Tibre tra pro e contro, le ragioni delle parti tra il territorio parmense e casalasco
La questione merita un approfondimento cercando di analizzare due fazioni contrapposte e due scuole di pensiero: il dibattito è aperto, le posizioni distanti, in ogni caso è oggi che siamo chiamati a decidere del nostro futuro.

SISSA TRECASALI – Ti-Bre sì o Ti-Bre no? Da anni ormai i due schieramenti si contrappongono, e il dibattito, oggi che i lavori del primo tratto hanno avuto il via libera, è particolarmente acceso.
CONTRO – Lunedì a Sissa Trecasali le associazioni che si battono per contrastare la realizzazione della bretella autostradale (e che vi contrappongono il Ti-Bre ferroviario, da preferire all’alternativa del collegamento ferroviario di Suzzara) hanno dato vita al “Presidio permanente di confronto per curare la democrazia malata”.
Obiettivo la possibile imminente approvazione del progetto esecutivo del primo lotto del Ti-Bre auto- stradale e il conseguente avvio dei lavori, nonché le difficoltà sin qui incontrate per ottenere l’incontro richiesto col ministro Delrio. Nel mirino dei comitati e delle associazioni ambientaliste del Casalasco e del Parmense anhe l’assessore regionale Donini, che ha affermato che per la Regione Emilia Romagna il primo lotto del Ti-Bre è strategico e cantierabile, ed il completamento è inserito nell’intesa generale quadro sulle infrastrutture che firmeremo a breve con il governo nazionale. Ha poi aggiunto che la decisione finale sul secondo lotto del Ti-Bre, visto che il finanziamento dovrà arrivare dal governo, spetterà al Ministero delle Infrastrutture. Parole che hanno provocato ancor più la reazione degli ambientalisti, i quali spingono per avere finalmente l’incontro col ministro Delrio in cui almeno avanzare il proprio progetto alternativo. Inoltre, non si sono ancora arresi alla realizzazione del primo tratto, da Fontevivo a Trecasali, q pochi chilometri dal Po.
La prima decisione assunta nella riunione di Sissa Trecasali (che grazie alla locale Amministrazione ospiterà la sala operativa) è la citata costituzione del presidio permanente, che si opponga anche alle posizioni pro Ti-Bre manifestate dal quotidiano La Gazzetta di Parma. La città di Parma diventa centro dell’azione, anche in considerazione della recente polemica che ha messo al centro il sindaco del M5S Pizzarotti. Questi è stato attaccato per aver firmato la petizione anti Ti-Bre inviata al ministro Delrio.
Alcune iniziative sono già in programma. Si parte dall’autoconvocazione all’incontro col ministro Delrio, in assenza di riscontri alle richieste inviate al Ministero dei Trasporti, che avverrà mercoledì 24 febbraio alle ore 11. Una delegazione guidata dai sindaci del territorio partirà alla volta di Roma: la trasferta avverrà in treno partendo da Parma alle ore 6,58. Il ritorno a Parma è previsto in serata alle ore 20,00 (chi fosse interessato invii richiesta alla mail cesare.vacchelli@teletu.it). Quindi una mozione che ribadisca la contrarietà al Ti-Bre autostradale e a favore di quello ferroviario e ciclabile da far approvare nei consigli dei Comuni interessati. E ancora uno spazio informativo che verrà allestito all’interno di una struttura pubblica messa a disposizione dal Comune di Sissa Trecasali, con mostre e materiale vario: documenti, volantini, lettere, rassegne stampa, video e filmati e altro ancora, al fine di fornire una costante e puntuale informazione ai cittadini. E’ stata infine espressa la volontà da parte di tutti i presenti di collaborare e unire le forze per contrastare anche i progetti di “trivellazione” che vedono interessato anche il territorio parmense con il progetto di ricerca denominato “Fontevivo”. Come noto un altro progetto chiamato “Gussola” interessa il Casalasco.
PRO – Nel frattempo prosegue l’attività di chi invece ritiene il Ti-Bre autostradale un’opera che merita di essere portata a termine. Proprio la Gazzetta di Parma, il giorno successivo all’incontro dei comitati, pubblicava un interessante e ampio intervento del Professore Ordinario di Logistica Industriale dell’Università di Parma Antonio Rizzi, da un anno presidente del cda di Tep spa. Secondo il dottor Rizzi la bretella è un’opera non solo auspicabile, ma indispensabile.
Il docente auspica un nuovo scenario che sia in grado di portare sul territorio sviluppo, benessere e posti di lavoro, anche grazie al Ti-Bre. Giusto, afferma, porre attenzione agli aspetti ambientali, ma cosa sarebbe oggi il nostro territorio, si chiede, se 70 anni fa i nostri padri non avessero realizzato l’Autostrada del Sole e e la ferrovia Milano-Bologna? Gli insediamenti produttivi nascono dalle infrastrutture, e portano sviluppo di economia e opportunità di lavoro.
L’analisi di Antonio Rizzi parte da lontano. Si prefigura il ruolo determinante che potrebbe avere il nostro territorio sullo sviluppo dei traffici commerciali. Oggi oltre 22 milioni di containers ogni anno attraversano il Canale di Suez ed entrano nel Mediterraneo, e nel 2030 saranno quasi il doppio. Ebbene, l’Italia, nonostante la felice posizione, attrae solo il 10% dei containers che si muovono via nave. Se si osservano i porti di ingresso e uscita delle merci in Europa, i porti dell’Italia del nord (Genova, La Spezia, Livorno, Trieste) movimentano solo 4,4 milioni di containers, contro i 35 milioni dei porti del nord Europa (Anversa, Rotterdam, Amburgo e Bremerhaven). Questo nonostante una nave proveniente dal Canale di Suez impiegi quasi una settimana in più, e 300 km in più per arrivare a Monaco di Baviera rinunciando all’Italia. Conclusione: i porti del nord Italia stanno perdendo una grande opportunità a favore dei porti tedeschi, belgi e olandesi.
Parma potrebbe agire da “retroporto” di La Spezia e dei porti dell’alto Tirreno, il che le garantirebbe un sensibile incremento del pil e decine di migliaia di nuovi posti di lavoro. Cosa serve? Semplicemente rendere più conveniente (non solo in termini di costi ma anche di servizi) il transito di un container da La Spezia invece che da Rotterdam. Per far questo in primis sarabbe necessario attrezzare i porti del Tirreno per accogliere questi giganti del mare, ma questo non basta, in quanto, sottolinea Rizzi, le battaglie dei porti si vincono a terra. Fondamentale dunque garantire un’arteria che consenta di raggiungere, attraverso Parma, Verona e il Brennero. D’altro canto basta osservare la rete di autostrade, ferrovie e canali navigabili alle spalle dei porti del nord Europa a fronte del solo collegamento autostradale e una ferrovia a binario unico che partono da La Spezia.
In definitiva, il Ti-Bre autostradale non è alternativo a quello ferroviario, anzi. Non solo: le vie navigabili, Po in testa, possono fornire altre interessanti opportunità. Il nostro paese è chiamato ad una svolta per dare impulso alla sua economia, e abbandonare la bretella autostradale del Brennero sarebbe una scelta che pagheranno i nostri figli, per mancanza di sviluppo e di lavoro. Insomma, il dibattito è aperto, le posizioni distanti, in ogni caso è oggi che siamo chiamati a decidere del nostro futuro.
Vanni Raineri