Cronaca

Stazione, prosegue monitoraggio tra soppressioni e binari simili a una foresta

Il dato più importante è quello relativo al numero di passeggeri che utilizzano i treni a Casalmaggiore, superiore alle 500 unità e con una media di 538 utenti nei primi quattro monitoraggi effettuati.

L'erba alta nella stazione di Casalmaggiore

CASALMAGGIORE – Si è conclusa la prima fase dei controlli sul transito dei treni a Casalmaggiore con la registrazione del numero dei passeggeri e con la raccolta delle loro opinioni, alcune delle quali non riportabili giornalisticamente. Solo nell’ultimo week end trascorso, cinque sono stati i treni soppressi sulla linea Parma-Brescia senza nessuna comunicazione da parte dell’ente ferroviario e soprattutto senza pullman sostitutivi, hanno spiegato gli aderenti al Movimento 5 Stelle che assieme a Casalmaggiore la Nostra Casa e al Listone si sono incaricati di eseguire i controlli davanti alla stazione.

Qualcuno dei presenti al quinto monitoraggio organizzato negli ultimi mesi si è anche preoccupato di verificare il grado di vetustà dei treni in transito scoprendo, attraverso una targhetta incollata sulla carrozzeria dei convogli che la data di costruzione più recente era quella del 1979. Il dato più importante è quello relativo al numero di passeggeri che utilizzano i treni a Casalmaggiore, superiore alle 500 unità giornaliere quindi a quella quota che le Ferrovie dello Stato considerano necessaria affinché una stazione meriti considerazione e adeguamenti invece di sprofondare nell’incuria e nell’abbandono. Alle ore 18 di martedì era stata raggiunta quota 382 passeggeri in partenza e in arrivo sulla linea Parma-Brescia-Parma, ampiamente in linea con le previsioni e i precedenti, che attestano la media, dopo quattro monitoraggi, a quota 538. Proprio i grafici dei precedenti incontri in stagione, con somministrazione dei questionari, sono stati esposti per la prima volta al gazebo dei volontari che hanno conteggiato i passeggeri di passaggio da Casalmaggiore.

Insomma i veri problemi sono ben altri, al di là del numero (più che sufficiente stando ai parametri Rfi) degli utenti che ancora sfruttano i mezzi a rotaia. Per esempio l’erba altissima, che testimonia l’incuria per la struttura ferroviaria, tanto che ad esempio la vegetazione non consente nemmeno più di leggere gli avvisi di divieto di attraversamento binari, primo step di sicurezza in questi casi. Non solo: anche le assi in legno dei binari iniziano a scricchiolare. Quisquilie, rispetto al dato che più interessa i passeggeri, ossia quello relativo alla tempestività offerta dal servizio. I ritardi sono pressoché all’ordine del giorno per quasi tutti i 29 convogli giornalieri della linea Parma-Brescia-Parma, mentre le soppressioni si sono verificate anche tra lunedì e martedì, in ben cinque casi (in due soli giorni) e sempre senza bus sostitutivi. Senza dimenticare obliteratrici rotte, bagni e bar chiusi, assenza di biglietteria e sparizione dei termosifoni dalla sala d’aspetto.

Rosario Pisani-Giovanni Gardani 

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