di Spineda Caleffi guarda al di là delle soglie normative».
Si riferisce ad Eridanus, altro progetto in bilico. «E’ saltato, ora siamo nel mezzo di uno tsunami. Con Eridanus proseguiamo noi tre comuni rimasti in Foedus assieme a Palvareta Nova, per costituire una squadra minima. Cerchiamo di unire qualcosa». Se le unioni sono un matrimonio con unione di beni, siamo al divorzio. «Ci eravamo finalmente accorti che i dipendenti non erano più dei comuni, ma dell’unione, ora siamo qui a ridivederci i “beni” andando per vie legali. Galli afferma di non dover nulla all’unione, ma c’è uno statuto da rispettare. Per prima cosa si deve corrispondere una quota dei contributi percepiti, poi si vedrà il capitolo cespiti. Se siamo al divorzio non so, cerchiamo di salvare l’esistente, dopo 6 mesi frenetici occorre staccare le spine e chiudere le cmpetenze col minor danno possibile. Ormai dove vada Rivarolo Mantovano non mi interessa più, nemmeno se come pare vogliono fare un referendum». Che avrà comunque valore solo consultivo… «Esatto. Non so quali effetti potrà sortire». Certo la situazione vista da fuori sembra una barzelletta. «L’Italia è la repubblica delle banane, dove basta mostrare la gestione associata. Il nostro vanto è quello di aver agito prima delle norme».
Forse, vista l’esperienza, meglio procedere in fretta sulle fusioni per evitare i ripensamenti? «Questa è la prospettiva che Casteldidone in particolare sta mettendo sul piatto. Ora è arrivata una sberla, e cerchiamo di incassarla entro fine anno vedendo il riparto del personale. Poi è chiaro che la prospettiva è quella della fusione, specie con gli incentivi governativi di oggi, sempre che siano mantenuti. D’altra parte nel 2003 i contributi statali furono di 420mila euro, l’ultimo anno scesi a 103mila. La fusione diventerebbe un incentivo ad incassare molto di più con tanti sblocchi». Il panorama attorno a voi è desolante. Abbiamo unioni nel Casalasco che perdono paesi per strada e ne guadagnano altri, a due passi ci sono unioni a tre che perdono prima un pezzo poi un altro e restano a un comune (leggi Ostiano). L’impressione è che basti il cambio di un sindaco per rimettere in discussione anni di impegno. Inoltre spesso assistiamo a dichiarazioni d’amore che alla prova dei fatti saltano per aria magari per difendere una scuola in un paese piuttosto che in un altro. «Servono norme più restringenti. La gestione associata dovrebbe portare a economie di scala. Serve rispettare le peculiarità di ogni paese, e agire nella stessa direzione. Ad esempio a Foedus abbiamo unificato l’aliquota Tasi nei 4 comuni. L’etica dei rapporti e della riconoscenza è sfumata: Caleffi si è dato tanto da fare per Eridanus e l’unione, ed è rimasto con un pugno di mosche in mano. Con Eridanus gli addii di Municipia e Bozzolo ci hanno fatto perdere 160mila euro di contributi, siamo alla follia». Quanto ha pesato la decadenza di Torchio a Bozzolo? «Bozzolo non è in unione, ma la sua presenza nella gestione associata Eridanus era importante, tanto che da solo vale gli abitanti della nostra unione. La perdita di Torchio è stata pesante, credo che avrebbe fatto meglio a fare come la Cavazzini a Piadena, accettando il verdetto e preparando la nuova elezione». C’è il rischio concreto che a Bozzolo arrivi il commissario. Che potrebbe decidere di restare in Eridanus. «Il commissario opererà con atti formali. Analizzerà lo scioglimento dell’accordo e potrebbe decidere di rifiutarlo almeno fino al prossimo Cponsiglio regolarmente eletto. é possibile, certo sarà il primo atto che lo vedrà impegnato». Sui guai recenti crede abbia influito la vicenda del gas, che vi vede a rischio di risarcimento salato per la cessione della rete? «Questo è un pretesto tirato fuori da Galli quando non aveva nulla da dire. Una situazione simile Rivarolo Mantovano la affrontò tre anni fa, e sa che la parte debitoria resta singola. Io ho solo chiesto un utilizzo più frequente degli uffici per affrontare il problema, così come tre anni fa consentimmo di farlo a loro. Quella solidarietà non l’abbiamo avuta di ritorno». Classico del matrimonio che si rompe. Volano i piatti. Cme fare per evitarlo? «Alla fine di tutto c’è la persona, servono testa e cuore per affrontare i problemi, e qui non c’è legge che tenga. Il fatto è che siamo italiani».
Vanni Raineri