Cultura

Gli incanti segreti della nostra pianura negli scatti di Luigi Briselli

“L’ho fatto per dimostrare che non c’è bisogno di grandi viaggi per trovare meraviglie - spiega Briselli - dato che la nostra pianura ha stanze segrete, che con le mie fotografie voglio aprire sul mondo e su chi vorrà osservarle”.

Nella foto Briselli nei locali Proloco, dove la mostra è allestita

CASALMAGGIORE – Uno sguardo alla terra, arida ma riscaldata dal sole, in tempo di siccità quando nulla sembra poter nascere lì sopra; e subito dopo il miracolo dell’acqua che irriga e dà vita. E ancora l’argine innevato con una sola bicicletta a spezzare anzi integrare il panorama del Duomo e di Santa Maria. E poi il padre Po, immancabile, in tutta la sua poesia e potenza.

Un centinaio di scatti per raccontare gli incanti nascosti e segreti della Pianura Padana: così Luigi Briselli, fotografo di Martignana di Po molto noto e apprezzato e con un buon numero di pubblicazioni all’attivo, dopo avere studiato l’Italia e anche l’isola di Cuba in un suo viaggio del 2004, ha scelto di riprendere in mano il filone padano e nostrano. “L’ho fatto per dimostrare che non c’è bisogno di grandi viaggi per trovare meraviglie – spiega Briselli – dato che la nostra pianura ha stanze segrete, che con le mie fotografie voglio aprire sul mondo e su chi vorrà osservarle”.

Aperta da venerdì 25 marzo nel salone della Pro Loco, la mostra sarà visitabile fino al prossimo 3 aprile, una domenica: per la maggior parte in bianco e nero, gli scatti di Briselli provano a sorprendere nella semplicità e nel gioco di chiaroscuro, cercando di cogliere la straordinarietà di una terra normale e quotidiana, che viviamo e respiriamo ogni giorno e che pure, vista con l’occhio fotografico, regala negli scatti – che in qualche caso sembrano quadri – un elemento di sorpresa e quasi di estraniazione.

Non manca neppure una piccola parentesi a colori, anche se in questa sezione specifica, come Briselli ha spiegato, i campi di fiori e coltivati si allontanano dal Casalasco, colti e immortalati in particolare a Castelluccio di Norcia nei Monti Sibillini, paese reso celebre proprio per i suoi cromatismi. Uno spazio è riservato infine alle nature morte, alcune anche audaci, con l’utilizzo ad esempio di un teschio, una sorta di tassello ulteriore di un puzzle che però principalmente si alimenta di campi, antichi mestieri e ricordi ancora attuali.

Giovanni Gardani 

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