Entro giugno la proposta di Maroni: cantone con Cremona e Mantova. Oglio Po baricentro?
Parola d’ordine razionalizzare, anche senza bisogno di cancellare i vari enti, come ad esempio i parchi o le comunità montane, ma snellendo le varie competenze passando ad una struttura amministrativa con soli tre livelli.
CREMONA – Non più provincia, né area vasta, ma area omogenea, o meglio ancora Cantone. Sin qui nulla di nuovo, in realtà, dato che la voce già era rimbalzata un mese e mezzo fa: la novità però è che il processo voluto dal governatore lombardo Roberto Maroni accelera. E che a giugno a Roma potrebbe arrivare una proposta firmata dall’ex ministro dell’Interno che accorpa Cremona e Mantova, spostando Crema verso Milano. Ospite d’onore giovedì sera alla conviviale organizzata all’Hosteria 700 di piazza Gallina da “Terre di Lombardia” del presidente Cedrick Pasetti e della vice Michela Bettinelli, alla presenza anche dell’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava e del consigliere regionale Federico Lena, Maroni ha avuto modo di toccare in particolare questo tema.
Parola d’ordine razionalizzare, anche senza bisogno di cancellare i vari enti, come ad esempio i parchi o le comunità montane, ma snellendo le varie competenze e le pratiche burocratiche passando ad una struttura amministrativa con soli tre livelli: dall’alto verso il basso, Regione, Cantoni e Comuni. Come Maroni ha evidenziato “l’area più che vasta deve essere omogenea, anche perché la Lombardia, come struttura, ha territori morfologicamente molto particolari, essendo una regione per metà di pianura e per metà di montagna e con molte province strutturate verticalmente”. Dunque che fare? “Ascolteremo le istanze dei vari territori – ha promesso Maroni – per fare una sintesi entro giugno. Non vogliamo che altri decidano per noi e per questo a Roma vogliamo fare arrivare una nostra proposta di riforma amministrativa”.
Perché Cremona con Mantova? Perché, come è stato spiegato, questa sembra essere la volontà delle due province, legata a storia, tradizione e collaborazione. Anche se Maroni ha evidenziato, alla presenza di Gian Domenico Auricchio, presidente della Camera di Commercio di Cremona, che l’attenzione sarà rivolta in particolare alle richieste delle varie attività produttive, per creare una formazione omogenea che, come tale, fornisca richieste più coerenti e dunque ammissibili che soddisfino le esigenze del territorio e di chi vi lavora. Dopo di che il Pirellone dovrà fare sintesi, come già accaduto per la riforma sanitaria. Da qui la possibilità (probabilità) che Crema, da sempre più attratta da Milano, finisca in un altro Cantone. Logico che a quel punto il comprensorio Oglio Po diventerebbe baricentrico, mentre Fava ha invitato a ragionare “per ampie vedute”, tenendo conto che in Francia, ad esempio, è stata aggregata da poco una maxi regione lunga ben 800 chilometri (“impensabile in Italia” ha rimarcato Fava). Di tutto ciò se ne riparla comunque a giugno: che, a ben vedere, non è poi così lontano.
Giovanni Gardani