Economia

Nel comprensorio Oglio Po i distretti del biologico potrebbero essere due

Per certi versi sembra essersi riproposta la spaccatura tra i due Gal, Oglio Po e Terre del Po, che ha segnato il comprensorio negli ultimi mesi, anche se non sarebbe giusto esagerare con il paragone: i due progetti di distretto biologico potrebbero convivere.

CASALMAGGIORE/VIADANA – Distretto o distretti? Si parla ovviamente di biologico, un progetto pensato già da diversi mesi e che potrebbe presto concretizzarsi nel comprensorio Oglio Po. Un’idea che nella sua realizzazione potrebbe anche sdoppiarsi. Ecco perché la distinzione tra singolare e plurale non è banale. Sul tavolo regionale, infatti, sono giunti due differenti piani, il primo a carattere agricolo puro, per così dire, il secondo invece di tipo agro-industriale.

Per certi versi sembra essersi riproposta la spaccatura tra i due Gal, Oglio Po e Terre del Po, che ha segnato il comprensorio negli ultimi mesi, anche se non sarebbe giusto esagerare con il paragone: se infatti i due Piani di Sviluppo Territoriale paiono davvero concorrenti e destinati probabilmente a sottrarsi risorse a vicenda, i due progetti di distretto biologico potrebbero anche convivere, anche se al momento non si può certo dire che i soggetti proponenti si stiano parlando.

In ogni caso, da un lato abbiamo una trentina di aziende agricole che promuovono appunto il distretto agricolo biologico Casalasco-Viadanese, mettendo al centro una gestione famigliare e contadina, dunque piccoli negozi o botteghe, rigorosamente bio. Lo scopo è fare rete, similmente a quanto già avviene con Slow Food Oglio Po, costituitosi poche settimane fa e capace di promuovere prodotti della terra e bontà culinarie della zona. Una vera e propria ramificazione, quella pensata dal costituendo distretto, che vuole creare un presidio territoriale e già denominata come “comunità dei contadini buoni, puliti e giusti”, tre aggettivi che costituiscono una mission sul mercato. Capofila l’Aiab, Associazione Italiana dell’Agricoltura Biologico, di Milano, coadiuvata dal Consorzio Agrituristico Mantovano, mentre il professor Giovanni Pieretti, già collaboratore del Piano Sviluppo Locale Terre del Po, ha reso nota la sua manifestazione d’interesse.

Dall’altro lato, ecco la proposta di un distretto biologico più agro-industriale, legato cioè a realtà produttive di dimensione maggiore, e dunque quasi ad una fase successiva della produzione rispetto alla piccola bottega di vicinato, con l’azienda Iris di Calvatone guidata da Maurizio Gritta a fare da capofila grazie anche al tramite del Gal Oglio Po. Due proposte diverse ma che potrebbero convivere: la decisione ora spetta al Pirellone, sperando che la promozione a distretto bio sia garantita a tutti.

Giovanni Gardani 

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