Ampliamento Chimica Pomponesco, è scontro in consiglio comunale
Duro dibattito tra minoranza e maggioranza. Attacchi al sindaco Pino Baruffaldi e al suo vice Roberto Rossi.
POMPONESCO – Tre ore, dalle 21 a mezzanotte, per discutere su una scelta la cui competenza spetta ad altri organismi. Questo in sintesi quello che è emerso mercoledì sera durante il Consiglio comunale convocato per la questione dell’ampliamneto di una linea produttiva dell’azienda Chimica Pomponesco. Il sindaco Pino Baruffaldi e il suo vice Roberto Rossi (che aveva chiesto di lasciare l’aula per evitare conflitti d’interesse lavorando per la stessa azienda: richiesta non accolta in seguito alla protesta del consigliere di minoranza Marco Fava) sono stati attaccati dall’inizio alla fine sia da Fava che da Elvio Gardini venendo accusati di non avere preso le necessarie misure per affrontare i pericoli e i rischi relativi ad un’industria classificata ad alto rischio di primo livello.
Un argomento che evidentemente coinvolge la popolazione di cui una fitta rappresentanza ha presenziato l’altra sera in aula. Il sindaco Baruffaldi, dopo aver lasciato spazio come suo solito agli attacchi dei due avversari politici, ha ribadito di aver preteso ripetutamente tutti i certificati di sicurezza dalla V.i.a. sino a quella ancora più severa della A.i.a prendendo pure in considerazione il suggerimento di convogliare l’acqua calda della azienda verso la locale Casa di Riposo anche se la temperatura incostante non garantirà il teleriscaldamneto che Marco Fava aveva auspicato.
Accolta anche la richiesta avanzata da quest’ultimo di poter presenziare alle prossime decisive conferenze di servizi pur sapendo che solo il sindaco in quelle occasioni ha facoltà di parola. Per Baruffaldi tutte queste assillanti critiche fanno parte di una tattica politica per fare campagna elettorale in vista delle elezioni amministrative del prossimo anno a cui ancora non sa di voler partecipare. Pur convinto di aver messo in piedi una macchina amministrativa efficiente dopo aver ricevuto in dote una bicicletta senza sella, con i pedali rotti e priva di catena.
Rosario Pisani