Ambiente

Fava tuona da Marcaria: "I parchi regionali? Fosse per me li abolirei tutti"

La dinamica che si è venuta a creare, per l’assessore lombardo, “non sta portando risultati positivi per l’ambiente, ma ha solo frenato lo sviluppo dell’agricoltura, dipingendo agli occhi dell’opinione pubblica gli imprenditori agricoli come inquinatori e distruttori.

Nella foto un momento della serata a Campitello

MARCARIA – “I parchi? Li abolirei tutti, perché ormai hanno perso la loro funzione, sono diventati dei poltronifici per mogli, mariti, parenti e amici vari. Le funzioni dei parchi potranno essere svolte con profitto dalle nascenti aree vaste”. Lo ha detto giovedì sera l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, intervenendo a Marcaria all’incontro pubblico su “Agricoltura e zootecnia tra prospettive e criticità”.

“I parchi svolgono una funzione estremamente positiva – ha precisato – nella misura in cui tutelano l’ambiente e la biodiversità nel contesto in cui si trovano. Non sono delle riserve incontaminate, ma purtroppo qualcuno, con l’appoggio compiacente di giornali assolutisti, ha contribuito solamente a creare una contrapposizione esasperata con gli agricoltori”.

La dinamica che si è venuta a creare, per l’assessore lombardo, “non sta portando risultati positivi per l’ambiente, ma ha solo frenato lo sviluppo dell’agricoltura, dipingendo agli occhi dell’opinione pubblica gli imprenditori agricoli come inquinatori e distruttori, quando invece non è così e, anzi, creano ricchezza ai territori”.

Altri i passaggi significativi di Fava durante la serata, organizzata a sostegno del candidato alle amministrative di Marcaria Carlo Alberto Malatesta. “Dobbiamo sostenere le filiere alimentari e fare in modo che il valore aggiunto – ha detto Fava – sia equamente distribuito tra tutti i soggetti che la compongono. Per questo Regione Lombardia ha stabilito di mettere a disposizione risorse aggiuntive dal proprio bilancio, con un provvedimento straordinario che andrà ad affiancare la misura 16 del Programma di sviluppo rurale. La delibera è stata approvata dal consiglio regionale martedì scorso e sarà estesa dal settore lattiero caseario a tutte le categorie zootecniche”.

“La promozione del prodotto e delle filiere, attraverso corner specifici all’interno della grande distribuzione – ha detto Fava – consentirà ai consumatori di compiere un gesto etico e di sostenere il territorio. Non dimentichiamo che in Lombardia si produce il 44% del latte nazionale, il 39,5% della carne suina e abbiamo un primato indiscusso sulla zootecnia”.

Unico rammarico, per l’assessore, è che la Lombardia non possa avere un dialogo diretto con l’Unione europea. “Per dimensioni potremmo essere tra i primi sei stati membri comunitari – ha sostenuto – ma l’idea di stato centralista che è alimentato dal governo Renzi e che si esplicita, fra l’altro, con l’inefficienza di Agea, ci vieta di poter parlare di zootecnia direttamente con Bruxelles”.

Fra i molti limiti derivati da una totale assenza di progettualità del governo sul Made in Italy, Fava ha fatto l’esempio della suinicoltura. “È esclusa dalla Pac e io ribadirò alla Conferenza delle Regioni la posizione della Lombardia, per permettere alla suinicoltura di poter beneficiare dei fondi per l’agricoltura, prima che il comparto sparisca definitivamente, visto che in cinque anni siamo passati da 750.000 e 420.000 scrofe – ha sintetizzato l’assessore -. Ma è assurdo che per colpa di tre regioni in Italia, che non incidono significativamente sulla produzione suinicola, ci siano precluse le esportazioni in Cina. Credo che il governo debba prendere una decisione estrema per eradicare la vescicolare da Sardegna, Calabria e Campania”.

La giornata era iniziata con la vista ad alcune delle attività produttive della realtà di Marcaria e frazioni. “Si tratta di un’area a forte vocazione zootecnica – ha commentato Fava durante il tour – che esprime eccellenze produttive nel settore lattiero caseario e con forti caratteristiche di innovazione e di servizio per le imprese agricole, nel comparto delle cerealicoltura”.

Un territorio, quello di Marcaria, che “ha saputo investire, nonostante la crisi che ha messo in ginocchio molte aziende agricole ad indirizzo zootecnico. Eppure – ha detto Fava – su questa parte della provincia di Mantova sono state diverse le opportunità colte da agricoltori e filiera per l’ammodernamento, come i risultati del bando della recente misura 4.1.01 hanno dimostrato”.

Tra le realtà visitate, l’azienda agricola di Andrea e Maurizio Tosi, con 120 bovine, di cui 70 in mungitura, ma con l’obiettivo di continuare il percorso di rafforzamento fino a 180 animali. Sono 33 gli ettari coltivati a frumento da sfalcio e mais di secondo raccolto. La produzione lattiera è di 6.000 quintali annui, destinati alla Latteria San Valentino. Grazie alle misure del Psr lombardo l’azienda agricola Tosi ha realizzato la nuova stalla nuova e installato un nuovo robot di mungitura con due stazioni.

Conta su una superficie di 43 ettari coltivati a mais, loietto e frumento l’azienda agricola di Massimo Luigi Brocajoli, con una stalla di 550 capi, di cui 320 in mungitura. La produzione media giornaliera oscilla fra 90 e 100 quintali di latte, interamente conferiti alla Latteria Casaticese per la produzione di Grana Padano. Grazie agli incentivi del Psr è stata costruita la nuova stalla per bovine e per vitelli, mentre in passato le risorse comunitarie sono state impoegate per l’acquisto di macchine e attrezzature.

Ha partecipato al Psr, conquistando l’accesso ai fondi sull’ammodernamento anche la Cooperativa Agrimais di Casatico, presieduta da Guido Melegari. L’obiettivo è quello di realizzare un nuovo impianto di essiccazione e costruire nuovi silos di stoccaggio di cereali, core business della realtà che fattura circa 8 milioni di euro. In questa fase Agrimais sta studiando soluzioni valide per contenere l’aflatossina del mais, alla luce dell’andamento climatico del 2015, sperimentando l’utilizzo di seme di sorgo disattivato.

Ultima visita sul territorio la Latteria Casaticese, presieduta da Claudio Marcante. La cooperativa trasforma circa 200.000 quintali e produce ogni anno sulle 35.000 forme di Grana Padano. I soci sono 19 e il fatturato 2015 ha sfiorato gli 11 milioni di euro. Poi spazio, come già riportato, alla serata “Agricoltura e zootecnia in Lombardia” alla sala civica di Campitello.

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