In treno fino a Venezia? Per arrivare in orario, alla fine serve comunque l'auto...
Vicenda paradossale di alcune amiche che avevano organizzato le vacanze di Pasqua nella città lagunare: il treno, partito in orario da Casalmaggiore, è rimasto fermo a Piadena "per problemi burocratici". Alla fine per arrivare a Brescia e non perdere la coincidenza, hanno sfruttato un passaggio in auto.
CASALMAGGIORE – Disavventura di Pasqua per alcune ragazze di Casalmaggiore. In sé quanto accaduto la mattina del sabato di Pasqua non rappresenta certo una novità, ma serve da emblema, per così dire, per i disagi provocati dai ritardi sulle tratte ferroviarie che passano per il Casalasco. Non si tratta, in questo caso, della famigerata Cremona-Mantova-Milano, bensì della Parma-Brescia. E, giusto precisarlo, non parliamo di pendolari che utilizzano le rotaie per andare al lavoro, ma di ragazze che avevano progettato le vacanze di Pasqua a Venezia.
Tuttavia la domanda da porsi resta valida ed evidenzia un certo scetticismo: a che serve promuovere un turismo legato ai mezzi pubblici, e dunque più ecosostenibile (è risaputo che un treno inquina meno delle tante auto che affollano le autostrade nei weekend con “ponte”, come quello di Pasquetta), se alla fine il servizio non viene garantito? E veniamo ora alla vicenda: le amiche prendono il treno alle ore 6.46 da Casalmaggiore. L’arrivo a Brescia è previsto alle 8.12, con larghissimo anticipo, di oltre 40 minuti, sul Frecciarossa che da Brescia partirà per raggiungere a Venezia. Quest’ultimo convoglio parte alle 8.53 (in realtà partirà alle 8.58, con lieve ritardo). Il Frecciarossa, si sa, va prenotato, dunque perderlo significa molto spesso non avere altre chance. E in ogni caso le amiche hanno già visite fissate prima di mezzogiorno in alcuni musei della città lagunare.
Il punto è che a Brescia le ragazze arrivano grazie alla madre di una di esse, che si offre di accompagnarle sul posto, per non fare perdere loro il Frecciarossa. Arrivato a Piadena, dunque soltanto 15 chilometri dopo Casalmaggiore, il Parma-Brescia si ferma infatti inspiegabilmente. Fortunatamente il capotreno, che in tutto questo non ha alcuna colpa, ha il buon senso di avvertire le amiche, spiegando che il treno arriverà nella città della leonessa non prima delle 9, facendo così perdere la coincidenza. Il motivo? “Problemi burocratici” la spiegazione offerta, per la verità molto poco chiara. Alla fine le amiche a Venezia arrivano comunque, giungendo a Brescia in auto e poi prendendo il fatidico treno. Ma la vicenda, che fa da esempio a se stante, eppure non rappresenta probabilmente un caso isolato, conferma il dubbio: un turismo con i mezzi pubblici in Italia è davvero possibile (o per lo meno comodo)?
Giovanni Gardani